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TEST SIGMA 14-24 F/2.8 DG DN ART. Prova sul campo [Rino Giardiello]

di Rino Giardiello

Da Sigma uno zoom supergrandangolare compatto, luminoso e di grande qualità studiato appositamente per i corpi mirrorless Sony, Leica, Panasonic e Sigma con baionetta L-Mount.

Potrei riassumere questo articolo in poche parole: “Lo zoom Sigma 14-24 F/2.8 DG DN Art è fantastico ed è la scelta ideale per qualsiasi fotocamera mirrorless come la Sigma fp (e tutte le altre fotocamere con baionetta L-Mount) e le Sony serie A7. Piccolo, leggero, ben rifinito, vanta ottime prestazioni alla focale più corta e pochissima distorsione”.

Finito.
Troppo poco? Anche se tutto sarà ripetitivo, analizziamo il Sigma 14-24 F/2.8 DG DN Art punto per punto come di consueto.

Il nuovo Sigma 14-24 F/2.8 per mirrorless (a sinistra) ed il “vecchio” Sigma 14-24 per fotocamere reflex (a destra). Le diverse dimensioni sono evidenti, ma la vera differenza è nel peso: 355 g in meno non sono pochi.

In mano

Il Sigma 14-24 F/2.8 DG DN Art (la sigla DN lo diversifica dal precedente 14-24/2.8 nato per le fotocamere reflex full frame, altrettanto ottimo ma grande e pesante) è bello, solido e ben costruito come ormai Sigma ci ha abituati con le sue serie più recenti, la Art in particolare. La grande sorpresa è dalle dimensioni e dal peso: il “vecchio” Sigma 14-24/2.8 DG pesa più di un chilo (1150g) ed il diametro della lente frontale è 96,4mm, mentre il nuovo 14-24/2.8 DG DN pesa 795g ed il diametro della lente frontale è 85mm: non sono differenze da poco e gli obiettivi della serie DN non diventano “imbarazzanti” una volta montati sulle piccole mirrorless come la Sigma fp e la Sony A7R III. Avendo l’abitudine di sostenere il peso di obiettivo e fotocamera con la mano sinistra sotto l’obiettivo, l’impugnatura ed il bilanciamento sono perfetti. Il Sigma 14-24 F/2.8 DG DN Art, nonostante la stessa lunghezza focale e luminosità, ha poco in comune con il vecchio (e ottimo) Sigma 14-24 F/2.8 DG Art a partire dallo schema ottico, il numero di lamelle del diaframma e la minima distanza di messa a fuoco.

La lente frontale è molto sporgente come in altri zoom similari (per esempio, il Sigma 12-24 F/4 Art già provato) ed è ben protetta da un paraluce a petalo non rimovibile.

Una suggestiva foto scattata con il Sigma 14-24 F/2.8 DG DN Art a 14mm su Sigma fp. Ottima la resa anche agli angoli.

Sul campo

Ho provato il Sigma 14-24 F/2.8 DG DN Art sul corpo Sigma fp e la grande qualità di questo zoom balza subito agli occhi: la nitidezza è ottima lungo tutto il range di focali, ma è a 14mm che è davvero sorprendente per nitidezza, la quasi totale assenza di distorsione e vignettatura. Ad essere precisi, ce ne sono delle leggerissime tracce (il vanto di essere “Distorsione zero” tocca al fratello di dimensioni maggiori), ma nel mondo reale sono davvero modeste e sono comunque eliminabili del tutto in postproduzione. La massima apertura di F/2.8 è ben sfruttabile visto che, nonostante i bordi siano leggermente inferiori del centro, non si userà di certo un 14mm per fare delle riproduzioni. Anche qui, nessun problema nel mondo reale.

La resa massima, come nitidezza a centro e bordi, si ha alla focale più corta, cioè 14mm ad F/5.6, la peggiore a 24mm, ma difficilmente potrete notare differenze se non vi mettete a fotografare mire ottiche. Sigma ha giustamente privilegiato la resa alla focale più corta perché non si compra uno zoom del genere per avere un ottimo 24mm ed un mediocre 14mm ma, ripeto, nell’uso pratico non si notano differenze di resa alle varie focali ed alle diverse aperture di diaframma: il Sigma 14-24 F/2.8 DG DN Art è un obiettivo dalla resa straordinaria che non vi deluderà. Superfluo parlare di bokeh per un obiettivo supergrandangolare, ma anche in questo il Sigma 14-24 si difende più che bene grazie al diaframma con 11 lamelle pressoché circolare.

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