La Puglia, come è noto, si allunga per centinaia di chilometri dal Gargano alla penisola salentina ed è caratterizzata dalla mancanza di fiumi di una certa importanza con l’eccezione del fiume Ofanto che nasce sui monti della Campania, tocca per un pezzo la Basilicata per poi sfociare nell’Adriatico poco a nord di Barletta, nei pressi della storica località di Canne della battaglia. Un fiume che, rappresentando l’eccezione in una terra avara di corsi d’acqua, è diventato l’oggetto di attenzione per un bravo fotografo pugliese, Giuseppe Pavone, sempre molto attento alle tematiche del territorio e del paesaggio.
Pavone ne segue il percorso dalle sorgenti alla foce, cogliendo tutti gli aspetti dei mutamenti del paesaggio, dalle aspre montagne dell’Irpinia, alla dolcezza dei rilievi della Puglia più interna fino alla placida piana in prossimità del mare. Ma sarebbe riduttivo giudicare il lavoro di Pavone come una fredda documentazione semplicemente descrittiva: il suo sguardo oscilla sempre tra la necessità della documentazione e la ricerca di quei lati visivamente intriganti che costituiscono il surplus di lavori fotografici come questo, ancorati saldamente a un percorso obbligato.
Non a caso, al proposito, il titolo della mostra è “Ofanto, il fascino del fiume”, esposizione organizzata presso la sede dell’Alliance Française di Bari e accompagnata da un volume che presenta le fotografie del percorso di Pavone e si avvale di un puntuale contributo critico di Vincenzo Velati.
Il volume inoltre contiene in appendice utili schede descrittive dei territori che il fiume attraversa.
Il lavoro fotografico si snoda, come anticipato, su questo doppio livello visivo dove la documentazione si coniuga con la sapienza di uno sguardo più poetico e intrigante che Velati, nel suo testo ben sintetizza con queste parole: «[…] Pavone tratta il fiume come una persona, una realtà dotata di vita che agisce percorrendo i nostri territori come un essere ingabbiato, che si restringe e si allarga quando e come può.»
Scorrono così le fotografie in cui il corso d’acqua attraversa i tanti territori, diversi per conformazione geografica ma segnati sempre, negli scatti di Pavone, da un dettaglio, da una sorta di segno di diversità, quasi un segno di identità che fanno di ogni fotografia un unicum coeso e nello stesso tempo diverso dalla serialità oggettiva del tema.
Sempre Velati al proposito ricorda altre esperienze nella storia della fotografia italiana contemporanea, in particolare quella che fa capo ai fotografi di “Viaggio in Italia” (1984) che si concretizzò proprio a Bari. Lo sguardo del fotografo dunque è uno sguardo che guarda al paesaggio non più alla ricerca di effetti platealmente estetizzanti ma uno sguardo che esplora e si interroga sul territorio, sulle sue strutture, sulle sue trasformazioni e anche su eventuali significati simbolici attraverso i segni dell’antropizzazione.
Volume: Ofanto. Il fascino del fiume
Fotografie di Giuseppe Pavone
Testo di presentazione di Vincenzo Velati
Pagine 96, formato cm 29 x 21
Edizioni CRFC Centro Ricerche per la Fotografia Contemporanea, Euro 28,00.
Ofanto, il fascino del fiume
Mostra fotografica presso ArtotecaAlliance di Bari
Dal 9 al 18 febbraio 2024
Info: tel 080-5210017
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Nato nel 1950 nel Salento, Pio Tarantini ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private.
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