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Paradisi

di Tiziana Bonomo

Ditemi voi cosa vi attrae di più: il mare, l’ordine di chi ha tutto sotto controllo, la pulizia, il fisico perfetto e asciutto dell’uomo da copertina di Vogue, le ombre delle palme sulla spiaggia, la vetrata interior design, la sensazione di sentirsi freschi nonostante il caldo, la stilosa posa dell’uomo che evidenzia un bacino da mille e una notte? Forse tutto insieme. Sì credo che tutto concorra, nonostante nulla ancora si sappia di questa immagine, a provare un senso di piacere per un lavoro che la maggior parte degli individui vorrebbe fare in quelle condizioni e in quel meraviglioso paradisiaco paesaggio. Fin qui nulla da capire l’immagine credo sia inequivocabile nel suo significato.Poi però scatta la curiosità su chi è l’uomo, che credo tutte le donne vorrebbero vedere anche frontalmente, cosa fa in quell’ufficio e in quale esatta parte del mondo si trova. L’ansia di sapere cresce per capire se la fotografia fa parte di un reportage di moda oppure di un progetto con altre finalità. 

La foto fa parte del progetto “The Heavens” di Paolo Woods e Gabriele Galimberti che è diventato un libro. Uno dei due autori, Paolo Woods, è stato protagonista alla Fondazione Mast a Bologna a maggio dello scorso anno, intervistato da Francesco Zanot per la serie ‘Artist Talk’.

Ho scoperto questo straordinario lavoro nel 2015 andando, come spesso mi capita, al festival dei Rencontres d’Arles. Sono rimasta a lungo al palazzo dell’Archevêché per quell’attrazione spontanea che ho sui progetti che mettono insieme immagini e parole. In quello spazio ero già stata catturata da questa fotografia. Immagine che fa parte di un vero e proprio lavoro di fotogiornalismo dove Paolo Woods e Gabriele Galimberti fotografano e Nicholas Shaxson scrive. Del giornalista inglese si sono spese poche parole seppure ritengo la sua, una voce fondamentale nel progetto. Una scelta molto ponderata da parte dei fotografi, come tutto il lavoro fatto, affinché le dichiarazioni scritte fossero una voce autorevole e prestigiosa. D’altronde Shaxson oltre ad aver collaborato con “The Economist”, “The Financial Times”, Reuters, Bbc…collabora anche con il Tax Justice Network, la rete globale che nel 2009 ha reso pubblica una “lista nera” dei paradisi fiscali (con Feltrinelli ha pubblicato Le isole del tesoro nel 2012). Penso che l’immagine contenga in sé l’enigma di una indagine esclusiva sui paradisi fiscali: da un lato l’azzurro intenso, la luce che esalta quel paesaggio che pochi possono permettersi, e dall’altro la parte più scura del tavolo, dell’interno dell’ufficio con carte e dossier chiusi se non un foglio apparentemente leggibile con un timbro e un post-it quasi a voler testimoniare la presenza di legalità. Azzurro paradiso grigio fiscale.Dichiara Paolo Woods “Lavoro di continua sollecitazione e complessità. Il punto d’inizio è il reportage. Lavoro su progetti lunghi, anche 5-6 anni. La fotografia assume forme diverse. Sono entrato molto tardi (circa 30 anni …. è tutto relativo) nella fotografia documentaria.” Nel 2010 inizia a vivere ad Haiti per un nuovo progetto e qualche anno dopo per una casuale dichiarazione di Galimberti si muove con lui verso le isole Cayman.  Haiti è il paese più povero delle Americhe, le isole Cayman il paese più ricco. Ombra e luce, luce e ombra. Sappiamo bene però, e la fotografia ce lo insegna, che non tutto quello che è in ombra è oscuro, è male e viceversa. “The Heavens” ce lo dimostra.Una premessa importante per capire l’immagine ed il lavoro è un’altra dichiarazione di Woods: “tutti i miei progetti hanno a che fare con qualcosa di poco fotografabile: una sfida che a me piace molto. Le isole Cayman è un paradiso fiscale. Con Galimberti ci siamo appassionati all’idea di che cosa è un paradiso fiscale che di fatto è un non luogo. Questo progetto ci ha portati per quasi due anni e mezzo in 13 paradisi fiscali in giro per il mondo cercando di raccontare posti dove non c’è niente da vedere”. Un lungo viaggio tra Delaware, Singapore, Panama, Cayman, ma anche Londra, Amsterdam, Hong Kong, Lussemburgo, Jersey, Guernesey e le fantomatiche Isole Vergini Britanniche, le Cayman, i Paesi Bassi.“I paradisi fiscali non sono posti dove la gente porta i soldi come nei film di James Bond … con la valigetta ma sono dei soldi che sono dentro a dei numeri: 010002000…Sono una scusa, una invenzione per oleare l’industria finanziaria. Quello che non viene detto dei paradisi fiscali è che la maggior parte di ciò che avviene da loro è completamente legale. È un sistema complesso e barocco che permette soprattutto a compagnie (società) ma anche a privati di fare ciò che si chiama: l’ottimizzazione fiscale.”

Un progetto da leggere in tutti i sensi esattamente come lo hanno impostato loro: foto e parole. “In un lavoro del genere è estremamente importante trovare una maniera di tradurre concetti complessi in immagini. Quando abbiamo iniziato questa storia con Gabriele ci siamo detti: come la fotografiamo? La fotografiamo come se fosse una bella brochure elegante che usano le banche con belle foto patinate. Abbiamo lavorato con un banco ottico, una macchina di un grande formato che ha un dettaglio particolare e poi abbiamo fatto ricerca e letto tantissimo per capire le cose.”

Che meraviglia! Esaltante sapere di fotografi che approfondiscono, non lasciano nulla al caso, leggono, indagano e poi fotografano. Il tema dei paradisi fiscali però non vorrei assorbisse la valutazione sulle loro fotografie! Paolo Woods e Gabriele Galimberti sono dei grandi fotografi e questa foto ne è una minuta dimostrazione. Dentro è racchiusa tutta la capacità di saper vedere, di riuscire a coniugare l’enigma con un’apparente verità, di far esplodere il colore con equilibrio, di usare un linguaggio deciso, spettacolare, di appropriarsi di un’estetica che incuriosisce e seduce. D’altronde non dimentichiamoci che anche Galimberti è un fotografo documentarista noto soprattutto per il suo lavoro con National Geographic e lo sviluppo di The Ameriguns, con cui ha vinto il World Press Photo 2021.Il libro “The Heavens” è un altro esempio di curatela contemporanea che mette insieme testi e immagini con il garbo e la convinzione che sebbene la foto sia il primo elemento da guardare il testo acquista la stessa rilevanza. È questo l’aspetto dei paradisi fiscali? Dal Delaware al Jersey, dalle British Virgin Islands alla City of London, Paolo Woods e Gabriele Galimberti ci fanno scoprire un mondo segreto molto diverso da quello che solitamente ci piace immaginare. Un mondo pericolosamente immateriale che ci mostra il lungo braccio dell’economia odierna: il suo rapporto con la morale, il conflitto tra pubblico e privato, tra gli stati e le companies e soprattutto tra chi ha e chi non ha. Shaxson nel libro dichiara: “Riassumendo, un paradiso fiscale è un luogo in cui puoi collocare la tua ricchezza per evitare le regole che prevalgono nel tuo luogo di residenza. Questi possono essere leggi fiscali o penali o requisiti di trasparenza e divulgazione, o regolamenti finanziari, qualunque cosa. II termine paradiso fiscale non è del tutto appropriato: non è solo una questione fiscale.” Molti poi forse non sanno che Paolo Woods insieme a Edoardo Delille e Gabriele Galimberti fanno parte del collettivo italo-svizzero ‘Riverboom’ fondato nel 2002 sulle rive del fiume Boom, in Afghanistan.Un piccolo grande paradiso quello dei Riverboomers: fotografi, registi, grafici, giornalisti e scrittori. Un’altra differente storia paradisiaca.

Paolo Woods

Biografia

È un fotografo documentarista, regista e curatore. Nato nel 1970, ha origini canadesi e olandesi. Cresciuto in Italia, ha vissuto a Parigi e a Haiti e ora risiede a Firenze. Paolo si dedica a progetti a lungo termine che affrontano questioni cruciali per comprendere il mondo in cui viviamo, che uniscono la fotografia al giornalismo investigativo. È autore di otto libri. Nel 2003 ha pubblicato Monde brut (Un mondo crudele) che affronta il tema dell’industria petrolifera per capire cosa è il petrolio, in collaborazione con il noto scrittore Serge Michel. È il frutto di un lavoro sul campo in 12 Paesi tra cui Angola, Russia, Kazakistan, Texas e Iraq. Nel 2004 ha pubblicato American Chaos, un dettagliato reportage sul fallimentare intervento militare occidentale in Afghanistan e in Iraq. Fra il 2007 e il 2008 il libro Chinafrica documenta la spettacolare ascesa dei cinesi in Africa è realizzato anch’esso con Serge Michel. Pubblicato in Francia e tradotto in undici lingue il libro viene considerato uno dei più completi esempi di ricerca su questo fenomeno, oltre a essere un incontro perfetto fra arte e fotografia documentaria. Nel 2010 ha completato il progetto Walk on my Eyes, un ritratto intimo della società iraniana, sul complesso della società iraniana. Il libro è stato pubblicato in francese, tedesco, spagnolo e persiano. Nel 2010 Woods si è trasferito a Haiti poco dopo il terremoto e nel 2013 ha pubblicato State sulle trasformazioni di una società quando lo stato collassa e il libro Pepe, entrambi in collaborazione con lo scrittore Arnaud Robert. Insieme al fotografo Gabriele Galimberti ha lavorato per tre anni al progetto The Heavens, la prima indagine fotografica sul fenomeno dei paradisi fiscali. Recente il lavoro Happy Pills che consiste in un film, un libro e una mostra itinerante. Il progetto è un viaggio nel mondo dell’industria farmaceutica che vende alle persone l’illusione della felicità offrendo soluzioni facili a problemi dalle radici profonde. Il suo lavoro è stato ampiamente esposto in mostre personali e collettive in tutto il mondo ed è presente in collezioni private e pubbliche. Collabora con importanti pubblicazioni internazionali e ha ricevuto numerosi premi, tra cui due World Press Photo Awards. Dal 2022 è il direttore artistico del festival di fotografia Cortona On The Move. 

Gabriele Galimberti

Biografia

Nato nel 1977 è un fotografo e giornalista che vive spesso in aereo e a volte in Val di Chiana (Toscana), dove è nato e cresciuto. Negli ultimi anni si è dedicato a progetti documentari a lungo termine che l’hanno portato a visitare oltre 60 Paesi. Questi progetti si sono trasformati in libri come Toy Stories, pubblicato da Abrams Books nel marzo 2014 In Her Kitchen e My Couch Is Your Couch, usciti entrambi con Random House e The Heavens rispettivamente nel novembre 2014 e nel settembre 2015. Galimberti racconta con il suo stile inconfondibile le storie delle persone incontrate, attraverso delle serie di ritratti che oscillano costantemente tra l’universale e le specifiche particolarità di ogni luogo. I social media, in tutte le loro varianti, svolgono un ruolo fondamentale quando si tratta di entrare in contatto con i soggetti e nei processi di ricerca e produzione delle immagini. Alcune cose però sono cambiate quando sono state presentate le foto che ha realizzato per la campagna pubblicitaria dedicata alla linea Holiday di Balenciaga, ispirate al suo lavoro più famoso, Toy Stories, in cui ha ritratto bambini in tutto il mondo circondati dai loro giocattoli.  Galimberti ha acquisito fama internazionale all’interno di eventi come il Festival Images a Vevey in Svizzera, Le Rencontres de la Photographie d’ Arles in Francia e il V&A Museum di Londra. È attualmente in giro per il mondo, e continua a lavorare sia per progetti singoli e collettivi, sia per riviste e giornali internazionali.

©Paolo Woods e Gabriele Galimberti    Foto tratta dal libro “Les Paradis. Rapport Annuel”, 2015, @Delpire Éditeur M. Neil M. Smith, Segretario delle finanze delle Isole Vergini britanniche, nel suo ufficio a Road Town sull’isola di Tortola. Queste isole sono uno dei centri dei servizi finanziari ‘offshore’ più importanti al mondo e leader mondiale nella registrazione delle società. Qui hanno sede più di un milione di imprese, per una popolazione di soli 28.000 abitanti. Le isole Vergini britanniche sono il secondo investitore diretto in Cina, subito dopo Hong Kong.  Isole Vergini britanniche

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