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Pino Bertelli Gente di Piombino- “La Mostra: le Persone, il Castello, Francesco Ferrari e l’inizio di un percorso”

di PHocus Magazine

Una mostra imperdibile che presenta in maniera inedita una comunità complessa in continuo cambiamento, forte di una rara vivacità intellettuale e alla ricerca della sua identità. 

La Società dello Spettacolo di Guy Debord, il ritratto di Pino Bertelli e la sua Hasselblad .

Una chiara citazione dell’arcinota banana di Maurizio Cattelan, ci domandiamo il perché anzi lo chiediamo a Bertelli che nei tre giorni di apertura della sua mostra, nella sua Piombino, è stato sempre presente e disponibile a chiacchierare con chiunque si facesse avanti per salutarlo e abbracciarlo, Pino non cerca il consenso, Pino è così.

Ci dice Bertelli: Cattelan è il massimo della mercificazione dell’arte, la società dello spettacolo scritta da Guy Debord é la critica radicale alla mercificazione dell’arte!

NOTA DEI CURATORI 

Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate” (Diane Arbus) 

Gente di Piombino. 

Il lavoro di Bertelli, uomo e fotografo, su Piombino e la sua gente è probabilmente iniziato ancora prima che Bertelli incontrasse una macchina fotografica. E’ iniziato in una città di mare fondata su uno scoglio: una città-fabbrica dura come l’acciaio e accogliente come un porto mediterraneo. Nel tempo questo lavoro è ostinatamente continuato tanto da formare un corpus documentario straordinario e pressochè unico nella storia della fotografia e del pensiero su una città: per durata, per continuità, per qualità e per il lavoro teorico che ha sviluppato. Lavoro che è lungi dall’essere terminato o storicizzato o, forse, persino capito. Ma non è questa la sede per manifestare suggestioni critiche che non siano quelle evidentemente derivate dalla cultura visuale della ritrattistica rinascimentale, non per caso canonizzata in Toscana durante il Rinascimento, e della fotografia militante che passa anche dalle lotte operaie dello scorso secolo, lotte che appartengono anche alla biografia dell’Autore e della sua città. Nello scorso millennio la città fabbrica crebbe vertiginosamente e accolse tutti: facce, culture, lingue e dialetti; e anche chi oggi viene da “fuori” alla fine diventa piombinese e non può non sentire un po suo questo mare. Accade anche a chi in città soggiorna per poco tempo: gli economisti lo chiamano “turismo”, gli urbanisti lo definiscono “a misura d’uomo”, i metereologi parlano di “clima mite mediterraneo”, gli storici di “cultura millenaria”, a noi piace pensare che gli Etruschi avevano ottimi motivi per scegliere queste sponde. Ecco la gente “di” Piombino, non necessariamente residente “a” Piombino, ma “contaminata” da questa luce, “battezzata” in questo mare e schiaffeggiata dal suo libeccio. 

Avvertenze: Curare una mostra significa individuare un punto di vista per presentare qualcosa (che già possiede un punto di vista) a qualcuno che, a sua volta, ha un proprio punto di vista. Dunque una triangolazione di significa(n)ti che, anche in buona fede, rischia di com-promettere un risultato comunicativo o espressivo o una ricerca. Quando poi si tratta di presentare un lavoro sulla propria città, di un autore contemporaneo e di un amico, il rischio di proporre una agiografia è concreto e nemmeno inedito. Per questo il risultato è una installazione realizzata con materiale fotografico e bibliografico prodotto da Bertelli negli anni: opere che vengono ri-composte e ri-lette all’interno di un ambiente luogo e simbolo della città e della sua trasformazione: porta medioevale, cassero fortificato, fortezza rinascimentale, bagno penale, museo di se stesso, spazio per l’arte e la comunicazione. Qui sono quindi permessi i selfie non mercenari, l’uso consapevole dei cellulari, la critica fotografica purchè militante e, soprattutto, la ricerca su wikipedia del termine “Agiografia”. 

Agostino Carpo – Stefano Fontana – Ciro Ricciardi

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Stefano Fontana, Pino Bertelli, Ciro Ricciardi, Francesco Ferrari, Agostino Carpo

Negli spazi espositivi, magistralmente allestiti dai curatori è possibile vivere momenti di riflessione attraverso i 50 ritratti esposti e la fotovisione con oltre 600 piombinesi e due brevi filmati, dedicati a Bertelli da Stefano Fontana, che testimoniano la meticolosità e la grandezza del lavoro che Pino e Paola, insieme svolgono con grande dedizione. Paola Grillo, documentalista,  è una presenza costante e fondamentale nei lavori di Pino curando con amore e passione non solo la fase preliminare di studio del progetto ma contribuendo con grande maestria anche al montaggio e all’editing. 

In esposizione alcuni dei libri che Pino Bertelli ha dedicato alla sua gente, ai suoi luoghi di origine, al suo rapporto con la comunità!

La mostra sarà visitabile fino a domenica 8 ottobre al Castello di Piombino. 

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