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Rinascita

di Tiziana Bonomo

Chi ha visto la mostra a Torino nel 2019 di questi due incredibili fotografi conosce l’immagine e il suo significato ma per molti potrebbe essere la prima volta. Allora guardiamola con attenzione e chiediamoci chi è quell’uomo ma soprattutto cosa sta muovendo? Cosa ha tra le mani e perché quei lembi di tessuto volano in alto verso un cielo pronto ad accogliere il tramonto del sole? Sembra un invito ad ammirare la leggerezza e i colori di elementi che intrecciano natura e artificio. Questa immagine non rimanda un pò a quella di Jeff Wall: “Un’improvvisa folata di vento” a sua volta ripresa da un’opera di Hokusai?

 

Sveliamo questi talentuosi fotografi: Tiziana e Gianni Baldizzone che avevano usato questa fotografia come icona alla mostra realizzata a Torino e intitolata: “TRANSMISSIONS People-to-people”. Un progetto fotografico a medio-lungo termine sulla trasmissione del sapere e sulla relazione maestro-allievo. Un progetto mai finito in continua evoluzione, Tiziana e Gianni Baldizzone s’interrogano sul ruolo e sulla funzione della trasmissione del sapere tradizionale nelle società contemporanee e sulle motivazioni di quelle persone, portatrici di conoscenze ancestrali o di competenze particolari, che fanno della trasmissione una missione…Chi sono? Perché trasmettono? Come lo fanno? E qual è il legame che crea quello scambio così speciale che costituisce l’atto di trasmettere un sapere?  Sono stati proprio questi interrogativi il punto di partenza del progetto “TRANSMISSIONS People-to-people”. Una ricerca fotografica focalizzata non (solo) sui saperi e sulle tecniche, ma soprattutto sulle persone che le trasmettono e quelle che le ricevono. “Quello che ci interessa cogliere – dicono – è il rapporto umano, il vivere insieme, il dialogo maestro-allievo per mostrare la condivisione e i legami generati dall’atto di trasmissione: intergenerazionali, interculturali, interprofessionali …”.

Di questa trasmissione ne sentiamo oggi più che mai una impellente necessità di Rinascita per ritrovare nelle diverse culture del mondo la sapienza, l’arte, la bellezza. Un ri-nascere per i giovani assettati di conoscenza, di storie, di sapere affinché a loro volta possano costruire, prendendo dal passato, una nuova modernità quella che guarda al futuro.

Che meraviglia quei tessuti che volano composti in sequenza e che Aboubakar rimira sorpreso. I tessuti sono opera della sua mano, della sua volontà, del suo desiderio di imprimere segni indelebili di capacità nel saper fare, nella bellezza.

Nell’immagine Aboubakar Fofana, tintore con l’indaco, textile designer, artista contemporaneo del Mali. Nell’immagine si vede la palette di tonalità di blu da lui creati con questo prodotto naturale. “Questo non è lo scatto che i fotografi avevano originariamente prefigurato per restituire l’immagine della capacità di un maestro tintore di riprodurre con l’indaco tutte le tonalità del cielo. Durante l’installazione sulla riva del fiume Niger dei sostegni per le sciarpe che dovevano comporre la scenografia, un fortissimo vento scompigliò lo shooting cambiando lo scenario e offrendo ai fotografi, pronti a coglierla, un’immagine ancor più significativa. La fortuna a volte aiuta i fotografi, ma una buona fotografia non è mai uno scatto a caso.”

La storia di Aboubakar Fofana è sorprendente: “Sono nato in Mali. All’età di 7 anni, sentii una donna raccontare come con le foglie verdi dell’indaco si poteva tingere di blu una stoffa e ne rimasi colpito. Verso i 12 anni, mia madre mi mandò in Francia per ricevere un’istruzione. Sono stato un adolescente tormentato dal conflitto d’identità e di valori tra due culture. Mi cercavo; mi sono ritrovato. Dapprima nella calligrafia, poi nell’indaco. La calligrafia mi ha offerto l’opportunità di riallacciare con l’Africa, la mia terra d’origine. L’incontro con il maestro Akiyama in Giappone mi ha permesso di approfondire le tecniche della tintura con l’indaco, un sapere antico del mio paese. Salvaguardare l’indaco, conservare una memoria perduta dell’Africa Occidentale, trasmettere ai miei figli come fare l’indaco nel modo in cui lo si faceva cinquemila anni fa: questa è diventata la mia ossessione e il mio progetto di vita”.

La parola trasmettere suona lontana nel tempo, una melodia “tra | smét | te | re” che richiede tempo per recepirne tutto il suo valore. Improvviso il desiderio di tornare sui banchi di scuola e recuperare quel latino tanto odiato che oggi sarebbe magnifico tutti noi conoscessimo. E proprio dal latino transmittĕre, composto da trans- ossia “al di là, attraverso” e da mittĕre ovvero “mandare. Mandare al di là ma, cosa?

La conoscenza! Il sapere! Quello che non si trova nei libri che si matura con l’esperienza della vita e che si tramanda nel tempo per non dimenticare il lungo apprendimento dell’uomo. Il tempo che magistralmente hanno saputo dedicare due grandi maestri della fotografia Tiziana&Gianni Baldizzone al lungo percorso che un allievo, un novizio necessita di fare prima di arrivare a praticare il sapere. Mandare al di là il seme necessario a far nascere una nuova competenza per raccogliere il sapere del maestro, di chi è esperto e allo stesso tempo per generare nuovi inserti, nuove capacità.

Tiziana&Gianni Baldizzone, curiosi dell’uomo, della sua energia e della sua complessità hanno a lungo viaggiato in paesi orientali e in paesi europei per cogliere quelle situazioni in cui il passaggio del sapere avviene grazie all’insegnamento di un maestro. La conquista della conoscenza non termina mai e la storia che si cela dietro alla fotografia di Aboubakar Fofana lo testimonia.

Le storie che Tiziana e Gianni hanno cercato, inseguito, ripreso sono tante e sembrano favole. Come questa del maestro Aboubakar Fofana una storia che vola in alto, rilascia particelle della sua anima in quel gesto proteso a confrontare i colori dell’indaco con i colori del cielo, incantato dalla luce del tramonto come ringraziando un dio che ci ha donato tanta meraviglia.

 

Didascalia © Tiziana e Gianni Baldizzone, Aboubakar Fofana, artista, maestro dell’indaco, Mali 2011

 

Tiziana e Gianni Baldizzone

Biografia

Si sono incontrati in Madagascar nel 1977. Come molti fotografi della loro generazione, si sono formati alla fotografia attraverso il lavoro sul campo e la collaborazione con riviste italiane e internazionali tra cui Airone, GEO, Grands Reportages, L’Espresso, DRepubblica, Meridiani, Le Figaro Magazine.  Nel 1986, a seguito di un reportage sugli aborigeni dell’Orissa, decidono di lanciarsi in un lavoro di durata sugli Adivasi (le “scheduled tribes” dell’India) che segna l’inizio della ricerca fotografica sulla condizione umana che, da allora, orienta la loro fotografia. Da oltre 30 anni si impegnano in progetti fotografici pluriennali su temi specifici che hanno dato luogo a libri ed esposizioni itineranti in Europa, USA e Giappone: come Esprit Nomade (2005/2009), presentato nel 2010 dal senato francese ai giardini del Lussemburgo a Parigi e come il progetto Transmissions (2011/2019). Entrambi fotografi, lavorano in coppia e firmano congiuntamente le loro opere. La loro carriera fotografica si è costruita e consolidata nel reportage di scoperta umanista a lungo termine, nel mondo intero. Questa visione umanista fondata sull’osservazione delle vite quotidiane, si è evoluta a partire dagli anni 2000, da un approccio documentario a una ricerca fotografica che li porta ad esplorare temi e concetti intellettuali come il nostro rapporto con l’Altro e con l’ambiente, la diversità culturale o ancora la trasmissione del sapere.

Al loro attivo, 25 libri pubblicati in Francia, in Italia e all’estero da grandi editori tra i quali Les Editions du Chene (Hachette), Flammarion, Les Editions de la Martinière, Seuil, Thames&Hudson, Stewart Tabori&Chang, Frederking&Thaler, 5Continents. Sono stati consulenti del PEM Peabody Essex Museum di Boston per la mostra Wedded Bliss, The Marriage of Art and Ceremony alla quale hanno partecipato con una serie di opere fotografiche e un saggio. Nel 2006, con la loro esposizione I Segni del Corpo, l’espressività umana in 80 scatti, sono stati gli ideatori della prima mostra di fotografia in esterni presentata a Torino (piazza San Carlo). Il lavoro “Transmissions, people-to-people” è stato esposto nel 2014 a Milano, alla Pinacoteca di Brera e poi nel 2016 a Tokyo al Chanel Nexus Hall, a Parigi e nel 2019 a Torino al Museo Nazionale del Risorgimento.

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