Il paesaggio è l’autoritratto che si fa attraverso di me, per parlare dell’albero bisogna diventare l’albero.
Franco Fontana, fotografo italiano e maestro del colore, colui che ha compreso il senso del colore e ne ha fatto un sentimento. Ogni fotogramma che ha prodotto nella sua lunga carriera è una storia che raggiunge e attira l’osservatore, immergendolo in paesaggi reali ma ridisegnati. Più a lungo li si guarda, più si apprezzano i dettagli e la bellezza del momento perfetto. L’ho conosciuto e ritratto in alcune occasioni e mi ha sempre lasciato una bellezza neglio occhi e nella mente. E’ straordinario quello che ha fatto allo stesso modo di quello che sa raccontare.
Per Fontana, i suoi paesaggi – i suoi autoritratti – rappresentano più di una singola immagine, rappresentano un bellissimo viaggio di esplorazione, che ognuno di noi può fare con lui, anzi, attraverso di lui.
Il viaggio di Fontana è un viaggio di scoperta personale, di apprendimento della connessione con il mondo che ci circonda. Il suo uso audace del colore ci spinge al centro di una nuova esperienza e le sue composizioni immacolate fanno emergere la devozione che trova nella natura. Ogni parte del paesaggio parla a lui e lui parla ad esso. Nel linguaggio del colore, Fontana esprime un affetto per l’ambiente e per la sua terra che è vivido come le tonalità che ha prodotto nel suo lungo lavoro.
Un giornalista, guardando una mostra di Franco, scrisse “È un messaggio di speranza, di unità, di esaltazione della bellezza del quotidiano. Fontana lavora per colmare il divario tra la natura e noi stessi, per ricordarci della nostra comune umanità.”. Penso che siano parole perfette, in queste frasi ha colto l’essenza più vera delle immagini del maestro modenese.
Una cosa è certa, anche se a volte è stato criticato per il suo linguaggio troppo a lungo reiterato, la sua è una visione unica che continua a ispirare ancora i fotografi di oggi. Sono cartoline che abbiamo nelle mente e che ricerchiamo inconsapevolmente, accostamenti saturi di colore, linee rette che si intersecano in movimenti morbidi, contrasti inattesi, brutalmente semplici ma che non smettono di piacerci.
Le opere di Fontana sono state pubblicate su riviste famose come Time, Life, Paris Match, Stern e Vogue. Ha pubblicato oltre 50 libri che riflettono il suo particolare approccio alla luce e all’ombra, hanno esplorato le forme del corpo in intense composizioni grafiche con dettagli estremi e sfondi suggestivi che creano atmosfere suggestive su polaroid di gran valore.
Fontana ha creato quella che definiva “geometria pittorica”, evidente nelle sue elaborate composizioni in cui forme, texture e linee interagiscono in armonia all’interno dei fotogrammi.
Franco Fontana è nato a Modena nel 1933 ed è ancora uno dei fotografi più apprezzati di tutti i tempi. La sua carriera fotografica inizia nel 1958, quando lavora per un breve periodo come fotografo pubblicitario. Il suo amore per la fotografia a colori è nato dopo aver utilizzato una macchina fotografica per documentare una fabbrica di modelli in cui aveva lavorato. L’approccio unico di Fontana parte dalla semplicità di una fotografia convenzionale per poi sperimentare invece nozioni sempre più astratte nel tempo e nello spazio.
Gli anni sessanta e settanta sono quelli più fecondi ed è un’epoca che è stata segnata da alcuni dei progetti che sono diventati storia. Le sue opere più importanti sono costituite da tre temi principali, che ha esplorato nel corso della sua carriera: “Paesaggi”, “Natura” e “Astrazioni”.
Gli sono stati dedicati oltre 70 libri, pubblicati da editori italiani, francesi, tedeschi, svizzeri, spagnoli, americani e giapponesi. Ha esposto in musei pubblici e gallerie private di tutto il mondo; oltre 400 sono le mostre personali e di gruppo che ha finora tenuto.
Le sue opere sono conservate in oltre cinquanta musei in tutto il mondo, fra i quali: International Museum of Photography, Rochester; Museum of Modern Art, New York; Museum of Fine Arts, San Francisco; Museum Ludwig, Colonia; Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris; Victoria and Albert Museum, Londra; Stedelijk Museum, Amsterdam; Kunsthaus di Zurigo; Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, Torino; The Photographic Museum, Helsinki; Museo Puškin delle belle arti, Mosca; The University of Texas, Austin; Museum of Modern Art, Norman, Oklahoma; Museo d’Arte di San Paolo; Israel Museum, Gerusalemme; Museo Metropolitano, Tokyo; Galleria Nazionale di Pechino; The Australian National Gallery, Melbourne; The Art Gallery of New South Wales, Sydney; e in altre gallerie private.
Ha ottenuto importanti riconoscimenti e premi, in Italia e all’estero. Ha collaborato e collabora con riviste e quotidiani: Time-Life, Vogue USA, Vogue France, Il Venerdì di Repubblica, Sette, Panorama, Epoca, Class, Frankfurter Allgemeine, New York Times.
Se non possedete ancora un libro dell’immenso lavoro di Fontana vi consiglio di partire da FULL COLOR, lì dentro c’è la base di partenza per seguire il suo lungo e colorato viaggio.
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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