Diario di una “Cotta”.
Ora di inizio, ora di accensione pentola, ora di immersione grani, ora di estrazione pipe, ora di termine sparge, ora di inizio bollitura, ora di fine bollitura e inizio raffreddamento, ora di fine raffreddamento, ora di inoculo lievito, ora di fine attività di pulizia.
La dodicesima tappa mi porta a Ingolstadt, in direzione di Norimberga. Da oggi dovrei sperimentare la famosa pianura tedesca, e dopo aver attraversato le Alpi con le mie gambe sono proprio curioso di capire quanti chilometri posso effettivamente fare prima di stramazzare al suolo.
Esco alle 8 dall’ostello, cerco un posto per fare una colazione più o meno degna di questo nome e alle 9.15 la partenza è ufficiale. Davanti ho 98 Km circa da fare in completo relax, senza sbattimenti e guardando per aria. Esco da Monaco percorrendo la pista ciclabile ed entro in aperta campagna. Anche qui il granoturco, compagno di viaggio ormai insostituibile, fa la sua comparsa.
Dopo uno sterrato più lungo di quello che avrei sperato rientro in strada, ma non vedo l’ingresso della ciclabile. Alcune macchine mi suonano e io le saluto con entusiasmo. Al decimo colpo di clacson di un trattore che ha rischiato di travolgermi, capisco di aver sbagliato percorrenza. Niente. Incontro nuovamente un ingresso ciclabile dopo altri 2 Km di paura. Era meglio se non me ne accorgevo. Beata ignoranza!!
Anche oggi il silenzio agisce come sfondo. La fantasia mi fa scoprire un linguaggio fatto di segni e le immagini diventano la musica che suona la natura. Faccio parte del tutto, la lontananza viene sostituita dalla vicinanza. Lo sfondo è una fotografia ancora prima di essere realizzata. La mia mente torna in volo e mi ritrovo nella mia casa, circondato dagli affetti che troppo spesso do per scontati.
Nei pressi di Pfaffenhofen an Der Ilm vengo riportato sulla terra da un rumore secco e metallico proveniente dalla ruota posteriore della mia bici. Si è rotto un raggio. Con quello che si è spezzato l’altro ieri i raggi rotti sono due e la ruota comincia a svirgolare. Proseguire con il peso delle borse e la ruota da riparare non è sicuro, cosi cerco un meccanico lungo la strada. Parlo con il meccanico, dice di poter risolvere il problema in un ora. Mi sembra tanto, ma essendo un emergenza mi rendo conto che probabilmente Durendal passerà davanti a tutti, quindi mi armo di pazienza e vado al bar.
Breve storia triste: il conto. 171,95 euro. Incredulo pago e riprendo la strada, ma lentamente mi sale il nervosismo dovuto alla sensazione di bruciore che sto provando.
Cerco di non pensarci, ma non mi riesce. Ogni cosa che faccio o che vedo, ogni rumore che sento mi riportano alla fregatura appena presa. Anche oggi l’imprevisto ha superato la probabilità. Faccio un attimo due conti. Se continuo con questo ritmo a 300 euro ogni 1000 km saranno dolori.
Ingolstad è una piccola bomboniera, ospita la sede dell’Audi. Qui la macchina è uno status. Il centro storico è ben tenuto, i caffè alla moda sono ad ogni angolo con i dehors che pullulano di persone sorridenti.
Inizialmente la durezza del nome mi ha fatto immaginare una cittadina simile a quelle dell’est Europa, invece mi ritrovo catapultato a Narnia.
La birra è il prodotto nazionale, e di certo non mi tiro indietro nel provarla, non sono cosi timido. Incontro un locale in una birreria, ci presentiamo senza scambiarci i nomi. Parliamo di birra e mi spiega l’origine della cotta e i vari procedimenti per realizzarla.
La Cotta è il procedimento che dà vita alla produzione
del mosto di birra. La tecnica è rimasta immutata nei secoli e i tempi di lavorazione sono rimasti gli stessi. Le fasi della preparazione del mosto di birra sono la macinazione, l’ammostamento e saccarificazione, la filtrazione, la bollitura e luppolamento, il raffreddamento e aerazione, la fermentazione, l’imbottigliamento e la rifermentazione.
La spiegazione fornitami ovviamente è stata molto più dettagliata di come posso riportarla qui. Alla fine le birre sono 5. Meglio se vado a casa.
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Vivo in un piccolo paesino della Liguria, in riva al mare, dove sono tornato dopo aver studiato archeologia, arte e fotografia a Genova, Roma e Milano. Da un decennio sono impegnato in progetti a lungo termine con finalità sociali e di approfondimento in est Europa, Asia e nell’area del Mediterraneo. Utilizzo la fotografia come strumento d’indagine nello studio di ciò che mi interessa e quel che mi circonda. Sono da sempre un sostenitore dell’originalità, riversata nel linguaggio contemporaneo che cerco nella mia scrittura, nelle immagini e nella vita. Sostengo l’editoria indipendente e amo il libro in tutto le sue sfaccettature.
Dopo alcuni corsi di tecnica fotografica a Genova durante gli anni dell’Università decido di approfondire le mie conoscenze sul linguaggio e mi trasferisco a Milano dove frequento l’accademia John Kaverdash. Successivamente, sempre a Milano, partecipo alla Bauer dove svolgo un Master in ritratto fotografico e un Master per Photo Editor, per poi passare all’academy dell’agenzia LUZ.
Infine mi accosto a Door a Roma, frequentando dapprima un Master internazionale sul libro fotografico e svariati workshop con autori internazionali, diventandone membro nel 2019.
Sempre nel 2019 svolgo un Master per curatela museale on line presso Artedata.
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