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Samyang Experience, intervista a Roberto Savio – Fotografia Still life

di PHocus Magazine

Dunque, Roberto, come ti sei trovato a scattare con il Samyang XP 85mm

Mi ha sorpreso. Ma facciamo un passo indietro, ricordiamo che sto usando l’obiettivo montato su un corpo macchina Panasonic Lumix S1R con 47,3 Megapixel e un adattatore Canon MC21. La serie XP è stata sviluppata interamente per Canon e qualche ottica per Nikon.

La S1R, avendo il sensore stabilizzato su 5 assi, mi ha aiutato molto nell’uso di questa ottica interamente manual focus e priva di stabilizzazione interna, soprattutto quando ho scattato a mano libera.

Il Samyang 85mm f1.2 XP è davvero molto robusto. La qualità di costruzione è davvero altissima e ha un design minimal. L’ottica in sé non è leggerissima, sfiora il chilogrammo e a fine giornata, dopo molti scatti, devo dire che si sente tutto. Se è vero che nella fotografia il peso elevato contraddistingue un buon livello di costruzione, qui si raggiunge la perfezione. [ride ndr]

La ghiera di messa a fuoco ha una corsa molto lunga e questo mi ha permesso di essere molto preciso nello scegliere il punto di messa a fuoco.

E’ un f1.2: hai avuto modo di testarlo a tutta apertura?

Bisogna prenderci la mano, come abbiamo detto è un Manual focus e prima di centrare esattamente il punto di messa a fuoco ci sono voluti un po’ di scatti e non è stato semplicissimo. Una volta capito come funziona e di come l’anello della messa a fuoco reagisce agli incrementi, è una bomba!

Con i soggetti ravvicinati riesci davvero a mettere a fuoco al millimetro. In questo ritratto si vede benissimo come i capelli e parte del sopracciglio siano a fuoco, ma l’occhio sia già sfocato. Ho trovato che con l’85mm Samyang si ha un’estrema discrezione nel definire la profondità di campo.

Fonte: Fowa.it

© Roberto Savio Photography
© Roberto Savio Photography

Samyang afferma che il bokeh e lo sfuocato che dona è di un livello altissimo, concordi?

È spaziale! Davvero. Paragonandolo a obiettivi ben più blasonati, faccio fatica a trovare grosse differenze di resa, se paragonati anche l’enorme differenza di prezzo.

Lo sfocato risulta sempre morbidissimo. Devo essere sincero, mi ha entusiasmato. Pochi obiettivi che ho provato hanno questa caratteristica. Negli scatti che ho fatto, dietro al soggetto, lo sfocato è molto progressivo, definisce piacevolmente la profondità di campo richiesta dal fotografo ed evidenzia il soggetto a fuoco.

© Roberto Savio Photography
© Roberto Savio Photography

Nella tuo genere fotografico l’importanza dei colori è fondamentale, come si è comportato l’85mm?

Con la Lumix S1R con la quale ho scattato, ha tonalità abbastanza calde di default, il Samyang XP 85mm f1.2 ha mantenuto comunque la fedeltà dei colori appieno.

Specialmente nella food photography, dove i colori sono importantissimi, il risultato che si ottiene scattando con questo obiettivo è sorprendente. Il contrasto è elevato ed è estremamente nitido, anche a tutta apertura.


Vedi la food photography come forma di espressione artistica? Quali differenze ci sono, se esistono fra questo tipo di fotografia e quella di food destinata ai libri e/o ricettari?


Principalmente, a livello di linguaggio la grande differenza è che la fotografia editoriale è prevalentemente descrittiva, mentre la fotografia fine art in genere punta a emozionare e a rappresentare lo stile artistico dell’autore.

Lo scopo della fotografia editoriale è quello di supportare un testo, nel caso del food con una mise en place e uno styling specifico. In teoria, l’immagine è valida – come nel caso della fotografia pubblicitaria – quando potrebbe addirittura essere sostituita al testo.

L’obiettivo dei miei progetti “fine art” per il settore food, benché i soggetti siano quasi sempre veri piatti serviti al tavolo, è quello far riconoscere la food photography in quanto genere fotografico espressione dell’arte contemporanea e non solo attività per la produzione di immagini commerciali a corredo di una ricetta.

Nei mie scatti fine art punto ad unire estetica, etica e narrazione, con una composizione essenziale ed evocativa della vision gastronomica dello chef e, più in generale, del food design sviluppato a monte dello shooting.

 

Mi sembra di capire che tu abbia strapazzato ben bene il Samyang l’XP 85mm, quindi… e non solo in studio!


In effetti l’idea iniziale era quella di usare il Samyang XP 85mm esclusivamente in studio, ma non ho resistito e l’ho portato con me in giro per un paio di settimane, senza mai mancare un’occasione di scatto outdoor, traendone sempre la medesima sensazione di appagamento che solo il “giusto” attrezzo fotografico ti sa dare.

Quando poi l’ho testato in alcuni scatti still life, azzerati tutti i possibili limiti di peso e dimensioni, ho potuto apprezzarne la resa anche con luci flash, oltre che la già citata estrema discrezionalità nel definire la profondità di campo.

La “P” della sigla XP, sta per “Premium”… in effetti per me lo è stato! 😉

© Roberto Savio Photography
© Roberto Savio Photography
© Roberto Savio Photography

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