- Come possiamo presentarti in poche righe?
Sono una comunicatrice. Responsabile della comunicazione e dell’ufficio stampa per Contrasto da più di dieci anni. Mi occupo di promuovere i libri e le mostre fotografiche organizzate dalla casa editrice. Creo contenuti promozionali intorno ai prodotti culturali dell’editore e li rendo pubblici. Lo faccio attraverso i rapporti con la stampa (giornali, radio e tv), con il pubblico (social, sito internet e newsletter) e anche grazie all’organizzazione di eventi (presentazioni di libri, cicli di incontri tematici, conferenze stampa).
- Che rapporto hai con la fotografia fuori dal tuo mestiere?
Ho sempre avuto una particolare attitudine all’osservazione in generale. In particolare potrei trascorrere ore a osservare le immagini (di qualsiasi tipo) per scoprirne tutti i segreti. Per quanto riguarda la fotografia professionale, sono una grande consumatrice di mostre e libri.
- Che rapporto hai con la fotografia nel tuo mestiere?
La fotografia Ė il mio mestiere: comunico la fotografia. Quello che faccio quotidianamente è valorizzare la fotografia in sé, non semplicemente utilizzarla come mezzo per comunicare, cosa che anche grazie all’uso dei social network oggi è diventata la norma. Quindi io comunico la fotografia con la F maiuscola, che è diverso rispetto all’azione del comunicare “con” la fotografia. Che si tratti di un libro o di una mostra, è il progetto d’autore a essere valorizzato e promosso dalla mia attività professionale.
- Che cosa è CONTRASTO?
Contrasto è una casa editrice leader nel settore della fotografia italiana, opera in ambito editoriale dal 1994. Il catalogo si arricchisce costantemente, con circa 30-35 titoli l’anno. L’editore è Roberto Koch, la direttrice editoriale Alessandra Mauro. Protagonista a livello internazionale nel segmento dei libri illustrati, Contrasto incarna un nuovo modo di pensare la fotografia: edizioni a tiratura limitata, libri economici di divulgazione, ma anche grandi volumi e saggistica di approfondimento e strenne per le occasioni speciali. Con la collana In Parole a grandi protagonisti della fotografia internazionale affianca grandi nomi della narrativa: Mario Calabresi, Teju Cole, Concita De Gregorio, J.M. Coetzee, Jack London, Roberto Saviano, Giancarlo De Cataldo e molti altri. La casa editrice organizza mostre fotografiche nei maggiori spazi espostivi italiani (Salgado, Cartier-Bresson, Erwitt, Berengo Gardin, Vivian Maier, Margaret Bourke White solo per citarne alcune). www.contrastobooks.com
Contrasto è inoltre Fondatore Unico della Fondazione Forma per la Fotografia, che opera a Milano dal 2005.
- Il cambio analogico / digitale subito dalla fotografia, ha cambiato qualcosa nel tuo lavoro?
Nel mio lavoro di comunicazione non percepisco molto questa differenza ab origine dello “scatto”, se non nel fatto che sicuramente il digitale aiuta e facilita la creazione degli strumenti di comunicazione e la possibilità di far vedere in maniera immediata ai giornalisti le immagini del libro o della mostra e, di conseguenza, permette loro di pubblicarle per promuovere le iniziative culturali correlate. Da questo punto di vista il digitale è stato una svolta nella circolazione delle immagini. Tuttavia, ciò non ha impedito a grandi fotografi – uno su tutti Gianni Berengo Gardin – di continuare a usare l’analogico (e poi di trasformare in file le immagini per consentirne la pubblicazione).
- Cosa ne pensi della “fotografia Italiana”?
Se penso alla fotografia italiana mi viene in mente la bellezza del nostro Paese, ma anche il nostro percorso storico che ci ha permesso di diventare quello che siamo (dalle guerre mondiali fino ai giorni nostri). Ebbene, c’è una vecchia generazione di fotografi conosciuta in tutto il mondo che ha mostrato in lungo e largo a milioni di occhi internazionali la nostra storia e la nostra geografia. Le nuove generazioni di professionisti continuano questo processo di testimonianza raccontando l’Italia. In molti però si fanno testimoni anche di ciò che accade nel mondo pubblicando i loro reportage sulle più importanti testate italiane e internazionali. Il loro talento è indiscusso, sancito anche dalla vittoria di numerosi premi tra i più prestigiosi.
- Cosa ne pensi invece della “fotografia estera”?
Come la precedente, è una domanda che richiederebbe ore per rispondere. Ci sono tantissimi fotografi internazionali che amo, apprezzo e alcuni ho anche avuto il privilegio di promuoverli. Ma come per gli italiani non farò nomi per non far torto a nessuno. Noi uffici stampa siamo discreti.
- Usi molto i social? (se sì, quali, quanto tempo gli dedichi e perché?)
Sì. I social sono parte integrante del mio lavoro di comunicazione per Contrasto dove in questo (e non solo) mi affianca Giusy Patera. Utilizzo tanto anche le mie pagine personali, soprattutto per promuovere il mio libro FUORI DI TESTO. Titoli, copertine, fascette e altre diavolerie pubblicato da Ponte alle Grazie (novembre, 2021). Li uso non solo come forma di promozione ma anche come fonte di notizie, iniziative, eventi. Si pensi anche alla politica per comprendere più facilmente il concetto: spesso i social sono molto più aggiornati anche dei giornali on line.
Non saprei calcolare effettivamente quanto tempo dedico a questa attività, sicuramente almeno un paio di ore al giorno.
- Il futuro della fotografia come lo immagini?
Pieno di luce.
- Cosa ne pensi delle problematiche inerenti al diritto d’autore per i fotografi Italiani?
Posso risponderti per quel che riguarda il mio ambito professionale. Comunicare la fotografia nel modo che ho spiegato implica avere sempre e costantemente una attenzione particolare per la tutela del diritto d’autore. Per questo mi assicuro sempre che accanto alle fotografie siano indicati i crediti esatti e che non vengano alterate. Il rischio sempre dietro l’angolo è che vengano tagliate per motivi di spazio. Inoltre devo stare particolarmente attenta che le fotografie che utilizzo per fini promozionali (di libri e mostre) non vengano pubblicate invece come immagini a corredo di articoli di altro tipo.
- Che ruolo ha la fotografia nel tuo libro Fuori di testo?
Il mio racconto in Fuori di testo si concentra su tutti quegli elementi che sono fisicamente intorno al libro ma che non sono il testo. Titoli, copertine, fascette, ritratti degli autori, risvolti e dediche, solo per citarne alcuni. L’immagine ha un ruolo fondamentale per due di questi elementi: la copertina e il ritratto degli autori (solitamente posto sull’aletta o sulla quarta di copertina). Al di là di illustrazioni, elaborazioni grafiche e lettering, molto spesso la scelta per le copertine ricade proprio su una fotografia d’autore. Per questo ho intervistato Ferdinando Scianna, per ascoltare il punto di vista del fotografo, affiancandolo a quello degli autori, degli editori e dei grafici che sono gli attori fondamentali nel processo della scelta della “faccia del libro”. Sono state realizzate oltre 250 copertine in tutto il mondo con le sue fotografie, di cui circa 50 con le fotografie di Leonardo Sciascia, suo amico “angelo paterno”.
Per i ritratti degli autori invece la fotografia è indispensabile. Proprio l’invenzione della fotografia ha reso possibile mostrare con precisione le fattezze dello scrittore, cosa che negli anni precedenti veniva fatta tramite statue, dipinti e descrizione scritte (lettere, diari). È stato interessante notare i diversi atteggiamenti degli scrittori di fronte all’obiettivo: alcuni pongono il loro ritratto a tutta pagina in quarta, altri odiano mostrarsi ed essere fotografati. Mario Calabresi mi ha raccontato che per ogni libro si fa scattare una foto diversa. Ritiene che sia importante che il volto dello scrittore corrisponda effettivamente alla persona che ha appena terminato di scrivere quel determinato libro in quel momento preciso.
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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