fbpx Skip to content

THE CIRCLE

di Tiziana Bonomo

Intesa Sanpaolo ha aperto al pubblico il 21 settembre 2023 fino al 18 febbraio 2024, alle Gallerie d’Italia – Torino, la mostra “LUCA LOCATELLI. THE CIRCLE. Soluzioni per un futuro possibile” a cura di Elisa Medde. Realizzata col supporto specialistico della Ellen MacArthur Foundation – la maggiore fondazione al mondo impegnata a sostenere la Circular Economy e di cui Intesa Sanpaolo è dal 2015 l’unica istituzione finanziaria con il ruolo di Strategic partner – e con la collaborazione della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cariplo.

Torniamo indietro nel tempo quando Gaio Cilnio Mecenate, il migliore amico e stretto collaboratore dell’imperatore romano Ottaviano Augusto si fece notare per il suo sostegno nei confronti dei giovani letterati. Da allora per mecenatismo si intende “l’arte” di favorire le arti e le lettere. Un tempo si accordava anche munifica protezione a chi le coltivava. Molto diffuso nel Rinascimento e oggi lo stesso termine è riferito anche all’attività di sostegno finanziario che alcune imprese private, come Banca Intesa Sanpaolo, svolgono a favore di iniziative artistiche o culturali di alto livello. Il tema del mecenatismo è sempre più rilevante e diventa funzionale per comunicare dichiarati intenti che siano essi aziendali o istituzionali. Ecco allora l’arte a servizio dei mecenati e i mecenati che prendono a prestito l’arte. Nel caso di Intesa Sanpaolo questa formula è ben evidente nella mostra “The circle” del fotografo Luca Locatelli presso Gallerie D’Italia. Il progetto ambizioso tocca il delicato e complesso tema dell’economia circolare. Merita citare, quanto ricordato da Gros Pietro presidente di banca Intesa Sanpaolo: “sia compito della finanza di favorire una sensibilità ambientale ad ogni livello nei comportamenti individuali come nelle imprese, nelle scuole e anche in ambito culturale. La nostra iniziativa qui espone alcuni progetti virtuosi di economia circolare che sono diventati arte attraverso la lente del fotografo Luca Locatelli che negli ultimi due anni ha viaggiato attraverso l’Europa su nostra commissione alla ricerca di storie emblematiche.”

Il presidente Francesco Profumo di Compagnia Sanpaolo evidenzia come il ruolo delle banche sia diverso da quello delle fondazioni: “la Banca fa credito, le fondazioni fanno filantropia”. Ecco allora che l’impronta del mecenate si riveste di quella del filantropo che promuove il benessere e la felicità sociale.

In questo caso l’operazione del mecenate e del filantropo si sono espresse in una mostra di grande valore che utilizza il potente linguaggio della fotografia per divulgare messaggi sulle soluzioni al cambiamento climatico e sulla circolarità.

Per la mostra “The Circle” è stato scelto Luca Locatelli un autore che ha vinto nel 2020 il primo premio del prestigioso World Press Photo nella sezione Environment Stories. La storia di Luca Locatelli parte da lontano: dall’Amazzonia, dall’ambientalismo, dall’idea di creare modelli di sviluppo sostenibile che potessero essere rispettosi della natura. “Mi sono imbattuto in questo lungo processo che dura da 15 anni: una sorta di giornalismo investigativo sulle soluzioni che si fonda su una mia reale passione. Sono iscritto a tutti i magazine possibili ed immaginabili, lavoro con gli scienziati, parlo con persone che mi fanno cadere addosso storie incredibili, ho una mappa piena di puntini di possibili soggetti da fotografare. Quando questa opportunità si è presentata ho voluto aumentare a livello fotografico il livello artistico. Perché avevo l’opportunità di farlo. Fino allora avevo lavorato per i media internazionali: National Geographic o il NYTimes. Qui stiamo parlando di arte, di un museo, di arte e informazioni. Ho percorso una strada sentendomi quasi un traduttore della scienza cercando di contribuire con il mio apporto artistico a tradurre la scienza delle soluzioni in un linguaggio attraente e magnetico che lo attragga verso le informazioni. Le mie foto vogliono essere un magnete che genera curiosità.

L’autore ha avuto al suo fianco un’abile curatrice Elisa Medde con una precisa visione curatoriale. “Un ruolo da traduttrice: Luca realizza le storie, ha realizzato le immagini, ha costruito una poetica e una narrativa e il mio compito è stato quello di trovare un modo per rendere fruibile e raccontabile questa narrativa al grande pubblico.”

Un tema complesso che Locatelli ha voluto affrontare con le immagini puntando l’attenzione sulla cultura del cambiamento. È significativa la sua consapevolezza sul fatto che “l’esercito silente delle innovazioni è confinato in report scientifici difficilmente leggibili che non riescono mai a bucare e ad entrare nella discussione. Credo sia importante lavorare sulla cultura del cambiamento come una delle innovazioni in atto, altrimenti le innovazioni quando arriveranno con le loro soluzioni non verranno capite in mancanza di strumenti culturali. Quello che sta succedendo qui è innovazione come tutti i soggetti che ho fotografato.”

Forse per affrontare un tema così delicato e complesso sarebbe meglio ridurre, sintetizzare, concentrare l’attenzione su poche ma significative storie affinché non si obblighi il visitatore a perdersi nelle innumerevoli letture, QR-code e messaggi diretti e trasversali. Forse. O forse l’eccesso di documentazione fa sì che avendo tanti esempi qualcosa nel pubblico rimanga e sia da stimolo a ricercare di più soprattutto chi ha più sensibilità, mezzi di informazione, facilità all’apprendimento. La comunicazione in ogni caso mi sembra chiara: il messaggio si rivolge in primo piano a chi opera nell’industria e ha un ruolo attivo nell’economia e ha relazioni con le banche grazie agli esempi virtuosi in mostra: circa 70 immagini in mostra e di grande formato, dieci paesi e ben 18 progetti. Ne cito alcuni come in Italia Larderello che nel 1911 divenne la sede della prima centrale geotermica al mondo e che nel tempo fu in grado di dimostrare come si può essere in grado di fornire energia in vaste zone. L’Italia ha un potenziale di energia geotermica estraibile e sfruttabile che si stima valga tra i 500 milioni e i 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente, vale a dire tra i 5800 e i 116.000 terawattora di energia, a fronte di un fabbisogno annuo di poco superiore ai 300 terawattora. Sempre in Italia si susseguono esempi di “riciclaggio tessile” – a Prato l’industria di riciclaggio della lana ha una lunga tradizione – e una startup torinese si occupa del recupero di scarti alimentari per l’allevamento di insetti destinati alla produzione di farine proteiche, oli proteici, fertilizzanti e chitina per l’industria agricola. Le immagini proseguono mostrando esempi sulla produzione di carta riciclata, sull’agricoltura subacquea, sul processo della fotosintesi che si verifica nelle piante, nelle alghe e in alcuni batteri, consentendo loro di convertire l’energia luminosa in energia chimica sotto forma di glucosio. E poi altri esempi con immagini scattate in Germania, Islanda, Francia, Romania, Austria, Svizzera, Spagna.

Ho difficoltà a raccontare anche solo una parte di questi esempi perché ognuno di essi merita un articolo; e allora come fare a rendere comprensibile un ambizioso progetto di fare cultura al grande pubblico, e soprattutto a coinvolgere studenti di tutte le età e persone che spesso hanno solamente la scuola dell’obbligo?

Una guida quella che ho avuto io. E sicuramente anche le tre infografiche dinamiche di Federica Fragapane sono un aiuto insieme alle cinque visualizzazioni statiche, affisse lungo il percorso di mostra.

La guida di Locatelli mi ha fatto scoprire che la geotermia, l’esempio di Larderello, è stata inventata in Italia e che l’Islanda ha saputo mettere a terra come processo di equilibrio naturale e la usano per farne un esempio di innovazione, di turismo e così via. E poi pesce secco per la Nigeria – proteine attraverso uno scarto. Una bellissima immagine della torre di raffreddamento di Larderello dove Luca Locatelli si è sdraiato a meno 60 gradi. Esempi di “simbiosi industriale”: come ad esempio ottenere la materia prima gratuitamente. Lo dimostra la spazzatura tessile che noi buttiamo via che in gran parte finisce in capannoni in Germania dove un centinaio di persone smistano vestiti da sera con etichetta, vestiti per bambini, accappatoi, calze, mutande e li distribuiscono anche in Africa.

Le immagini sono sorprendenti e il concetto di economia circolare sembra mettere in secondo piano l’arte di Locatelli. Ma per l’autore è già molto per lui essere presente in questa mostra con tutte immagini di esperienze positive e di possibili soluzioni. Questo è solamente l’inizio e Locatelli non vede l’ora di aggiungere nuove esperienze per far “circolare” la sua mostra.

Tanto, tantissimo: accordi, fondazioni, esempi europei, illustri operatori, tanto materiale, tanti testi, tanto. Mi limito a guardare e farmi rapire dalla luce di alcune immagini che catapultano dall’ interno museale all’aria aperta, alla luce vera, alla natura. La prof.ssa Claudia Sordini vice presidente Fondazione Cariplo opportunamente rinvia alla natura, quella, da cui nasce il concetto di ‘’ciclo’’ rilanciato da un grande ecologista nel libro Il cerchio da chiudere di Barry Commoner. “Le fondazioni filantropiche hanno offerto il contributo perché c’è una convergenza di pensieri: sostenibilità ambientale e per una ridistribuzione delle ricchezze il bisogno di una maggiore uguaglianza.”

Condividi

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Vuoi accedere agli eventi riservati?

Abbonati a soli 15€ per 365 giorni e ottieni più di ciò che immagini!

Se invece sei già iscritto ed hai la password, accedi da qui

Dimmi chi sei e ti dirò che workshop fa per te

Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
A causa di questa carenza io e i miei coetanei ci siamo dovuti spesso costruire una visione complementare come autori, designers, critici ed insegnanti e questo ci ha aiutato a costruire qualcosa di fondamentale e duraturo.
Per questo motivo con Cine Sud che vanta un’esperienza di oltre 40 anni nel settore della formazione, abbiamo pensato alla possibilità di offrire dei corsi “one to one”, costruiti sulla base delle esigenze individuali e in campi disparati, che vanno dalla tecnica alla ricerca di nuovi linguaggi in fotografia.
Dei corsi molto vicini a quelli che avremmo voluto avere nel passato, se ce ne fosse stata offerta l’opportunità e la parola opportunità non va sottovalutata, perché ha un peso e una sua valenza e non è spesso scontata.
Ognuno sarà libero di scegliere, sulla base dei nostri consigli, un autore o un tecnico, tra quelli offerti come docenti, e intraprendere un corso che gli offra quello di cui realmente ha bisogno e, eventualmente, ripetere questa esperienza in futuro.
Come quando si va da un eccellente sarto a scegliere con cura un vestito, adattandolo perfettamente al corpo, vogliamo fornirvi il corso che meglio si adatta alle vostre, singole e personali esigenze.
Niente nasce dal caso e per poter essere all’altezza di questo compito e potervi fornire un’offerta diversificata e soddisfacente, abbiamo pensato di sottoporvi un questionario tra il serio e lo scherzoso a cui vi preghiamo di rispondere.
Aiutateci a capire le vostre reali esigenze e chi abbiamo difronte, non ve ne pentirete.
Massimo Mastrorillo

Dimmi chi sei e ti dirò che workshop fa per te

Approfondiamo ! per i più intrepidi
X