Capo nord è lontano, è un luogo che richiede uno sforzo importante, fisico e mentale. Una destinazione spoglia di tutto, fredda, inospitale, difficile da raggiungere, archetipo del non conosciuto e della scoperta, sinonimo d’esplorazione e dell’ignoto.
È un viaggio che ha un orizzonte verticale, fatto di curve, linee spezzate, vibrazioni in grado di azzerare il tempo. Una luce liquida che si può ascoltare, che riempie la notte e ci guida ad un orizzonte stanco di tutti gli sguardi incapaci di raggiungerlo. È una linea che non è un limite, ma il posto in cui vivono i sogni, che si trova solamente negli occhi e mai nella realtà.
D’altronde c’è chi vede limiti e chi guarda orizzonti. Cosi questo luogo d’incontro tra il cielo e il mare diventa il posto da cui non vorresti mai tornare indietro. Il primo appuntamento col grande nord è sul mappamondo e così il viaggio comincia prima del viaggio stesso. Il potere di declinare in immagine ogni possibilità che potrebbe presentarsi è affascinante. I pensieri sono immagini e possiamo interiorizzarne la forma. L’immaginazione mi da la possibilità di entrare in una zona in cui tutto assume i contorni del mito. “Al cospetto del grande nord”.
Viaggiare in bicicletta nel mondo della velocità, significa scegliere di andare piano, riflettere, esplorare nuovi spazi e diverse dimensioni di sé stessi. Esistono ancora luoghi segreti che ci aspettano. Ci si può passare davanti decine di volte, ma per poterli vedere è necessario volerli acciuffare. L’ignoto può essere dappertutto, anche a pochi passi da casa. Alcune letture stimolano nuove visioni da cui partire per costruire una realtà personale del tutto nuova ed è possibile scoprirsi ricalcando le orme di ci ha preceduto con nuovi approcci, magari più contemporanei.
La concezione e la velocità del viaggio moderno ci danno la misura della labilità e della sostituibilità dei luoghi. Oggi siamo qui, domani siamo a 1000 km di distanza. Siamo in grado di abitare tutti i luoghi e in poche ore possiamo coprire lunghissime distanze. Tutto è vicino e lontano contemporaneamente. Il momento che impieghiamo per spostarci da A a B è vissuto come tempo perso.
Qual è il ruolo del viaggio all’interno di un’epoca che ha annullato le distanze, e che ha reso la meta l’unico punto d’arrivo?
Che ruolo assumono il paesaggio e l’esperienza nell’intraprendere un viaggio? Il viaggio è ancora una metafora della vita?
Che fine ha fatto il viandante che riflette inquieto verso qualcosa d’irraggiungibile?
Raramente si sa dove cominciamo le storie e quasi mai perché, ma di certo quella di questo viaggio è cominciata parecchio tempo fa. Cosa c’è di originale nell’andare a Capo nord in bicicletta? Nulla. Tutto.
La vita è fatta di incognite e avventure, e nell’arco di questa ho cercato di risolvere le prime assecondando le seconde.
Il nord è una sensazione, lo cerco da sempre ovunque e credo che si debba poter vedere di persona i luoghi in cui l’anima si è sentita a casa attraverso gli occhi di altri. Il Nord lo porto dentro, non disgela mai, io che sono figlio di alloro e olivi. Il nord è una bellezza essenziale e va guardata con attenzione e guardare non è come vedere, è molto di più, comporta l’intenzione e la volontà. Guardare è un verbo dell’amore, è un passo contro l’indifferenza, contro la tentazione di guardare da un’altra parte.
Il Nord è una scoperta, un’esplorazione di nuovi confini della propria anima, è un viaggio su strade secondarie della coscienza. Il nord è scoprire una realtà diversa da come ci appare.
Cosa resterà di un viaggio del genere? forse un luogo senza fine, vuoto, che risplende di una bellezza arida. Uno spazio senza gravità, dove le leggi fisiche non hanno valore, dove il passato diventa finalmente futuro, un posto in cui la mente si fonde con l’anima e genera un luogo che esiste perché esisti tu.
Spesso non si hanno occhi per vedere ciò che si sta cercando, nella testa rimbombano i consigli di chi non ha il coraggio di guardare nemmeno un atlante ma a Nord questi si allontanano in una eco lasciando il posto alla mia vita. Cosi ho deciso di partire per un sentiero appena tracciato che sono sicuro diventerà una strada, la mia, e attendere che un vento di lasco mi riporti a casa.
Media Partner: Phocus Magazine
RoadtoNordKapp.it un’idea di Emanuele Mei, prodotto da MWAY Communication & Events e TeoVisuals in collaborazione con Door Factory.
Ulteriori info sul progetto: https://roadtonordkapp.it
Ulteriori info sull’artista: https://emanuele-mei.format.com
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Vivo in un piccolo paesino della Liguria, in riva al mare, dove sono tornato dopo aver studiato archeologia, arte e fotografia a Genova, Roma e Milano. Da un decennio sono impegnato in progetti a lungo termine con finalità sociali e di approfondimento in est Europa, Asia e nell’area del Mediterraneo. Utilizzo la fotografia come strumento d’indagine nello studio di ciò che mi interessa e quel che mi circonda. Sono da sempre un sostenitore dell’originalità, riversata nel linguaggio contemporaneo che cerco nella mia scrittura, nelle immagini e nella vita. Sostengo l’editoria indipendente e amo il libro in tutto le sue sfaccettature.
Dopo alcuni corsi di tecnica fotografica a Genova durante gli anni dell’Università decido di approfondire le mie conoscenze sul linguaggio e mi trasferisco a Milano dove frequento l’accademia John Kaverdash. Successivamente, sempre a Milano, partecipo alla Bauer dove svolgo un Master in ritratto fotografico e un Master per Photo Editor, per poi passare all’academy dell’agenzia LUZ.
Infine mi accosto a Door a Roma, frequentando dapprima un Master internazionale sul libro fotografico e svariati workshop con autori internazionali, diventandone membro nel 2019.
Sempre nel 2019 svolgo un Master per curatela museale on line presso Artedata.
International PRESS CARD ID. 17902
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