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OSPITI

di Tiziana Bonomo

OSPITI

Una foto ricordo. Ecco cosa sembra. Forse lo è. Un omone con la testa tonda tanto quanto la montagna che si è chiaramente messo in posa con una piccola bambina, molto probabilmente la figlia, per una “bella fotografia”.

Chi è un abitante di qualche montagna o un turista? Lo sguardo forse poco sorridente ci dice qualche cosa di più?

 

Ebbene questa immagine fa parte di un progetto del fotografo torinese Gianni Oliva intitolato “Ospiti” con il sottotitolo “Beilòt, guest, hote, wageni” che propone la stessa parola del titolo riportata in lingue diverse, dall’inglese allo swahili (lingua bantu diffusa in gran parte dell’Africa). Ma cosa ha voluto fare Gianni Oliva con questa immagine, con questo progetto scattato a Mezzenile in Val di Lanzo in Piemonte?

Quando esisteva un procedura efficiente nei confronti dei migranti a Mezzenile l’associazione Ammi di mediatori interculturali ha gestito, dal 2016 al 2019,  la casa delle suore Immacolatine. Con nuove regole nuove legislazioni questa casa di accoglienza come tante altre in Italia è stata chiusa. Ciò che funzionava è stato soppresso.

Potete immaginare, quando sono arrivate una ventina di famiglie nigeriane a Mezzenile, come la quotidianità di un paese, come tanti, scandita da un ritmo regolare di vita, è stata ad un certo punto modificata con persone provenienti da lontani paesi africani, con tratti somatici, culture e tradizioni diverse. Donne, bambine, uomini, giovani accolti in attesa di un trasferimento per una destinazione definitiva.

Gianni Oliva ha iniziato a incontrarli in paese, a rendersi conto del senso di provvisorietà, di desiderio di futuro, di una nuova comunità, di isolamento, di difficoltà. Il suo istinto è stato quello di fare loro un regalo, il ricordo di un momento a Mezzenile, facile da portare con sé e da mostrare. Così è nata l’idea di fotografarli per donare a loro una fotografia. Nulla manca nello scatto così ben costruito, meditato e a lungo ricercato.

La montagna innevata fa da sfondo. Un divertente e gradevole contrasto tra il bianco della neve e quella pelle scura così ben disegnata. Un fondale naturale, ricco di forza che mai potrà svanire ma solamente lasciare spazio alla gente che camminerà in quella valle e che nelle fotografie di Gianni Oliva accentua il contrasto con le inusuali figure africane in posa davanti all’obiettivo. È un’operazione alla Malick Sidibé, non in studio ma all’aperto, non a Bamako ma a Mezzenile, non in bianco e nero ma a colori. In comune tra i due autori le generazioni di africani che continuano desiderose di farsi immortalare ben vestiti, in posa quasi a diventare emblema di una libertà, che nelle immagini di Sidibé era stata realmente conquistata e che in quelle di Oliva è la meta per la loro sopravvivenza.

Il fotografo non rinuncia alla passione per la spontaneità dei personaggi in posa e all’immediatezza dello sguardo che creano un contrasto magrittiano, surreale tra il luogo e l’essenza delle persone. In questa immagine come in tutte le altre del progetto vince la personalità dei soggetti africani, fuori contesto, inaspettata, senza che appaiano vittime e naufraghi di un viaggio lungo e faticoso. Vince il desiderio di essere belli con una vita apparentemente senza fatica. Sono loro che vincono. Gianni Oliva ha impiegato del tempo per trovare quel campo verde, quella vetta di montagna che ti spinge a guardare su, a mettere insieme parenti e amici per creare il set fuori dallo studio, a richiedere la liberatoria, a lasciare il tempo ai migranti per mettersi spontaneamente in posa. È andato e tornato diverse volte e alla fine la tentazione di una mostra, del coinvolgimento degli abitanti che accolgono, dei migranti che ricevono, delle paure e delle ansie, dei desideri e delle curiosità, di quanto si apprende e si conosce, di rendere omaggio a Mezzenile sotto l’influsso benefico della montagna… la tentazione ha vinto sui dubbi del fare bene o male, dell’interpretazione politica o culturale con un titolo “Ospiti” della montagna, ospiti di questo vasto, diverso mondo. La mostra avvenuta qualche anno fa meriterebbe di essere riproposta oggi in difesa della dignità e in ricordo di un bel dono.

E l’uomo nella fotografia con un tondo che riprende le curve della montagna così come lo sguardo profondo, silente come esige la montagna. Guardare, ascoltare in silenzio tentando di percepire ogni minima vibrazione della natura, della gente.

 

Didascalia @Gianni Oliva_Ospiti

 

 

Biografia Gianni Oliva

Gianni Oliva attualmente vive e lavora a Torino. Fotografo da sempre, ha iniziato con Beniamino Antonello che negli anni ‘80 lavorava con l’agenzia Armando Testa. Ha iniziato così anche Oliva a lavorare per campagne pubblicitarie, per prestigiosi marchi di società italiane e internazionali, per aziende, gallerie e per importanti riviste italiane e straniere.  Nel tempo il fascino di altri paesi e situazioni ha preso il sopravvento e lo sguardo di Gianni Oliva si è sempre più rivolte alle persone, alle donne, agli uomini con culture e storie antiche. Un mestiere, quello del fotografo che lo spinge a ricercare e a viaggiare in tutto il mondo. Dai maestri come Dorothea Lange, Jean Loup Sieff, Steve Mc Curry e Nachtwey apprende l’arte del ritratto e nel ritratto si concentra. Tante le immagini scattate in Lituania (anni 2008), in India (2014/15), in Patagonia (2017), a Cuba (2015) che hanno generato mostre ed esposizioni in gallerie e musei. Ritratti che rappresentano “la verità del momento”. Gianni Oliva è da scoprire leggendo nel colore inebriante delle sue immagini così come nel bianco e nero metafisico, quasi surreale di un mondo che fluttua nella ricerca perenne di una verità in continua mutazione. Nel 2015 è stato il vincitore di “Photissima art prize” con l’opera “Siauliai, la collina delle croci” ​, nel 2016/17 ha esposto in tre personali: ​ “Siauliai” evento organizzato in occasione di Photofestival a Milano e con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Lituana in Italia (spazio made4art Milano). ​”Displayed works” mostra realizzata per Artissima off a Torino. “Indian frames” evento realizzato con il patrocinio dell’ambasciata indiana nella repubblica italiana a Milano (spazio made4art) – Photofestival 2017. Vincitore del “Premio Odisseo, nato nel 2005 per iniziativa del Club Dirigenti Vendite e Marketing” nel 2020 e nel 2023.

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