Sarà vera questa immagine? Nel senso è uno scatto reale o un’invenzione dell’intelligenza artificiale? Forse se non fosse iniziato l’incubo di imbattersi in qualche macchinosa perversa immagine, costruita a regola d’ arte, la domanda non ce la saremmo posta. È pur vero che il titolo “Omaggio a De Chirico” conferma l’intenzione del fotografo di proiettarci in un’atmosfera metafisica. Cerchiamo allora di capire come è stato realizzato questo scatto.
Questa immagine rarefatta è di Candido Baldacchino un fotografo nato a Torino e che vive ancora qui. Nel 2019 è stato insignito da una meritata onorificenza IFI (Insigne fotografo italiano) dalla Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Ammetto, pur essendo di Torino, che Baldacchino è un di quei fotografi del territorio che ho scoperto nell’organizzazione e curatela della mostra “FOTOGRAFI A TORINO” del 2021 dove insieme a Gianni Oliva abbiamo raccolto 100 fotografi ed esposto una immagine per ognuno. Durante la folle preparazione sono emerse storie e racconti di professionisti realmente interessanti e intriganti. Candido Baldacchino rientra in una di queste avvincenti conoscenze. Lui ha cominciato a fotografare come molti, un tempo. Reflex, kodachrome e la ricerca ossessiva della qualità: massima definizione, immagini pulite, rispetto delle regole. Tutti strumenti che continua ad utilizzare per i suoi lavori professionali sennonché un giorno, nel 1996, per le sue sperimentazioni e per la sua fotografia di ricerca ha incontrato Holga! Una macchina fotografica inventata attorno al 1982 dai russi per i Cinesi; aveva all’epoca un costo bassissimo, un dollaro, per consentirne la diffusione. Una macchina interamente in plastica, compresa la lente. Presenta imperfezioni nella costruzione, però si tratta di difetti che nel tempo sono diventati un punto di forza nel riuscire, se uno diventa abile ad usarla, a realizzare immagini evocative di un’atmosfera onirica.
Esattamente come la fotografia “metafisica” che emerge dal dizionario Treccani “Pittura metafisica (e non fotografia .…) come tendenza artistica sviluppatasi tra il 1910 e il 1920, soprattutto per opera di G. De Chirico (1888-1978), il quale, influenzato dalle teorie artistiche di A. Böcklin e dalle dottrine filosofiche di A. Schopenhauer, fu iniziatore e teorico di un’arte volta a creare suggestioni fantastiche e oniriche con l’accostamento in modo apparentemente irrazionale e inspiegabile di oggetti disparati (manichini e statue solitarie in uno spazio costruito secondo le regole della prospettiva quattrocentesca, ombre nitide in piazze deserte, in un’atmosfera di statica attesa…).” Inspiegabile infatti come la fotografia fatta con la Holga, la toy camera più famosa al mondo, riesca a suscitare atmosfere senza confini se non quelli del nostro io più nascosto.
Con Holga, per Baldacchino, il modo di fare ricerca prese una nuova direzione, con una macchina di plastica, da pochi soldi che rilascia scatti” sporchi, slabbrati, vignettati, talvolta sovraimpressi, sfocati” ma veri. In alcuni casi potrebbero essere i clic di un cellulare e infatti Baldacchino alterna talvolta all’obiettivo della Holga quello di un telefonino Panasonic. Anni fa il “Centro Di Sarro”, nell’ambito del Circuito di Fotografia – Festival internazionale di Roma, aveva presentato la mostra Vacatio. Sospensione, assenza, mancanza di norme, incertezza, insicurezza. All’interno della mostra la presenza di Yannick Vigouroux – amico di Baldacchino – che dopo gli studi nel 1993 alla scuola superiore di fotografia di Arles diventa fotografo, critico d’arte occupandosi di “conservazione e valorizzazione” delle collezioni fotografiche di donazioni fatte allo Stato francese. Proprio Vigouroux nel 2005 crea in Francia il collettivo – poco conosciuto – chiamato Foto Povera che raccoglie fotografi, che come lui, hanno un amore incondizionato per la vecchia fotografia la “photographie ancienne”. Nel 2005 ha pubblicato il libro con Jean-Marie Balner Les pratiques pauvres: l’adattamento di una tesi che si intitolava “Les practices archaïsantes dans la photographie contemporaine (pratiche arcaiche nella fotografia contemporanea)”, sul foro stenopeico, sulle pratiche alternative. Yannick Vigouroux colleziona foto “anonime” che spesso hanno solamente una data. “Anche questo –come dice lui – è un legame evidente con l’attuale Foto Povera.”
D’altronde ho poi scoperto che molti altri hanno usato Holga o macchine fotografiche “povere”. La fotografia, ad esempio, di Kenna si concentra sui paesaggi insoliti. Dal 1986 ha iniziato ad usare principalmente una Hasselblad e le fotocamere Holga. Questo spiega sia per lui sia per Baldacchino il formato quadrato della maggior parte delle loro fotografie.Un lavoro ispiratore per molti fotografi di questa “corrente” è quello del famoso Bernard Plossu. La maggior parte delle sue immagini forniscono solo delle tracce. Una ricerca del momento semplice, non decisivo, che si pone in contrapposizione all’ideale di Henri Cartier-Bresson. Plossu ha quasi sempre scattato in bianco e nero, con una fotocamera Nikkormat e una lente da 50 mm. Ecco allora che parole come “metafisica” “insolito” – che accomunano alcuni artisti della fotografia – ricorrono sempre più a definire quella sensazione di sogno, malinconia, assenza che percepiamo guardando ad esempio la fotografia di Baldacchino.
Sguardo in movimento continuo che camminando, per città strade paesi periferie, ha dato vita a immagini che evidenziano i piccoli elementi, dando risalto ad un paesaggio quasi invisibile. Candido Baldacchino è riuscito a trovare la Holga su internet nel 1993 su un sito americano ed all’acquisto presentava solo la cornicetta interna modificata, consentendo di avere una immagine più pulita. Talvolta la usa aprendo il dorso della macchina con la luce che arriva in tale modo sulla pellicola che brucia parzialmente la foto, con un effetto visivo dell’immagine interessante.
Da quell’anno del ’90 Holga è diventata la compagna di avventure di Candido: una sorta di feticcio che lo accompagna alla ricerca del suo sogno senza confini, di un infinito orizzonte. A noi scoprirne il mistero e lasciarci cullare in quella parte di io desiderosa di metafisica.
Didascalia: ©Candido Baldacchino, Omaggio a De Chirico
Candido Baldacchino
Biografia
Sono nato a Torino, dove tutt’ora vivo. Ho collaborato con diverse case editrici; miei portfoli sono stati pubblicati da riviste fotografiche quali Gente di Fotografia, Photo Italia, Reflex, Fotocult, Fotografare, Réponses Photo, Il Fotografo ecc. Mi è stato chiesto di tenere dei workshop; tra i più importanti: Holga mon Amour, sponsorizzato da PH Libero, agenzia fotografica di Torino, con la quale collaboro ancora. Le mostre finora allestite in location prestigiose, sono state per me una fonte di grande soddisfazione.
Per citarne alcune: Giovani Fotografi Italiani: Milano, Modena 1992; Diaframma-Kodak Cultura, Milano 1993; Galleria Lanterna Magica, Palermo 2008; Open Gallery, Atlanta 2009; Art Code allo Stattbad di Berlino 2009; Confini 08: Firenze, Torino, Roma, Genova, Milano, Palermo, Trieste 2010/2011; Foto Pauvre: Rambouillet-Parigi 2010; Mia Fair, Milano dal 2013 ad oggi; Mia&D Singapore 2014; Start Art Fair Saatchi Gallery, Londra 2015, Artyfact Gallery, New York, Aprile 2017; ArtExpo New York, Aprile 2017; Kolner Liste Colonia 2018; EuropeArtFair Amsterdam october 2019 con Atelier Alen Berlin; Paratissima Torino giugno – ottobre 2021; «Fotografi a Torino» presso l’Accademia Albertina di Torino, mostra collettiva organizzata da Gianni Oliva e Tiziana Bonomo, 15 settembre 2021; Krappy Kamera, Soho Gallery esposizione collettiva aprile 2023. Alcune delle mie fotografie fanno parte di collezioni permanenti in gallerie pubbliche e private: l’Accademia Carrara di Bergamo, Diaframma-Kodak Cultura di Milano, Fiaf di Torino e Millennium Images Limited, Londra, Biblioteca Nazionale di Francia, Parigi. I miei ultimi libri fotografici sono: Silent Forms 2008, Background 2010, Coasts 2011 e Visual Perceptions 2014. Edizioni “Lanterna Magica” Palermo.
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Dal 2015 mi dedico attivamente al progetto ArtPhotò con cui propongo, organizzo e curo eventi legati al mondo della fotografia intesa come linguaggio di comunicazione, espressione d’arte e occasione di dialogo e incontro. La passione verso la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale fra cui Helmut Newton, Ferdinando Scianna, Albert Watson, Ellen von Hunwerth, Marino Parisotto, Elliott Erwitt e i più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.
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