Questa volta nessuna scoperta perché JR è una firma riconoscibile, famosa nel mondo e la mostra d’inaugurazione nella sede ristruttura della MEP a Parigi nel 2019 ha fatto crescere la sua notorietà.
Le foto di JR sono spesso inserite, come cartelloni pubblicitari, su muri, case, scale, container, catapecchie, muri alti di frontiera a far sì che diventino una nuova immagine.
In questo caso la fotografia è fatta dall’immagine di JR all’interno di un contesto urbano di Parigi mentre passa una ragazza che, toh guarda caso, si colloca proprio in mezzo agli occhi. Che voglia di urlare e chiedere a Barthes: ma qual è il punctum? La ragazza che cammina, il riflesso nelle pupille degli occhi, il segnale stradale di divieto o la bandiera? Qualunque sia il punctum questi occhi a me sembrano bellissimi, puri, innocenti, giovani. Sembrano immobili, fissi quasi spaventati. Non sorridono, non piangono. All’interno dell’iride il riflesso di una luce e di un oggetto che non si riesce a evidenziare.
Perché quegli occhioni da cerbiatta sono messi lì? Senza una didascalia, una scritta. Non sappiamo se, sul muro, ci sono altre immagini vicino a questa ma, sicuramente la curiosità di sapere è tanta.
Allora scopro che JR ha realizzato un progetto chiamato Women Are Heroes. Ha viaggiato in Africa, Cambogia, India e Brasile per scattare ritratti di oltre 70 donne all’interno dei luoghi dove vivono: “In ogni parte del mondo fotografo donne, donne anonime, e le ricolloco nel loro ambiente e quei luoghi li ho scoperti, come le baraccopoli di Kibera o le Favelas di Providencia, perché ci sono stati degli eventi terribili negli ultimi due anni che ho visto in televisione e volevo andare a vederle da solo. E di solito le donne sono dietro a tutte quelle situazioni”.
Ha restituito identità alle donne, alle persone e questo per me significa restituire dignità. La dignità spesso ad una vita faticosa, dura, impietosa. Questo significa anche la fotografia: la rappresentazione della vita, la conferma di essere stati vivi e rappresentati in una immagine senza tempo.
Nel 2009 JR ha portato per la prima volta, a Parigi, il lavoro completo Women con una installazione all’aperto intorno all’Ile Saint-Louis. Questa esposizione è la terza fase del suo progetto 28 Millimeter, che prende il nome dall’obiettivo grandangolare che utilizza. Intorno all’Ile Saint-Louis, JR e il suo team hanno incollato ritratti, particolari come gli occhi del progetto Women Are Heroes in formati enormi su ponti, argini e su un edificio della città di Parigi. In quella occasione JR aveva ideato un sistema di “Street Audio Guide” che consentiva ai passanti di comporre un numero gratuito dal proprio cellulare, per ascoltare le interviste alle donne ritratte e le loro storie di vita. L’immagine statica si trasforma in immagine in movimento. La sua fotografia diventa protagonista all’interno di altre fotografie. Il suo però, non è un gioco estetico. JR questo giovane “fotografo urbano” quasi trentenne con cappello, occhiali scuri, barba curata, nato nella periferia di Parigi, da oltre dieci anni usa la fotografia come un mezzo per fare affissione non solo a Parigi ma negli stessi luoghi dove lui ha fotografato i ritratti anonimi: in una favela di Rio, una baraccopoli del Kenya, sulle banchine dell’isola di Saint-Louis. L’artista estende questo suo lavoro fotografico con il documentario “Women Are Heroes” nel quale dopo tre anni di girato rivela i suoi metodi e le persone dietro questi volti. Un girato ingenuo e commovente che ha lo stesso sguardo del documentario “Visages et Villages” realizzato insieme ad Agnès Varda in giro per la Francia. Più guardi il suo lavoro e più hai voglia di scoprirlo e di capirlo.
Alla domanda “L’Arte può cambiare il mondo? /Can Art change the world?”. JR risponde “L’importanza è ciò che fai con le immagini. In un certo senso, l’arte può cambiare il mondo. L’arte non dovrebbe cambiare il mondo, cambiare le cose pratiche ma cambiare le percezioni. L’arte può cambiare il modo in cui vediamo il mondo. L’arte può creare un’energia. In realtà il fatto che l’arte non possa cambiare le cose la rende un luogo neutrale di scambi e discussioni, e quindi ti permette di cambiare il mondo”. Jr dichiara con convinzione che lui fa “Art, just doing art!” Non fa politica, sociologia, filosofia o altro. Lui fa arte, lui è un artista. “Art is to pose questions and not to give answers / L’arte è porre domande non dare risposte”.
Meraviglioso il progetto di costruirsi un’isola dove poter far coesistere dominati e dominanti e mettere in contraddizione le due figure. JR è perfettamente lucido sul fatto che esistono e continueranno ad esistere guerre, violenze, conflitti ma non riconoscendosi come figura politica usa la sua arte come fuga. Lui mette in evidenza la lotta tra chi domina e chi è dominato, sollecitandone il dialogo attraverso la contraddizione che noi viviamo continuamente. I titoli dei suoi progetti rivelano spesso l’esistenza di due figure opposte che possono essere, come in Women, delle eroine per uscire da condizioni estreme di vita faticosa, dura causate da uomini che cercano di dominarle. Jr restituisce alle persone, attraverso l’immagine fotografica, un riconoscimento sociale. L’immagine assume una identità visiva forte che ci viene fornita dallo sguardo degli altri ed è il contesto che contribuisce a dare significato a quell’immagine. Per questo le sue opere vengono contestualizzate nei luoghi dove vivono le persone, in questo caso le donne, per rafforzarne il significato. D’altronde non faceva lo stesso anche Caravaggio quando dipinse la Madonna con i piedi sporchi? Una provocazione per mettere in contraddizione la Chiesa: lusso e povertà. JR però non si schiera politicamente pur riuscendo a mettere gli esseri umani di fronte alle loro contraddizioni trovando sempre un luogo rassicurante: ciò che lui fa diventare un luogo di pensiero.
I soggetti sono quelli che guardano le sue immagini. Lui osserva lo sguardo dell’osservatore sulle sue opere, gli sguardi che vanno sulle foto e fanno pensare alle contraddizioni della nostra società. A Parigi i passanti non possono non guardare. La sua è un’operazione che esalta la semplicità ed è proprio ciò che rende spiazzante!
È rivoluzionario nell’uso dello spazio e di un linguaggio fotografico semplice fatto di ritratti e di particolari. La sua opera si completa nello spazio che contestualizza il contenuto dell’immagine.
“Art just doing art!” è il suo claim che lo rende unico in questo panorama fatto di inspiegabili complesse contraddizioni. Mi piace pensare che quegli occhi di gazzella stiano guardando uno dei personaggi del film con la Vargas che dice: “Sono nato all’ombra di una stella. Mia madre la luna mi ha donato la sua freschezza, e mio padre, il sole, mi ha donato il suo calore e l’universo in cui vivere. Ti rendi conto di quanto conto in questa vita?”
JR prossimamente a Milano con uno spettacolare progetto di arte pubblica e a Torino con una prima grande mostra personale di JR sarà in Italia alle Gallerie d’Italia.
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Dal 2015 mi dedico attivamente al progetto ArtPhotò con cui propongo, organizzo e curo eventi legati al mondo della fotografia intesa come linguaggio di comunicazione, espressione d’arte e occasione di dialogo e incontro. La passione verso la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale fra cui Helmut Newton, Ferdinando Scianna, Albert Watson, Ellen von Hunwerth, Marino Parisotto, Elliott Erwitt e i più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.
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