Dalla recente Liquida Photofestival 2023 di Torino, emerge “POLVERE” di Adriano Padovani uno dei 30 lavori in esposizione.
“POLVERE” è un concentrato di creatività, fantasia, eleganza, moda, grafica, immaginazione, sensibilità che è poi il mondo di Adriano Padovani. Fotografa da tanto tempo nonostante il suo principale lavoro sia quello del grafico, del creativo. Dopo diverse conferme ha deciso di dedicare più tempo al linguaggio della fotografia.
Adriano è abituato a guardare e a muoversi in punta di piedi nel mondo della moda: per creare scenografie durante le sfilate e per le vetrine di boutique di grandi brand, per suggerire come riprendere con macchine fotografiche o telecamere camicie, pantaloni, giacche, tessuti, per impostare inviti e comunicazioni ricche di stile, eleganza e potenza. Assorbe linguaggi saturi di arte come la pittura, la scultura e la stessa fotografia. Il confine tra il mondo commerciale che deve rappresentare e le sue continue esplorazioni con la macchina fotografica hanno un denominatore comune che è quello artistico. Non è un caso che sia rimasto influenzato da Pierre Soulages un pittore francese contemporaneo che nella sua lunga ricerca “oltrenero” dichiara: “Mi piace l’autorità del nero, la sua gravità, la sua ovvietà, la sua radicalità. Il suo potente potere di contrasto conferisce un’intensa presenza a tutti i colori e quando illumina i più scuri, dona loro un grande buio. Il nero offre possibilità inaspettate e, cosciente di ciò che non conosco, vi vado incontro.”
Ed è così che lo sguardo di Adriano cinque anni fa è andato incontro a qualcosa di indefinito, di buio. Mentre percorreva con l’auto un sottopasso proprio nella città dell’arte e della moda per antonomasia: Firenze. Un sottopassaggio adiacente alla stazione di Santa Maria Novella caotico, assordante, frastornante.
Due grandi cornici nere abbandonate all’indifferenza di chi ogni giorno percorre quel luogo. Spazi per l’affissione di manifesti pubblicitari non più utilizzati sui quali il tempo, lo smog e il passaggio continuo di automezzi hanno lasciato il loro segno cambiandoli completamente. Negli anni qualcuno passando ha aggiunto altro trasfigurando quello spazio in qualcosa simile a un tazebao. Il mistero di tracce lasciate dall’abrasione dei colori e delle scritte, dal nero dello smog e della polvere. La polvere ha lasciato affiorare segni astratti che riprendendoli in più riprese fotografiche hanno fatto affiorare forme grafiche che evocano angeli, petali, animali, graffi, geroglifici indecifrabili, frammenti di ritratti, messaggi, segni primordiali. Non solo forme anche colori: rosso, bianco, nero assoluto. Una calamita per Adriano quel sottopassaggio: un fantasma di polvere.
Un’impercettibile sensazione di penetrare quell’oscurità ha generato in Adriano un rapido susseguirsi di scatti sul quale dal 2018 è tornato più volte fino allo scorso anno.
Ecco cosa dice: “Le opere originali rimarranno in quel luogo, continueranno la loro naturale mutazione come un’esposizione permanente accessibile a tutti. Le loro immagini diventeranno nuove opere, si trasformeranno ulteriormente, prima fotografie, poi ricomposte, rimodellate per altri muri e altre superfici. Si arricchiranno di nuovi significati dall’intervento, dal gesto creativo dell’artista come in un ciclo infinito di creazione e trasformazione restituendo a quei manifesti, la loro primordiale funzione: trasmettere messaggi.”
Polvere è un insieme di immagini salvate dal gesto fotografico di Adriano Padovani per non disperdere, per non abbandonare quei lavori, quelle tracce umane. Un bisogno di rinascita, di recupero carico di nuova poetica, di una riscoperta contemporaneità.
L’intenzione di Adriano si spinge fino ad immaginare: “
Ritorno ad una domanda fatta al grande artista Soulages che aveva inventato per una esposizione il titolo: oltrenero. “In cosa consiste il passaggio da nero ad oltrenero? L’oltrenero è andato ad indicare finalmente uno spazio mentale, non un fenomeno ottico”.
Anche Polvere uno spazio della mente. Adriano così immagina per il suo lavoro: “Una trasformazione che non si fermerà, le nuove immagini saranno condivise con altri artisti: scrittori, musicisti, videomaker, i quali aggiungeranno la loro creatività integrando strato dopo strato nuovi significati in un ciclo continuo di trasformazione.” Una rinascita di Polvere con altri alfabeti ricchi di arte e creatività.
Adriano Padovani
Biografia
Grafico, designer, da sempre mi occupo di consulenze nel campo della comunicazione collaborando soprattutto con aziende nel settore della moda. Nel tempo ho integrato la fotografia alla mia professione sia come direttore artistico per campagne pubblicitarie e cataloghi di moda sia con progetti su commissione. Negli ultimi anni porto avanti un personale lavoro di ricerca fotografica come: ‘notturni’, ‘Venezia’. ‘a mare’, ‘vista mare’, ‘scarti’, textures’ e altri.
www.adrianopadovani.format.com
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Sparsi nello spazio e nel tempo
Dal 2015 mi dedico attivamente al progetto ArtPhotò con cui propongo, organizzo e curo eventi legati al mondo della fotografia intesa come linguaggio di comunicazione, espressione d’arte e occasione di dialogo e incontro. La passione verso la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale fra cui Helmut Newton, Ferdinando Scianna, Albert Watson, Ellen von Hunwerth, Marino Parisotto, Elliott Erwitt e i più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.
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