Come possiamo presentarti in poche righe?
Mi chiamo Emanuele Lodi (detto Eman), specializzato in montaggio video, riprese video ed ex prestigiatore (per 15 anni), socio maggioritario (insieme a Riccardo Antonino) della Robin Studio srl. Mi piace definirmi un Emotional Artist, dal mio punto di vista l’emozione è ciò che governa le sorti di qualsiasi individuo, da renderlo più forte, o più insicuro e altro perché sono ciò che ti rimarrà nel tuo hardware per tutta la vita. La fotografia e i video hanno questo potere,
Che rapporto hai con la fotografia fuori dal tuo mestiere?
Il mio rapporto con la fotografia è molto intensa e importante sia dentro che fuori dal mio lavoro tenendo conto che 1 secondo di ripresa è l’insieme di fotografie in un frame. Fuori dal mio lavoro utilizzo la fotografia per cercare di catturare un ricordo che possa sintetizzare un bel momento di qualsiasi genere, oppure per avere uno stimolo per un progetto in atto o che potrebbe arrivare.
Una volta ero molto più propenso a fare tante foto per condividerle con parenti e amici durante momenti non lavorativi per far si che tutti si ricordassero di quel momento, ma con l’arrivo dei cellulari che fanno foto questa questione è diventata superflua, lo si fa in automatico.
Che rapporto hai con la fotografia nel tuo mestiere?
Dentro al mio lavoro la fotografia la utilizzo per scopi promozionali per i social, per locandine di spettacolo o per avere materiale nella costruzione di siti.
Mi piace rapportare la fotografia al mattone e il video a una casa, se il mattone è scarso la casa non regge, quindi direi che è essenziale.
Il cambio analogico / digitale subito dalla fotografia, ha cambiato qualcosa nel tuo lavoro?
Non ho mai ripreso o scattato in analogico, quindi il digitale rimane la mia preferenza. Ho sempre lavorato su supporto digitale.
Cosa ne pensi della fotografia Italiana?
Riguardo alla fotografia italiana, non essendo così appassionato ma qualcosa guardo, mi piace lo stile di Letizia Battaglia per come riesce a preservare i ricordi storici di mafia italiana e di Paolo Ranzani (non è una sviolinata giuro, sono veramente suo fan) per come riesce a immortalare dando un valore in più alle caratteristiche degli artisti che fotografa anche al di fuori della propria arte (ovviamente parlo per foto da set).
E di quella estera?
Tra i fotografi esteri mi viene in mente Helmut Newton e i suoi nudi, non so se è famoso ma ho sempre avuto una stima su di lui per come è riuscito a trasformare nudi apparenti semplici in opere d’arti.
Usi molto i social?
Non uso i social per scopi personali ma solo societari promozionali.
Stare sui social è più un lavoro.
Il futuro della fotografia come lo immagini?
Il futuro che m’immagino per la fotografia non si distacca da quello che ha adesso, cioè sensibilizzare ed educare chi guarda sulla bellezza, sul senso critico e sulla cittadinanza attiva attraverso la lo sguardo, attraverso lo studio di come il cervello interpreta colori e forme.
Pensi sia importante che l’italia adotti delle leggi severe per preservare al meglio il diritto d’autore dei fotografi?
Riguardo ai diritti d’autore delle arti visive penso che sia un vero problema perché nell’evoluzione umana inizia a esserci un forte distacco verso la realtà, è ciò porta che perdi il senso di ricerca e valorizzazione. Le persone pensano che sia tutto facile e veloce, motivo per cui le persone amano i backstage perché li realizzano l’importanza del lavoratore di qualsiasi tipo sia, compresa della fotografia. Ritengo che sia veramente importante rispettarle e valorizzarle perché l’opera per me è lo specchio dell’artista, quindi quando un’opera ti piace significa che sei appassionato dalla mentalità dell’artista.
Detto ciò penso che gli artisti di arti visive, da quelli fotografici a quelli che fanno arte con i social (mi viene in mente Federico Clapis) hanno il dovere e la responsabilità (se si definiscono tali) di guarire questo mondo dalla superficialità e dal qualunquismo, mostrando la bellezza del distaccamento dalla massa per mostrare la vera essenza, perché sarà ciò che porterà all’evoluzione e non avere macchine più veloci o lavorare di più che porterà ad a perdere il controllo del sistema.
- Sito web: https://robin.studio/
- Profilo Facebook: https://www.facebook.com/emanuele.v.lodi/
- Profilo Instagram: https://www.instagram.com/mremanlodi/
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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