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Le montagne di carta di Gianni Maffi

di Pio Tarantini

La fotografia di montagna ha una lunga tradizione che risale all’epoca d’oro della fotografia quando i primi fotografi alpinisti – tra fine Ottocento e primi Novecento – si avventuravano ad alte quote con le loro pesanti macchine da ripresa
Laghi dei Piani, Dolomiti di Sesto (Bolzano), 2005 - © GIANNI MAFFI

La fotografia di montagna ha una lunga tradizione che risale all’epoca d’oro della fotografia quando i primi fotografi alpinisti – tra fine Ottocento e primi Novecento – si avventuravano ad alte quote con le loro pesanti macchine da ripresa. Una tradizione che è continuata fino ai nostri giorni quando dal bianco e nero si è passati al colore e in tempi recenti al procedimento digitale. Ma, al di là di questi dettagli tecnici, pur importanti, quello che conta è lo spirito con cui i fotografi affrontano panorami e visioni montane.

La fotografia di montagna ha una lunga tradizione che risale all’epoca d’oro della fotografia quando i primi fotografi alpinisti – tra fine Ottocento e primi Novecento – si avventuravano ad alte quote con le loro pesanti macchine da ripresa
Il Gran Sasso visto da Campo Imperatore (L'Aquila), 2009 - © GIANNI MAFFI

Gianni Maffi – fotografo affermato con un’ampia e consolidata storia – non è un alpinista in senso stretto ma è un grande amante della montagna che, quando può, percorre con il passo lento e costante della passione. Questo lo ha portato a realizzare molti lavori dedicati alla montagna e uno di questi, che ha voluto intitolare “Montagne di carta”, è in mostra in questi giorni nel comune di Locate di Triulzi, alle porte di Milano.

Nel titolo la precisazione “di carta” non è un riferimento di stampo surreale, ma si riferisce, tra l’altro, al fatto che alle immagini si affiancano testi tratti dalla letteratura di montagna: brani da romanzi e saggi di Buzzati, poesie di Antonia Pozzi e Emily Dickinson, aforismi e riflessioni di scrittori, intellettuali e grandi alpinisti.

La fotografia di montagna ha una lunga tradizione che risale all’epoca d’oro della fotografia quando i primi fotografi alpinisti – tra fine Ottocento e primi Novecento – si avventuravano ad alte quote con le loro pesanti macchine da ripresa
Altopiano delle Pale di San Martino (Trento), 2011 - © GIANNI MAFFI

Scrive Deianira Amico nella presentazione del progetto: «Gianni Maffi si misura con gli spazi fisici della montagna adottando il punto di vista dell’esploratore che vi cammina attraverso, osservatore silenzioso, senza limitarsi tuttavia alla registrazione del dato naturalistico.»

La rassegna propone una serie di quaranta stampe fotografiche in bianco e nero di grande formato, riguardanti il paesaggio di montagna del nostro Paese. Dai ghiacciai dei massicci alpini del Monte Bianco e del Gran Paradiso, ai pinnacoli delle Dolomiti, alle montagne dai dolci profili dei Sibillini.

 

La fotografia di montagna ha una lunga tradizione che risale all’epoca d’oro della fotografia quando i primi fotografi alpinisti – tra fine Ottocento e primi Novecento – si avventuravano ad alte quote con le loro pesanti macchine da ripresa
Torri e Cima D'Agola, Dolomiti di Brenta (Trento), 2011 - © GIANNI MAFFI


Maffi ha fatto ricorso, in questo lavoro, alla fotografia in bianco e nero, secondo una consolidata tradizione stilistica che risale alla “fotografia pura” degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso.
L’autore ha fotografato i grandi scenari di ampio respiro inserendo a volte, in primo piano, dettagli come elementi minori del paesaggio, piccole pietre, segnavia, superfici rocciose

Al proposito Roberto Mutti scrive: «[…] Queste non sono fotografie che possano essere semplicemente guardate, occorre invece osservarle con cura perché solo così è possibile scoprire i tanti particolari che sanno trasmettere.»

Maffi per questo lavoro ha ricevuto nel 2016 il Premio MAC (Macugnaga Arte e Cultura).

Gianni Maffi

Montagne di Carta

Spazio espositivo di Palazzo Trivulzio – piazza Vittoria, 7 – Locate di Triulzi, Milano

Apertura 16/17 e 23/24 marzo 2024

dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle ore 15.30 alle 18.30

La mostra è proposta da ArteMeta nell’ambito del progetto L’Arte non si ferma, con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Brera e del Comune di Locate di Triulzi – Città metropolitana di Milano.

www.giannimaffi.com

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