Info
Emma Bucelli
A Project of Non – Resistance [2021 – on going]
Venezia, da sempre rappresenta l’archetipo delle condizioni estreme di vita: un esempio storico e monumentale di simbiosi con l’acqua. Dal passato ad oggi possiamo dire che Venezia si è definita dall’interno, essendo la Repubblica Serenissima, un colosso mercantile, una forza industriale, ed ultimamente un prodotto di vendita per il turismo di massa.
Ho scelto di analizzare i luoghi di confine tra terra e laguna volgendo lo sguardo su come l’intervento dell’uomo si rapporta al paesaggio e viceversa. Gli ecosistemi umani e naturali di questi luoghi, minacciati dall’innalzamento del livello del mare, sono oggi a rischio.
Ora, Venezia è in balia di esternalità incombenti. Il progetto è nato da una collaborazione con un’urbanista per una ricerca di tesi sulle zone a rischio e possibilità di adattamento future.
Unnamed place [2021]
La mia ricerca si è concentrata su una porzione di riva del fiume Tevere che con l’intervento dell’uomo ha sempre mutato la sua destinazione d’uso: da luogo abitativo, a discarica, a spazio che oggi vuole essere aperto alla cittadinanza come semplice luogo contemplativo o di passaggio.
Uno spazio svuotato dai rumori frenetici della città che facendosi scoprire poco a poco nelle sue stranezze e nelle sue bellezze, ti lascia connettere con i tuoi pensieri.
L’unico suono rimane quello del fiume che ti trascina nel suo perpetuo mutamento ciclico, mormorando la nostra storia. Panta Rei.
Proposta per CONFINI
A project of non resistance
La Laguna Veneta rappresenta un luogo di convivenza tra uomo e acqua, dove tempo e movimento hanno una definizione diversa per ciascuno dei suoi abitanti. È l’archetipo urbano e paesaggistico della stretta convivenza tra il dominio dei territori dell’entroterra e quello del mare. La gente, la cultura e le tradizioni hanno sempre ricordato e rispettato la leggenda di Venezia e la sua creazione, comprendendo i delicati confini e le frontiere di incontro tra terra e mare, preservando il raggiunto equilibrio tra di essi e la popolazione. Tuttavia, è possibile notare come ad un certo punto l’urgenza di diventare moderni abbia prevalso sull’equilibrio tra i due domini. La necessità di una società civile e di una visione globale di ciò che le città dovrebbero essere ha creato un divario tra l’entroterra e il mare. Potremmo dire che Venezia si è da sempre ridefinita dall’interno verso il resto del mondo, modificando la sua definizione da potenza marittima indipendente, a culla artistica di idee rivoluzionarie, a forza industriale petrolchimica, a prodotto di consumo di massa. Con l’avvicinarsi della crisi climatica, per la prima volta Venezia deve fare i conti con le esterno che, di conseguenza, ridefinirà l’identità veneziana dall’esterno. Intendo, con questa ricerca, muovermi lungo i confini della laguna per documentare la coesistenza e l’andamento del paesaggio, trovando nuove possibili anatomie basate sul legame tra entroterra e mare: confini a rischio a causa dell’innalzamento del livello del mare.
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