
È la foto di un anno questo del 2022 che sta per chiudersi e mi ritrovo con una bella responsabilità.
Quale foto scegliere, cosa farvi leggere? Ho sfogliato, cercato, chiesto e tutto mi sembrava o troppo bello o troppo edulcorato o troppo triste o troppo gioioso. Questo, come anche altri, è un anno denso di tensioni dove l’arte ha assorbito parte di quell’inquietudine che non consente di esprimere il massimo di sé. E poi i social sono ormai un tassello imprescindibile nella visione e nell’influenza che hanno sulla nostra cultura. Così seguendo un neo fotografo su Istagram mi imbatto in questa immagine.
Ho pensato è lei! La foto del mio fine anno! E attenzione non sono le scarpette erotiche e maliziose per festeggiare un fine anno ma scarponi. Abbandonati? Ordinati sicuramente ma pieni di freddo con quel bianco illuminato da una luce che fa pensare ad una porta aperta davanti ad una sedia o ad un mobile di legno e scrutando con attenzione dietro si intravedono le punte di altri scarponi.
Appena l’ho vista ho pensato è un luogo che è stato volontariamente abbandonato, forse in Ucraina: neve, freddo, solitudine, abbandono. Poi guardando con attenzione la foto di Adriano Padovani ho percepito una composizione che non mi è sembrata casuale. Le stringhe adagiate con eleganza davanti a questi scarponi dalla parvenza maschili e il vuoto quasi da set cinematografico. Poi ho aggiunto altri pensieri: scarponi uguale lavoro, uguale camminata sportiva, uguale fatica.
Capite che senza una didascalia l’interpretazione è vasta e per ognuno, con il proprio bagaglio di sensibilità, esperienza, conoscenza può essere diversa. Anche il contesto storico che stiamo vivendo può condizionare e in mezzo a tante immagini di guerra questa, vista frettolosamente, può ricondurre all’abbandono o addirittura alla morte di qualcuno che quegli scarponi avrebbe dovuto indossarli. Sono scarponi senza persona e forse l’identità di appartenenza di quella persona vorremmo conoscerla. D’altronde ad uno sguardo più prolungato, sembrano belli …. potremmo quasi volerli … se non fosse per l’idea del freddo.
La tentazione di lasciarvi sospesi con la vostra fantasia è fortissima ma il desiderio di dare voce al bravo fotografo me lo impedisce. L’immagine è stata scattata da Adriano Padovani all’interno degli spogliatoi dei minatori che lavorano presso la Cava delle Cervaiole sulle Alpi Apuane all’estrazione del marmo, vicino a Forte dei Marmi, e fa parte di una serie di cinque immagini durante le riprese di un servizio fotografico di moda a luglio del 2022. Il bianco è polvere di marmo che si deposita ovunque durante la sua lavorazione.
Adriano Padovani oltre ad essere un eccellente grafico è diventato anche un fotografo professionista manifestando già da diversi anni questa sua abilità e propensione all’inquadratura, alla fotografia. Adriano è riuscito a cogliermi di sorpresa come spesso capita guardando, soprattutto sui social, tante immagini e molto velocemente. Spesso – senza leggere e indagare su quanto si vede o si legge dalle poche e brevi parole che alcune volte vengono aggiunte – l’interpretazione è approssimativa, superficiale. C’è poi la voglia di calzarli gli scarponi e camminare, camminare, camminare nel silenzio …… Chissà con il nuovo anno! Un anno quindi che vede riconosciuto un nuovo abile fotografo italiano Adriano Padovani e che sia d’auspicio per altri non ancora conosciuti ai quali il 2023 porti fortuna, visibilità e riconoscenza per quello che sono in grado di offrire a tutti noi.
Un anno in bilico tra composizione, bellezza e tanto orrore. Orrore: quello che sentiremo sulla nostra pelle, nelle nostre vite purtroppo ancora a lungo, come una polvere bianca da togliere con la mano per riuscire almeno a intravedere la realtà.
Biografia Adriano Padovani
1964
“cerca di vedere il lato bello delle cose, delle persone”
È un mantra che mi accompagna fin da bambino e anche nella fotografia questo spirito mi guida nel gesto di inquadrare e scattare. L’istinto mi spinge a guardare oltre, a cercare il positivo, trasmettere speranza in ogni immagine.
Grafico, designer, da sempre mi occupo di consulenze nel campo della comunicazione collaborando soprattutto con aziende nel settore dell’abbigliamento.
Nel tempo ho integrato la fotografia alla mia professione sia come direttore artistico per campagne pubblicitarie e cataloghi di moda sia con progetti su commissione.
Negli ultimi anni ho affiancato alla professione un personale lavoro di ricerca.
Nel 2021 creo “IMAGOMUNDI” un progetto on-line dedicato alla bellezza attraverso la fotografia. Con lo scopo di creare un magazine digitale aperto ad autori contemporanei e supportare mostre e pubblicazioni dedicate all’arte della fotografia.
Socio: Ass. Naz. Fotografi Professionisti – TAU Visual – www.adrianopadovani.format.com – www.imagomundiedizioni.org
Didascalia:
©Adriano Padovani – Cava delle CERVAIOLE_Seravezza (LU)_ luglio 2022
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Dal 2015 mi dedico attivamente al progetto ArtPhotò con cui propongo, organizzo e curo eventi legati al mondo della fotografia intesa come linguaggio di comunicazione, espressione d’arte e occasione di dialogo e incontro. La passione verso la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale fra cui Helmut Newton, Ferdinando Scianna, Albert Watson, Ellen von Hunwerth, Marino Parisotto, Elliott Erwitt e i più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.
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