Come possiamo presentarti?
Mi chiamo Monica e mi occupo da molti anni di trucco e parrucco al Teatro
Regio di Torino. Durante la stagione lirica insieme ai miei colleghi, ci prendiamo cura dei vari reparti del teatro che ci competono: dalla sala trucco principale, ai camerini dei coristi, ballerini e comparse. Detta così, sembrerebbe un lavoro semplice, ma non lo è per niente!
Sono appassionata di musica e cinema fino al midollo, da sempre.
Quando non lavoro in teatro lavoro sui set fotografici per moda e pubblicità
Che rapporto hai con la fotografia fuori dal tuo mestiere?
Sono sempre stata abbastanza attenta alla fotografia in generale. Pur non essendo il mio mestiere, cerco di andare il più possibile a vedere mostre, anche quando sono all’estero. Lo trovo rilassante e allo stesso tempo è una buona occasione per vedere dal vivo i lavori di qualche famoso fotografo. Amo in particolare il bianco e nero, meglio se analogico.
Che rapporto hai con la fotografia nel tuo mestiere?
Direi importante, visto che lavoro da tanto con i fotografi. Un settore che ho scoperto un po’ per caso e che non ho più lasciato. E’ gratificante riuscire ad entrare in sintonia con modella e fotografo durante uno shooting e dare il contributo per la realizzazione di un’idea.
Il cambio analogico / digitale subito dalla fotografia, ha cambiato qualcosa nel tuo lavoro?
Ma… non saprei. Ho iniziato a lavorare facendo shooting quando praticamente già si usava il digitale. Pochissime sono state le volte in cui ho lavorato con l’analogico. Nel mestiere del truccatore è bene stare attenti e verificare con il fotografo la fotografia realizzata, con il digitale basta poco affinchè si vedano anche le più piccole imperfezioni.
Cosa ne pensi della fotografia Italiana?
Oltre ai nomi noti a tutti mi piace collaborare con alcuni giovani talenti che spero diventeranno celebri con il tempo.
E di quella estera?
Tanti grandi maestri, ne dico uno super famoso che vale per tutti. Ricordo una bellissima retrospettiva di H. Newton a Berlino anni fa.
Usi molto i social? (se sì, quali, quanto tempo si dedichi e perchè?)
Sino a pochi anni fa, ammetto che non avevo nemmeno un account Facebook. Questo perché ho sempre pensato che vedere e sentire quello che ha da dire un essere umano di persona, sia molto più importante di una paginetta costruita su un pc. Certo, ho cambiato idea, e non mi sono pentita, anzi… Capisco che al giorno d’oggi sia importante essere al passo coi tempi. Che cambiano così in fretta! Credo manchi molto spesso moderazione e attenzione generale a ciò che si pubblica, e mi infastidisce. Dedico non molto tempo ai social, diciamo un tempo giusto. Meglio un film, che fa sognare e pensare.
ll futuro della fotografia come lo immagini?
In cambiamento sempre più veloce e costante. Oramai con un buon telefonino hai tutta la fotografia a portata di mano! Un po’ inquientante! Un regista è riuscito persino a girare un film col suo cellulare.
Pensi sia importante che l’italia adotti delle leggi severe per preservare al meglio il diritto d’autore dei fotografi?
Si certo, sia sul cartaceo che sui vari social. Chi divulga le proprie fotografie dovrebbe sempre mettere sulle stesse almeno il proprio nome e l’anno di esecuzione. Chi ne utilizza di non proprie, dovrebbe chiederne i diritti. Ma credo sia abbastanza ovvio. Almeno per preservare i diritti d’autore.
Se c’è qualche cosa che non ti ho chiesto ma che vorresti dire… aggiungila.
Fotografi non smettete di pensare ed immaginare cose nuove e belle e date spazio a chi si occupa del make up perché ogni professione ha competenze ed esperienze che potrebbero darvi nuovi esperimenti.
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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