Ecco una mostra a cui non mancare per chiunque abbia curiosità sulla fotografia. Interessi amatoriali, professionali, dilettanteschi, storici, concettuali o filosofici che siano.
Le mostre fotografiche non dovrebbero essere solo esposizioni autoreferenziali, quei lavori in mostra sono necessari per capire il tempo, quello che è stato prima di noi, quello contemporaneo e magari scorgere anche pezzi di futuro. Le mostre fotografiche dovrebbero acculturare oltre che dare informazioni.
La mostra che attualmente è possibile visitare nel meraviglioso Castello di Casale Monferrato parla, racconta, istruisce, crea curiosità e sprigiona cultura fotografica come poche altre, si tratta del racconto del viaggio professionale (e non solo) di MARIA VITTORIA BACKHAUS.
Il modo migliore per visitarla è proprio questo, lasciarsi trasportare come in un viaggio, di sicuro è il gesto da me suggerito per godersela ed assorbire tutte le suggestioni che emana.
E’ un percorso che si estende su vari terreni, a volte difficoltoso, a volte bizzarro e insolito, a volte sicuro e fermo, altre volte solleva incognite, si parte dalla metà degli anni ‘60 fino ad arrivare ai giorni nostri, potete quindi gironzolare per le bellissime sale Chagall del Castello e leggere con attenzione tutti gli omaggi scritti da vari personaggi della cultura, della moda, dell’immagine, che hanno vissuto a fianco dell’intenso lavoro fotografico di MVB. Potete poi lasciarvi dondolare tra una parete e l’altra cercando di immaginare, tra le altre cose, l’incredibile impegno artigianale che era necessario in quegli anni, progettare set giganteschi, ricreare situazioni surreali, provare luci, inventarsi effetti speciali, già perché dobbiamo ricordarci che, ai tempi di quelle pubblicità e di quegli editoriali moda, non c’erano gli attuali software grafici.
La creatività era anche un gesto fisico, fatto di prove su prove che duravano giorni e notti insonni, di ricerca di materiali nuovi, di test di illuminazione e di esposizione, e anche di costruzione di grandi scene, come si fa per il cinema.
Maria Vittoria Backhaus, classe 1942, è considerata una fotografa di primo piano per la moda, il design e gli accessori come gioielli, oggettistica e food.
Si diploma in Scenografia all’Accademia di belle arti di Brera. Negli anni ‘60 passa alla fotografia lavorando come reporter e si occupa di eventi culturali, politici e musicali della scena beat. Si dedica poi alla fotografia di moda, al design e allo still life proprio negli anni in cui questi settori hanno la loro massima espansione. Lavora in studio e in esterni, usando i grandi e medi formati. Per MVB non è mai importante cosa si fotografa, ma bensì il racconto intorno a quello che si fotografa. Alle tantissime immagini realizzate su commissione si aggiungono molti lavori su progetti personali che, attualmente, sono al centro della sua attività insieme al salvataggio e alla valorizzazione del suo immenso archivio. Nel 2021 ha ricevuto il premio alla carriera Arturo Ghergo e nello stesso anno ha trasferito la sua casa il suo studio nel Monferrato.
Per questi e altri motivi cercate di non perdervi questa mostra, questo viaggio nel tempo e nella professione.
Un dettaglio che non deve sfuggire, a chi di fotografia ne sa qualcosa, è la meraviglia del ritrovarsi a sgranare con gli occhi un enorme rosario di immagini e accorgersi che lì dentro c’è l’anticipazione di mille altri gesti che poi altrettanto validi autori hanno fatto diventare uno stile personale, nell’immenso lavoro fotografico di Maria Vittoria si possono individuare le atmosfere dipinte di Paolo Ventura, i frame immobili di Gregory Crewdson, le sovrapposizioni di polaroid di Maurizio Galimberti, l’eleganza di Gastel, l’ironia di Martin Parr, i collage eccentrici di Gilbert & George e tante altre suggestioni che vi invito a cercare e ricercare.
Se poi avrete la fortuna di imbattervi anche in Maria Vittoria in persona, abita non distante da lì, e quindi non è impossibile che la possiate incontrare, se vi capita avvicinatela, con discrezione e gentilezza, ma fatevi avanti, perché lei ne sarà felice e sarà uno scrigno di racconti che riempiranno occhi, cuore e testa.
La mostra è pensata, progettata e curata magistralmente da Mariateresa Cerretelli in collaborazione con LucianoBobba e Angelo Ferrillo.
– Sale Chagall del Castello di Casale Monferrato – (AL) Dal 31/3 al 11/6
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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