
Mercoledì ore 8.30
Guardo fuori dalla finestra il sole sorgere. Il buio lascia spazio ad una luce debole che mi spinge a partire. In questi giorni la temperatura è scesa di 6 gradi rispetto a quando sono arrivato in città. L’inverno sta arrivando e pedalare sarà sempre più difficile.
La mia condizione di viaggio suscita sempre curiosità. Lungo il percorso sono stato fermato da molta gente, mi sono state poste parecchie domande e le risposte hanno sempre provocato reazioni di stupore. Anche a Rovaniemi mi sono state posti quesiti relativi all’itinerario ma la reazione non è mai stata di stupore bensì di preoccupazione. Le risposte sono state sempre uguali, lo sono da Stoccolma in realtà, ma risultano più consapevoli e hanno un peso differente. “L’inverno sta arrivando. Sei in ritardo, fai molta attenzione”. Fin da bambino leggo il mondo come un libro, ogni luogo da me osservato è come una pagina che attende di essere sfogliata, assaporata e immaginata. Potrei accontentarmi del risultato ottenuto, scappare da questa condizione d’incertezza in cui mi trovo ma la curiosità di leggere le pagine successive di questa storia mi spingono ad andare avanti. Sono pronto e molto determinato. So che se non mi darò una mossa manderò in frantumo mesi di sacrifici economici, fisici e mentali.
Un ragazzo si avvicina alla mia bicicletta e mi dice che un branco di lupi è stato avvistato diverse volte negli ultimi 2 giorni a pochi Km dalla città, che lui stesso lo ha visto ieri mattina. Ho intenzione di dormire in tenda anche per risparmiare e la cosa non mi piace. Ormai ho deciso di partire, quindi cerco di non pensarci troppo, oltre la linea di Napapijri non so cosa mi aspetterà ma sono pronto a scoprirlo, nel bene e nel male.


Alle 11.00 parto, devo prendere le misure sulla percorrenza con le gomme chiodate e il freddo. Sono cosciente che questi ultimi 700 Km saranno i più duri e che non potrò percorrerli velocemente e con serenità, in più ho l’incognita della bici. Sbaglio clamorosamente strada e mi ritrovo di fronte ad una delle numerose basi militari presenti nella zona. I furgoni della polizia militare fanno avanti e indietro di continuo, la mia presenza di certo non passa inosservata. Attorno al perimetro della caserma numerosi militari scavano trincee e posizionano armi di grosso calibro. Sembra che si preparino ad un’invasione. La Russia non è distante e la politica del prevenire è meglio che curare, ha portato all’aumento della spesa militare anche in Finlandia. Questi soldi devono essere pur spesi in qualche modo.
Mi rendo conto di aver sbagliato percorso dopo 20 km. Sono le 13. Ho freddo e devo tornare a Rovaniemi per tornare sulla E75, ma non voglio assolutamente fermarmi in città per la notte, sarebbe una sconfitta clamorosa per me, quindi arrivato al bivio proseguo fino al villaggio di Babbo Natale. Finalmente anche io attraverso il confine del Circolo Polare Artico. Faccio le foto di rito, non sia mai che qualcuno poi mi dica che non ho attraversato la “linea”. Il Circolo Polare Artico è il nome dato alla latitudine più meridionale dove il sole rimane sotto l’orizzonte durante l’intera giornata del solstizio d’inverno e sopra l’orizzonte durante il solstizio d’estate. Ciò deriva dal fenomeno astronomico chiamato “obliquità dell’eclittica” che pone il Circolo Polare Artico alla latitudine di circa 66°33’N. Questo significa che questa linea è il limite più meridionale dove si può osservare il sole di mezzanotte in estate e la notte polare in inverno. Negli anni 20 fu eretto il primo cartello su questa linea sulla strada che porta all’Oceano Artico. Questo luogo divenne immediatamente un punto di riferimento e una tappa obbligata che negli anni ha attirato migliaia di turisti, permettendo lo sviluppo di un’economia dedicata. Dopo aver praticato il rituale del selfie con il telefono mi fermo nella stazione di servizio che sta di fronte al parco natalizio e prendo informazione sui questi fantomatici lupi e per chiedere se esiste un luogo più o meno sicuro in cui piantare la tenda.

Il benzinaio mi conferma la presenza del branco e mi consiglia di trovare una struttura, avere a che fare con i lupi lapponi non è un’esperienza, è un follia. Gli dò retta e trovo una casa in mezzo al bosco non distante dalla E75 ad un prezzo più o meno umano.
Eh si, perché i cacciatori di aurore boreali sono disposti a spendere qualsiasi cifra, alzando i prezzi delle stanze nei luoghi in cui il fenomeno si manifesta più frequentemente. La casa è davvero molto bella, intorno non c’è nulla, e c’è tutto. Il camino mi da conforto. Ho percorso solo 30 km da Rovaniemi, complice il fatto che per 20 km sono andato in un’altra direzione, ma sono comunque felice. Riprendere il percorso è stato fondamentale, e lentamente sta tornando quel mordente che mi portato fino a qui.


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Vivo in un piccolo paesino della Liguria, in riva al mare, dove sono tornato dopo aver studiato archeologia, arte e fotografia a Genova, Roma e Milano. Da un decennio sono impegnato in progetti a lungo termine con finalità sociali e di approfondimento in est Europa, Asia e nell’area del Mediterraneo. Utilizzo la fotografia come strumento d’indagine nello studio di ciò che mi interessa e quel che mi circonda. Sono da sempre un sostenitore dell’originalità, riversata nel linguaggio contemporaneo che cerco nella mia scrittura, nelle immagini e nella vita. Sostengo l’editoria indipendente e amo il libro in tutto le sue sfaccettature.
Dopo alcuni corsi di tecnica fotografica a Genova durante gli anni dell’Università decido di approfondire le mie conoscenze sul linguaggio e mi trasferisco a Milano dove frequento l’accademia John Kaverdash. Successivamente, sempre a Milano, partecipo alla Bauer dove svolgo un Master in ritratto fotografico e un Master per Photo Editor, per poi passare all’academy dell’agenzia LUZ.
Infine mi accosto a Door a Roma, frequentando dapprima un Master internazionale sul libro fotografico e svariati workshop con autori internazionali, diventandone membro nel 2019.
Sempre nel 2019 svolgo un Master per curatela museale on line presso Artedata.
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