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Sulla fotografia di resistenza dei ghetti L’antisemitismo, i carnefici di Hitler e gli anarchici nei forni (parte prima)

di Pino Bertelli

“Auschwitz ha mutato radicalmente la nostra visione delle cose.
Non tanto perché un tale livello di crudeltà era prima impensabile.
Lo è stata la quasi totale indifferenza del popolo tedesco,
nonché degli alleati, che hanno permesso Auschwitz.
Questa indifferenza continua a sfidare ogni nozione di umanità anteriore”.
Edmond Jabès

1)L’antisemitismo e i carnefici di Hitler.

La falcidiazione millenaria antisemita è disseminata in una letteratura immensa e le innumerevoli immagini dell’Olocausto sono reperibili in musei, fondi, archivi aperti alla consultazione… tuttavia non è mai tardi studiare, approfondire, rivisitare le atrocità commesse dai volenterosi carnefici di Hitler e tedeschi d’ogni estrazione sociale, gente comune che brutalizzarono e assassinarono gli ebrei per convinzione ideologica e per libera scelta… e si fecero complici della peggiore tragedia del XX secolo.

“Fu la collettivizzazione dell’odio antisemita a rendere possibile la Shoah” in Europa, scrive Daniel Jonah Goldhagen nel suo best-seller (I volonterosi carnefici di Hitler), che è anche vero… ma non è tutto qui. Sostenere, come fa Goldhagen che — “fu l’antisemitismo a spingere molte migliaia di Tedeschi ‘comuni’ (e ne avrebbe spinti altri milioni, se le condizioni fossero state quelle giuste) a massacrare gli Ebrei. Non furono né le difficoltà economiche, né i mezzi coercitivi a disposizione di uno stato totalitario, né le pressioni psicologiche della società, né le predisposizioni psicologiche, ma furono le idee sugli ebrei diffusissime da decenni in Germania, a causare il fatto che i Tedeschi comuni uccisero senza pietà e sistematicamente migliaia di uomini, donne, e bambini ebrei indifesi”—, è un po’ forzato. Inoltre il prof. Goldhagen sostiene che la “rivoluzione nazista tedesca… venne realizzata (a parte la repressione della sinistra politica nei primi anni), senza grandi violenze o coercizioni… Per la maggior parte, fu una rivoluzione pacifica che il popolo tedesco accettò volentieri.

All’interno della Germania, la rivoluzione nazista fu, tutto sommato, consensuale”, non è del tutto corretto. Anzi, è una semplificazione, del tutto arbitraria, riguardo a un popolo allevato nella mitologia del massacro e del compiacimento, ben avvalorati nell’orgiastico appetito di crudeltà che il loro Führer incarnava e diffondeva nelle adunate oceaniche che lo innalzavano a Padre della Patria. La presa del potere nazista è il risultato di un abile colpo di Stato voluto da industriali, militari, la vecchia borghesia feudale e il popolo delegato a obbedire… che sono i pilastri sui quali possono contare tutti i totalitarismi. Hitler e i suoi seguaci per prima cosa distrussero i partiti dei lavoratori, dissolsero i sindacati, repressero migliaia di oppositori politici, dettero al fuoco libri, costrinsero all’esilio artisti, scienziati, intellettuali, diffusero il terrore con gli arresti di massa… una minoranza di tedeschi non ebrei passò in clandestinità e ci furono anche forme di resistenza… gli operai non addomesticati, pagarono il dissenso al nazismo con carcera-zioni e condanne a morte… la decimazione degli ebrei cominciò pochi mesi dopo la presa del potere di Hitler (30 gennaio 1933) e il primo campo di concentramento venne istituito il 22 marzo 1933 a Dachau.

La disparizione degli oppositori al regime e la delegittimazione d’ogni libertà sono i primi sintomi dello spirito germanico che condurrà di lì a poco all’Olocausto ebraico. Quando si condanna tutti non si condanna nessuno. Si dimentica inoltre che in quella stessa Germania i movimenti socialisti, comunisti, spartachisti non esprimevano affatto idee anti-semite e i loro ispiratori — Karl Marx, Frederick Engels, Ferdinand Lassalle, August Bebel, Wilhelm Liebknecht o Rosa Luxemburg — credevano nella rivoluzione dei lavoratori come dissoluzione delle classi privilegiate e instaurazione di un modello sociale che mettesse fine a tutte le disuguaglianze. Non è stato così, né in Russia nel 1917, né da nessuna parte… le rivoluzioni che ci sono state sono abortite nell’oligarchia comunista, nella burocrazia capitalista o trucidate nel sangue… intanto sulla faccia della storia europea erano saliti al potere Be-nito Mussolini, Adolf Hitler, Francisco Franco… le dittature, confortate dagli ululati dei popoli che li sostenevano o ne erano abbrutiti, iniziavano ad operare la discriminazione, fino all’eliminazione fisica degli ebrei. Nel terzo Reich, più che altrove, l’antisemitismo si era incarnato nella coscienza pubblica e gli assassini di Hitler si dimostrarono efficaci, il mito nazista della razza ariana semplificava tutto… e l’odio profondo contro gli ebrei si traduceva nello sterminio di massa.

La storia del popolo ebraico ha inizio con Abramo che afferma la sua libertà di scelta e autonomia per andare verso la Terra promessa… il carattere specifico della nazione ebraica si può trovare in ogni momento della storia, distinta da tutte le altre: “In mezzo alle tribù politeiste dei Semiti primitivi, in Egitto sotto i Faraoni, in Babilonia, in Persia, sotto il dominio dei Greci e dei Romani e poi, dopo la caduta dello Stato ebraico, quando l’unità nazionale si è spezzata e ha inizio quella diaspora che durerà per venti secoli (…) in Arabia, in Africa e in tutti i paesi dell’Europa occidentale”(…) il popolo ebraico ha mantenuto la sua autonomia anche a “contatto con i grandi movimenti spirituali: il Cristianesimo, Maometto e l’Islàm, la filosofia aristotelica e scolastica, la scienza medievale, l’umanesimo, il Rinascimento, la Riforma e la Rivoluzione francese (…) possiamo affermare così che la storia del popolo ebraico si svolge parallelamente a quella di tutto il mondo mediterraneo attraverso i secoli” (Elio Toaff).

Le radici del popolo ebraico sono un omaggio all’eternità del fiore e della parola che non contempla la morte, semmai — secondo le antiche filosofie ebraiche —, la nascita dell’amore fecondato sui fogli bianchi o illuminati dell’eternità. Lo sterminio degli ebrei d’Europa della Germania nazista, avrebbe voluto cancellare le radici storiche dell’ebraismo attraverso l’Olocausto… non ci è riuscito… l’ostilità dell’antisemitismo nazista ha rivelato quasi duemila anni di antigiudaismo cristiano(Hans Küng) e mostrato che la diplomazia degli americani e degli inglesi scelse la politica del “soccorso attraverso la liberazione”, almeno fino al 1944… il fatto è che l’omicidio di massa degli ebrei (ormai accreditato da servizi segreti degli Alleati a dalle testimonianze sui Progom che arrivavano nelle varie ambasciate prima del 1940), non venne ritenuto prioritario per la vittoria finale sul nazionalsocialismo. Riguardo all’antisemitismo moderno, oltre alla Germania e la Russia, anche Francia, Olanda, Italia… hanno avuto una particolare inclinazione nella persecuzione degli ebrei… sinagoghe saccheggiate, negozi ebraici dati alle fiamme, ebrei picchiati nelle strade, campi di concentramento… hanno annunciato quella che sarà la decimazione degli ebrei d’Europa da parte dell’organizzazione nazista e dei Paesi occupati e collaborazionisti… non furono pochi i dissidenti cattolici, luterani, comunisti, anarchici, imprigionati e giustiziati tra il 1933 e il 1945… e il significato universale e storico dell’Olocausto non può essere compreso se non ricordiamo anche le vittime dell’opposizione al regime hitleriano, e ci sono libri, documenti, testimonianze che rimandano alla deportazione, la carcerazione e l’uccisione di oppositori, sovversivi e anarchici bruciati nei forni nazisti. (continua)

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