Conoscenza, Eros, Pathos, Attesa, Felicità, Tempo, Spirituale, Sogno, Terrestre.
Questi i concetti fondamentali per la vita dell’uomo rappresentati simbolicamente in nove opere da Pio Tarantini che vanno a costituire il progetto Indizi terrestri, un lavoro in mostra a Milano, nello Spazio Kryptos, a partire dal 19 maggio.
Si tratta di opere realizzate con la tecnica della sovrimpressione, un procedimento stilistico già utilizzato in passato dall’autore in ricerche fotografiche intorno a tematiche esistenziali che si sono concretizzate in più lavori come Il Passato e i pensieri (1985-1989) dedicato al tempo e alla memoria, L’ombra del vero (1995-2003), Scenari (2006) e Imago (2008-2021) nei quali la ricerca si è concentrata sulla percezione visiva della precaria presenza dell’uomo nel mondo.
Su questo ultimo lavoro Pio Tarantini scrive: «Ho cercato di risolvere il divario tra l’astrazione dei concetti scelti e la necessaria concretezza delle immagini con stratificazioni visive in cui la materia diventa confusa, evanescente e dove a oggetti più facilmente riconoscibili si mescolano corpi e ambienti che alludono alle tematiche scelte.»
Gli strumenti stilistici utilizzati sono stati sostanzialmente due: l’uso della sovrapposizione di più immagini – soprattutto nei lavori dedicati al tempo e alla memoria – e l’uso del “mosso fotografico” come strumento espressivo del concetto di precarietà esistenziale, declinato nella doppia versione di figure umane mosse collocate in ambienti fortemente connotati o su sfondi neutri in cui lo sguardo si concentra soltanto sulla figura stessa.
«Con Indizi terrestri», afferma sempre Tarantini «torno allo strumento della stratificazione di più immagini selezionando, da una produzione molto più ampia, le nove opere che sintetizzano i concetti descritti prima. Una scelta di sintesi che vuole portare all’essenziale la mia riflessione su alcuni aspetti fondamentali della nostra presenza al mondo. Una sorta di fenomenologia dell’esistenza declinata visivamente nel segno della attuale impraticabilità di certezze date, dove le risposte non possono che essere mutevoli, complesse, stratificate – appunto – lontane dalle più determinate visioni di sapore positivista o ideologico. «Ho voluto denominare questa ricerca visiva Indizi terrestri citando in parte il titolo di un’opera letteraria della poetessa russa Marina Cvetaeva (Indizi terrestri. Diario moscovita, 1917-1919) perché le opere sono costituite da frammenti visivi frutto di stratificazioni fotografiche.»
Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso, Tarantini ha realizzato nel corso di cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private. Indizi terrestri costituisce un altro importante tassello di questo suo lungo e articolato percorso di ricerca fotografica e intellettuale che amplia la parte dedicata alla ricerca visiva anti-realistica, lasciando invece prevalere l’aspetto surreale, onirico, dove memoria e immaginazione si fondono in una ulteriore sua esperienza immaginifica
Pio Tarantini
Indizi terrestri
Inaugurazione giovedì 19 maggio ore 18,30
Dal 19 maggio al 9 giugno 2022
SPAZIO KRYPTOS Architettura Arte Design
via Panfilo Castaldi 26
20124 Milano
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 16.00 alle 19.30
mattina e sabato su appuntamento
Tel. 02 – 91.70.50.85
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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