Non c’è stato un momento nella mia infanzia e nella mia vita, in cui mi sia accorto che la mia strada sarebbe stata quella dell’artista. C’è sempre stata una specie di “dissolvenza incrociata” tra la vita normale di paese e una mia attività che oggi si definirebbe “creativa”, provocata dalla curiosità e dalla voglia di fare qualcosa di diverso dal solito.”
Bruno Munari fu artista, scrittore, grafico, progettista e una innumerevole quantità di altre esperienze. Nato a Milano nel 1907 viene infatti definito “figura leonardesca del ‘900”, perché è stato in grado di declinare il suo pensiero in molteplici discipline e arti, proprio come Leonardo da Vinci.
Tre le sue tante pubblicazioni ho scelto CODICE OVVIO (Ed. Einaudi 1971 – a cura di Paolo Fossati).
In questo libro l’autore unisce, incrocia, annoda e mette in contrapposizione tutta la sua poliedrica produzione, una fantastica serie di tasselli in forma di parole e disegni, idee sperimentali condotte abilmente in un percorso antologico, dinamico e funzionale, utile a raccontare la profondità di un uomo straordinario.
E’ davvero difficile descrivere l’attività poliedrica di questo fantasmagorico personaggio ricordato ancora oggi come una delle figure più indipendenti e influenti nella storia del design italiano e internazionale. Con Severini, Marinetti, Prampolini e Aligi Sassu, contribuì a fondare il Gruppo Lombardo Radiofuturista dando subito inizio ad un tentativo per forzare i limiti concettuali e tecnici della pittura e della scultura. Nel 1942, pubblicando Le macchine di Munari presso Einaudi, diventa collaboratore della casa editrice torinese, un rapporto che continuerà per oltre 40 anni diventando il grafico creativo di moltissime testate ancora oggi in edicola. Instancabile e frenetico è tra i fondatori del Movimento Arte Concreta, sperimenta le proiezioni di luce polarizzata, si dedica alle Xerografie originali, esplora ogni tipo di forma e di materia, realizza anche celebri icone di design come il portacenere “Cubo” per poi passare ai giocattoli e alle illustrazioni per bambini.
Incontenibile Munari.
“Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.
Fu anche un grande comunicatore e insegnante, Munari tenne corsi in diverse scuole tra cui il Carpenter Center for Visual Arts della Harvard University.
Non è quindi facile anticipare in parole il libro “CODICE OVVIO” ma al contempo, trovandoselo davanti agli occhi, ci si accorge di avere a che fare con pagine facilmente fruibili da grandi e piccoli, ognuno con le sue chiavi di lettura, ognuno con la sua immaginazione perché quello che offre sono ispirazioni, idee aperte verso il non conosciuto. Sono certo che Munari volesse dire qualcosa simile a “Prendete e assaporatene tutti, cibatevi di suggestioni e fatele diventare vostre, non interrompete il flusso, quello che vedete potrebbe essere solo la partenza di una strada che non avete ancora immaginato.
Una pagina che ho apprezzato molto si intitola: “FALSA EDUCAZIONE” e recita queste poche righe, tipo poesia, che rivelano in pochi tratti una grandissima verità:
Il pubblico è abituato
A vedere nei musei
Opere d’arte
Soltanto sotto forma di
Pitture
Sculture
Disegni
E scambiando il mezzo per l’arte
Compera oggetti che sembrano
Pitture
Sculture
Disegni
Mai troverebbe l’arte
In una composizione di alluminio
O di materia plastica.
Scorrendo le prime pagine ci si accorge di trovarsi tra le mani una gimcana appositamente predisposta per condurre il lettore-spettatore all’interno dell’attività spesso frenetica di un artista spiazzante, fuori dalle etichette a cui siamo abituati.
Fotografie, disegni, progetti, grafiche, schizzi, appunti, elucubrazioni, provocazioni, poesie, rebus, dubbi e domande. Bruno Munari ama creare intrecci anche tra le citazioni celebri, ne coglie i frutti migliori e li interseca dando vita ad un effetto domino di nuovi incredibili aforismi.
Ad esempio ama citare una espressione Zen: «Il riso è la manifestazione esterna di un equilibrio interiore» e poi ricorda che se in greco -Techne- è sinonimo di Arte, il suo omologo in giapponese -Asobi-, significa Arte, ma anche gioco, e infine si aggancia ad una frase di Paul Valéry «La più grande libertà nasce dal più grande rigore».
Il “gioco” di Munari è qualcosa in più che un esercizio ludico e non vuole neanche assomigliare a termini medici o che appartengono alla psicologia, ma è di sicuro un allenamento del pensiero e può essere vissuto con estrema leggerezza ma anche con grande profondità.
Il libro CODICE OVVIO è stato ristampato più volte ed è acquistabile in edizione economica a circa 18,00 euro, mentre la prima edizione originale in buono stato raggiunge valori vicini ai 100 euro e oltre.
Fotografie: ©MunArt ©DaneseMilano ©FondazionePirelli
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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