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Una piccola mostra preziosa

di Tiziana Bonomo

© Galleria Bertola 1956 – Monte Lera – Sopra Usseglio anno 1910 ca. / DATA DI STAMPA: 19.06.2022 DIM: 23x23 CARTA: BERGGER COT 320 - PREUMID 70% PENNELLO: RICHESON 3 Inches Standard Brush SOLUZIONE: Palladio/NA2 Sodium Hexachloroplatinate (10%) 6% SVILUPPO: Ammonio Citrato

In questi giorni frenetici di grandi eventi di altissima qualità dedicati all’Arte mi ha incuriosito e favorevolmente impressionato una piccola preziosa mostra di fotografia “Vedute delle Alpi Occidentali”, all’interno di APART art and antiques fair la fiera organizzata dall’Associazione Piemontesi Antiquari alla Promotrice delle Belle Arti in Torino. Per capire bene di cosa si tratta è necessario partire dall’intuizione di Simone Mattiello, antiquario della galleria Bertola, che decide di acquisire, nel 2018, un fondo di circa 1500 immagini stereoscopiche su lastra di vetro del primo ventennio del Novecento. Cosa rende interessante questa esposizione, oltre naturalmente alle immagini, è il lungo percorso che Simone Mattiello ha compiuto per arrivare a realizzare questa “piccola mostra” così come la chiama lui. Ritengo che la passione per la montagna e per la pittura dell’800 abbia spinto il gallerista a vedere attraverso la macchina fotografica stereoscopica la bellezza di un mondo fatto di neve, abiti lunghi, re e regine, nature ormai inesistenti, scene al limite del pittorico – la pittura una materia che destreggia con grande abilità. Da lì è stato un attimo: il senso di possesso che appartiene a chi ha la collezione nel sangue così come l’indole dell’abile gallerista. Ma come riuscire a realizzare la selezione e soprattutto la stampa delle immagini? Dopo innumerevoli fallimentari tentativi l’incontro fortunato con due esperti della fotografia: Ernani Orcorte che le ha digitalizzate e Massimo Badolato che le ha stampate. Due piemontesi un po’ riservati, al limite della ritrosia, professionisti tenaci, fotografi ma che lavorano con la fotografia da lungo tempo e da molto coinvolti in operazioni di grande prestigio. Trattare un’immagine stereoscopica e riuscire a farla vedere come se fosse stata scattata da una macchina fotografica analogica di ultima generazione non è impresa da poco. Due elementi sono fondamentali: conoscere la storia e conoscere assai bene le tecniche di stampa da quando è nata la fotografia.

© Galleria Bertola 1956 – A Usseglio anno 1910 ca. / DATA DI STAMPA: 04.08.2022 DIM: 23x23 CARTA: BERGGER COT 320 - PREUMID 70% PENNELLO: RICHESON 3 Inches Standard Brush SOLUZIONE: Palladio/NA2 Sodium Hexachloroplatinate (10%) 6% SVILUPPO: Sodio Acetato

In questo caso è stato fondamentale l’intervento di Massimo Badolato con l’antica e preziosa tecnica della palladiotipia. Palladio? Platinotipia? Parole ormai desuete ma che hanno una fascinazione dovuta al riconoscimento di un pezzo di storia della fotografia che sa restituire il valore ai tanti progetti fotografici che altrimenti sarebbero dimenticati. Seppur è vero che guardare le immagini con la vera macchina stereoscopica, i panorami, le vedute, le persone, prendono vita come per magia, è pur vero che saper stampare per consentire di guardare con maggiore facilità un tale patrimonio artistico appartiene a pochi. Ecco allora che grazie a Badolato i dettagli inimmaginabili, con la mirabilia di tutte le sfumature del bianco e nero, tornano alla memoria. Come afferma Badolato “ottenere un buon negativo analogico, infatti, richiede applicazione ed esperienza quanto ne richiede un uso “misurato” dei software per il digitale”. Il lavoro, come si suol dire, di squadra ha dato frutti eccellenti. Sono state selezionate, per il momento 24 immagini, che raccontano un curioso ed intrigante pezzo di storia delle Alpi Occidentali, mettendo in evidenza la meraviglia e il rispetto con cui i primi viaggiatori si sono avvicinati all’ambiente alpino e non solo! Le fotografie mostrano anche altri personaggi che vivono quelle montagne: l’esercito, i primi veri sciatori come Adolfo Kind, le guide come Edoardo Sibille, gli alpinisti di ogni estrazione fino alla regina Margherita di Savoia, la vita nei villaggi, le popolazioni di allora con le loro usanze e i loro costumi.

© Galleria Bertola 1956 – Ciamarella Cresta Est anno 1910 ca. / DATA DI STAMPA: 03.09.2022 DIM: 23x23 CARTA: BERGGER COT 320 - PREUMID 70% PENNELLO: RICHESON 3 Inches Standard Brush SOLUZIONE: Palladio/NA2 Sodium Hexachloroplatinate (10%) 6% SVILUPPO: Potassio Ossalato
© Galleria Bertola 1956 – Valle Stretta dal Col du Chardonnet anno 1910 ca. / DATA DI STAMPA: 22.06.2022 DIM: 23x23 CARTA: BERGGER COT 320 - PREUMID 70% PENNELLO: RICHESON 3 Inches Standard Brush SOLUZIONE: Palladio/NA2 Sodium Hexachloroplatinate (10%) 6% SVILUPPO: Potassio Ossalato

Questo fondo va ad aggiungersi alle altre opere fotografiche di famosi autori piemontesi che in questa regione e non solo tutti conoscono. Il pregio però nel guardare e scoprire queste immagini, in questi giorni compulsivi, è stato quello di fermarsi un attimo, sospendere il susseguirsi incessante di tanti diversificati linguaggi artistici. Guardare così come si ascoltano le storie delle nonne con quel senso di antico che piace perché riaffiorano le nostre radici, gli sforzi piccoli e grandi per conquistare metri di arrampicata, la vita fatta di piccole cose dai sapori che risvegliano l’acquolina alla bocca e le pose che inducono alla preghiera, alla natura che chiede rispetto. Ebbene tutto questo è saper apprezzare ancora di più oggi la nostra arte, la nostra contemporaneità che senza il precedente fare oggi non esisterebbe così magnifica com’è. Potrebbe questa storia ricordare un pò quella di Vivian Meier e ne auguro naturalmente lo stesso successo così come auguro il riconoscimento e il recupero di tecniche che sembrano comunque intrigare anche i giovani che sempre più recuperano l’analogico e quel piacere orgasmico della carta stampata che per me non ha paragoni con nessuna altra tecnica, per quanto necessaria all’evoluzione della storia fotografica.

© Galleria Bertola 1956 – Ricovero sul Monte Tabor anno 1910 ca. / DATA DI STAMPA: 22.06.2022 DIM: 23x23 CARTA: BERGGER COT 320 - PREUMID 70% PENNELLO: RICHESON 3 Inches Standard Brush SOLUZIONE: Palladio/NA2 Sodium Hexachloroplatinate (10%) 6% SVILUPPO: Potassio Ossalato
© Galleria Bertola 1956 – Sua Maestà la Regina Margherita sulla piazza di Gressoney-Saint-Jean anno 1905 ca. / DATA DI STAMPA: 08.09.2022 DIM: 23x23 CARTA: BERGGER COT 320 - PREUMID 70% PENNELLO: RICHESON 3 Inches Standard Brush SOLUZIONE: Palladio/NA2 Sodium Hexachloroplatinate (10%) 6% SVILUPPO: Potassio Ossalato

STEREOSCOPIA

“La stereoscopia è una tecnica di realizzazione e visione di fotografie (nel mio caso) ma anche di disegni e immagini, che trasmettono una illusione di tridimensionalità, analoga a quella generata dalla visione binoculare del sistema visivo umano. I campi di impiego della stereoscopia trovano applicazione nel cinema, nello studio scientifico e all’intrattenimento ed innumerevoli altri campi “(fonte fuorifuoco.it).

“È del 1852 l’invenzione della fotocamera binoculare (anche conosciuta come fotocamera stereoscopica o stereo camera), per opera di J.B. Dancer, un ottico di Manchester. La fotocamera stereoscopica è un particolare tipo di fotocamera dotata di due obiettivi paralleli, posti alla medesima distanza degli occhi umani (6,35 cm). Questo permette alla fotocamera di simulare la visione binoculare e quindi di creare immagini tridimensionali, visualizzabili successivamente con i più disparati sistemi stereoscopici “ (fonte Wikipedia). 

 

STAMPA AL PLATINO PALLADIO E MASSIMO BADOLATO

“La stampa al platino-palladio è un procedimento fotografico monocromatico in grado di restituire la più ampia gamma di toni. A differenza del tradizionale sistema all’argento, in cui l’argento viene depositato all’interno di uno strato di gelatina o albumina, il platino è steso direttamente sulla superficie della carta. L’immagine finale, privata dell’emulsione di gelatina, risulterà quindi opaca e formata dal deposito di platino (ed eventualmente palladio che è l’altro elemento usato in questo processo) gradualmente assorbito dalla carta. Questa tecnica è considerata il punto di arrivo qualitativo nella stampa fotografica in bianco e nero “ (fonte: fotografiaartistica.it).

Dagli anni Settanta la fotografia ha accompagnato Massimo Badolato dall’era analogica a quella digitale. Dalla stampa argentica del primo periodo è passato negli ultimi anni esclusivamente a quella ai sali di platino e di palladio. Badolato utilizza la tecnica al platino – palladio rigorosamente con carte di puro cotone, anche artigianali, pennelli e miscele di sali, per conferire ai suoi soggetti gamma tonale, durevolezza e ricchezza pittorica, difficilmente raggiungibili con altri strumenti. Luce, temperatura, umidità, pennelli, trama della carta e grado di acidità, percentuali di miscela delle soluzioni e loro tempo di maturazione – tutti fattori non facili da dosare fra loro – condizionano le sfumature dei grigi, le tonalità dei neri e la resa cromatica della stampa finale.

Forse, è proprio la loro imprecisione a renderle attraenti, la loro artigianalità che in qualche modo le rende più prossime a un’idea pittorica che fotografica, per come viene intesa la fotografia in tempi recenti: precisa, dettagliata, con neri assoluti e bianchi squillanti.

Ma è l’unicità della stampa così ottenuta a farne apprezzare i risultati, mai uguali, sempre legati a un determinato, preciso e irripetibile momento e a una serie infinita di variabili e combinazioni.

 

 

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