Alex Liverani è un fotografo freelance con base in Italia.
Ha studiato fotografia presso la D.O.O.R Akademie a Roma e li ha frequentato un master sui moderni linguaggi della fotografia documentaria.
Durante il suo percorso formativa ha avuto come mentori Alex Webb, Sebastian Salgado e Oliviero Toscani. Ha vinto importanti concorsi internazionali, tra i principali il LensCulture Street Photography Award nel 2018, il Miami Street Photography Festival nel 2016, l’Urban DotArt nel 2015, il Leica Talent Italia nel 2014 e il Nikon Young Talent nel 2013. I suoi lavori sono stati esposti in molte città e nei principali festival in Europa, negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone.
Ha iniziato a collaborare con Fujifilm Italia nel 2016, sviluppando e promuovendo nuovi prodotti prima del loro lancio sul mercato e organizzando workshops riguardanti la street photography e il mondo dell’editoria.
Alex nel 2018 è stato uno dei concorrenti del programma televisivo Master of Photography in onda su Sky Arte, arrivando secondo.
E’ inoltre il fondatore del collettivo InQuadra e il cofondatore dell’Italian Street Photo Festival. Sempre nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro intitolato DANGO edito da Crowdbooks.
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Se cerchi la ricetta per la giusta Street Photography, questo percorso formativo non fa al caso tuo.
Se hai invece voglia di scoprire gli infiniti ingredienti che a tuo piacimento, possono essere utilizzati in questo genere, allora il mio contributo potrebbe essere per te prezioso.
Assieme andremo a sperimentare e a comporre la tua personale ricetta, studiandola e adattandola ai tuoi gusti e alle tue attitudini.
Preparati ad essere bombardato da infiniti input e da contenuti stimolanti; sappi però che ti toccherà tornare sui libri…sì perché assieme andremo a sfogliare tantissimi libri fotografici e pubblicazioni cartacee che hanno condizionato, influenzato o contribuito a formare la mia visione. Un percorso mirato a mettere in discussione il proprio credo fotografico, un dialogo continuo e stimolante che punta a raffinare e a rendere curioso il proprio sguardo sul quotidiano.
La Street Photography necessita di grande sensibilità nel sentire le immagini, nell’interagire con le persone. Non si tratta di tecnica fotografica, o almeno non solo di quella. La macchina fotografica nella fotografia di strada diventa un prolungamento del proprio corpo. Educheremo lo sguardo e stimoleremo la sensibilità per individuare l’istante perfetto degno di essere raccontato.
La fotografia di per sè non ha alcun significato, è, al contrario, un significante. Una moltitudine di segni linguistici che, attraverso l’atto del fotografare, permette di superare i “classici” problemi quali inquadratura e tecnica, ad esempio, e fa giungere dritti al primo, assoluto, fondamento della fotografia: lo sguardo. Non importa quale macchina fotografica usiamo, quale focale abbiamo a nostra disposizione, ciò che veramente importa in fotografia è la capacità di “sentire” gli odori, i suoni e gli umori del territorio che solchiamo, qualunque esso sia. Uno scatto che possiamo definire “buono” ha luogo nel gesto, ma prima, attraverso una serie di esercizi di immaginazione e immedesimazione. Il fotografo difficilmente è obiettivo poichè la sua forma mentis fotografica è diretta conseguenza della sua alimentazione che ha origine dalle sensazioni legate alla letteratura, alla musica, al territorio che viviamo, alle idee e persino alle utopie. Quindi, se non per questioni puramente tecniche ed estetiche, la fotografia non proviene dalla fotografia. Lo sguardo ha necessità di essere nutrito. Lo sguardo va disintossicato. Lo sguardo va sensibilizzato. Lo sguardo deve essere riconosciuto e coltivato quotidianamente. Immaginiamo dunque di avere in mano della dinamite e non avere i mezzi per farla detonare. Alimentando, attraverso una molteplicità di stimoli, il nostro personale “sentire” giorno dopo giorno, avremo fra le mani un calore tale da permettere allo scatto di venir fuori per puro istinto, per un impulso che permette al fotografo di immedesimarsi talmente tanto da essere invisibile, in un gioco costante fra il fuori e il dentro la scena che si intende ritrarre, sempre ricordando che una buona fotografia, quella che permette alla nostra anima di vibrare, non è frutto del nostro gesto, bensì ci è stata regalata e l’unico merito che possiamo attribuirci è quello di averla RICONOSCIUTA.
Francesco Faraci nasce a Palermo nel 1983. Dopo gli studi umanistici (Antropologia, Sociologia), nel 2013 trova nella fotografia il suo mezzo d’espressione e si forma attraverso le immagini dei grandi fotografi di scuola francese e americana (William Klein, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Robert Capa) cercando di rinnovare un linguaggio che altrimenti suonerebbe desueto. Si occupa di fotografia documentaria e reportage sociale. Al centro del suo lavoro c’è la sua terra, la Sicilia, della quale ama descriverne gli incroci culturali e i paradossi esistenziali (nascita e morte, gioia e violenza, la solitudine che si nasconde fra le pieghe della modernità) con un occhio particolare alle minoranze e ai minori che nascono, crescono e spesso si formano nelle zone disagiate e abbandonate della città, nelle periferie marginali. Per tali ragioni percorre in lungo e in largo le strade della sua terra e dei Paesi Mediterranei, raccontandone le storie attraverso progetti di lunga, media e breve durata.
Diversi suoi reportage sono stati pubblicati su riviste nazionali ed estere (Il Venerdì di Repubblica, La Repubblica, Il Manifesto, Time Magazine, Globe and Mail, The Guardian, VICE, Erodoto108) e ha preso parte a conferenze e seminari sulla realtà delle periferie della sua città. E’ anche videomaker e scrittore di romanzi, di racconti e di saggi che ruotano intorno alle sue radici e alla sua terra d’origine.
Reg. Tribunale Ordinario di Catanzaro n.1422/2022 del 28/4/2022 RG N.980/2022
Autore ed Editore Francesco Mazza Cine Sud Srl Sede legale Corso Mazzini, 189 – 88100, Catanzaro P. Iva: 02972620799
Direttore responsabile Rino Giardiello Iscriz. Albo Giornalisti N.126559
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Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
A causa di questa carenza io e i miei coetanei ci siamo dovuti spesso costruire una visione complementare come autori, designers, critici ed insegnanti e questo ci ha aiutato a costruire qualcosa di fondamentale e duraturo.
Per questo motivo con Cine Sud che vanta un’esperienza di oltre 40 anni nel settore della formazione, abbiamo pensato alla possibilità di offrire dei corsi “one to one”, costruiti sulla base delle esigenze individuali e in campi disparati, che vanno dalla tecnica alla ricerca di nuovi linguaggi in fotografia.
Dei corsi molto vicini a quelli che avremmo voluto avere nel passato, se ce ne fosse stata offerta l’opportunità e la parola opportunità non va sottovalutata, perché ha un peso e una sua valenza e non è spesso scontata.
Ognuno sarà libero di scegliere, sulla base dei nostri consigli, un autore o un tecnico, tra quelli offerti come docenti, e intraprendere un corso che gli offra quello di cui realmente ha bisogno e, eventualmente, ripetere questa esperienza in futuro.
Come quando si va da un eccellente sarto a scegliere con cura un vestito, adattandolo perfettamente al corpo, vogliamo fornirvi il corso che meglio si adatta alle vostre, singole e personali esigenze.
Niente nasce dal caso e per poter essere all’altezza di questo compito e potervi fornire un’offerta diversificata e soddisfacente, abbiamo pensato di sottoporvi un questionario tra il serio e lo scherzoso a cui vi preghiamo di rispondere.
Aiutateci a capire le vostre reali esigenze e chi abbiamo difronte, non ve ne pentirete.
Massimo Mastrorillo