Centinaia di braccia che si levano in alto nella piazza gremita per poter fotografare con i telefoni cellulari l’accensione delle luminarie che circondano la piazza. Mi viene in mente questo ricordo
in occasione di questa domenica di Pasqua: tralascio le amare considerazioni sui problematici eventi che caratterizzano questo difficile periodo.
Qualche anno fa in occasione delle feste pasquali tornai al mio paese d’origine, un piccolo paese salentino, dove, durante i giorni di Pasqua, si svolge una grande festa religiosa dedicata a una Madonna “Santa Patrona” e protettrice del paese stesso. La festa è articolata in numerosi riti religiosi ma anche in manifestazioni dall’aspetto più laico, come l’allestimento di imponenti luminarie nel centro del paese e lo svolgimento di concerti bandistici che ripercorrono i classici della musica lirica. È una tradizione che, con le variazioni corrispondenti ai diversi Santi venerati, è propria di tutto il Meridione con manifestazioni che di solito si svolgono tra la primavera e l’estate per approfittare delle belle stagioni.
Al mio paese, la sera del lunedì di Pasqua, la tradizione vuole che una processione, partita nel tardo pomeriggio da una cappella, collocata a qualche chilometro dal centro, e dedicata alla Madonna in questione, rientri in paese e, prima di terminare nella chiesa Matrice, si fermi nella piazza principale per una funzione religiosa durante la quale si accendono le luminarie.
Mi capitò quella volta di fotografare il momento in cui si accendono le luminarie così come risulta dalla fotografia che illustra questa mia nota. La funzione religiosa passava così in secondo piano rispetto all’aspetto laico della festa: l’interesse per immortalare lo spettacolo dell’accensione delle luminarie al suono di ritmi pop prevaleva in quei momenti sulla sacralità dell’evento.
Da allora non sono più tornato al mio paese in occasione di questa festa ma so che questo meccanismo si ripete uguale ogni anno. È la forza dirompente e inarrestabile della necessità di conservare sul proprio cellulare una testimonianza delle esperienze delle nostre vite, sia come fatti privati che come eventi pubblici. Nel caso che ho raccontato in questa nota risulta sociologicamente interessante l’aspetto in cui sacro e profano si compenetrano, ottima testimonianza di un miscuglio tra tradizione e modernità, tra senso religioso e bisogno di laico divertimento.
Buona domenica di Pasqua.
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Nato nel 1950 nel Salento, Pio Tarantini ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private.
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