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FOTOGRAFIA SOCIALE: A MILANO PARTE IL PROGETTO “CALEIDOSCOPIO, OBIETTIVI DI VITE”

di PHocus Magazine

Al via un laboratorio con i giovani di Spazio Blu, realizzato dall’associazione Ri-Scatti ODV grazie al sostegno di Canon

Una storia inedita, che racconta la visione del mondo di un piccolo collettivo di ragazzi
dallo “sguardo basso” che punta a una mostra fuori dal comune

Superare la fragilità e ritrovare se stessi, scoprendo il proprio talento nascosto grazie al linguaggio delle immagini. È l’obiettivo di “Caleidoscopio, obiettivi di vite, un progetto che si propone, attraverso un laboratorio fotografico, di offrire a un gruppo di ragazzi e ragazze dal vissuto difficile l’opportunità di dare libero sfogo a pensieri ed emozioni, ma anche di sviluppare competenze utili per un futuro professionale o semplicemente di coltivare una passione. Protagonisti dell’iniziativa, a partire al titolo dato dal gruppo all’inizio del corso, sono  alcuni giovani seguiti da Spazio Blu, servizio multidisciplinare specialistico dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano che si occupa di fornire supporto a minori e ragazzi assuntori di sostanze stupefacenti sottoposti a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Realizzato in collaborazione con Ri-Scatti ODV, associazione di volontariato impegnata a promuovere occasioni di riscatto sociale attraverso la fotografia, e con il sostegno di Canon Italia, il corso, strutturato in un ciclo di 12 appuntamenti, potrà contare su un insegnante d’eccezione. A guidare gli studenti fino a metà marzo nel percorso di narrazione per immagini sarà infatti Pietro Masturzo, fotografo documentarista e fotoreporter indipendente, anche vincitore del premio World Press Photo of the Year nel 2010, pronto a mettere a disposizione degli allievi tutta la sua sensibilità e la grande esperienza maturata promuovendo progetti di integrazione e inclusione.
Il laboratorio vuole essere un momento di confronto e di stimolo per i ragazzi, che hanno la possibilità di imparare le basi della fotografia con il supporto dell’attrezzatura Canon, per affrontare emozioni e stati d’animo, sofferenze e paure, aspettative e speranze. Un’opportunità di raccontare, attraverso l’obiettivo, la propria visione del mondo e condividere le proprie storie personali, segnate da guai con la giustizia e l’uso di sostanze stupefacenti.

L’apporto di Canon Italia, grazie al quale i giovani fotografi acquisiscono a tutti gli effetti il diritto di autori, si inserisce all’interno del Young People Programme, il programma con il quale l’azienda intende fornire alle nuove generazioni provenienti da contesti svantaggiati gli strumenti necessari a valorizzare la loro creatività e a documentare, con la forza delle immagini, un mondo diverso da quello che siamo soliti guardare.
Un progetto, dunque, in cui la fotografia rappresenta uno strumento di rivalsa, un mezzo per i ragazzi di Spazio Blu di sviluppare nuovi interessi, riallacciare relazioni, riconoscere e accettare i propri errori con l’obiettivo di andare avanti. A coronamento del laboratorio sarà allestita una mostra che avrà lo scopo di sensibilizzare il pubblico sul tema del disagio giovanile.
“Sono ormai dieci anni che Ri-scatti supporta tematiche di fragilità sociale tramite la fotografia – dichiara Stefano Corso, Presidente dell’associazione dal 2021 – Ogni volta i nostri tutor e docenti devono imparare nuovi linguaggi e acquisire diverse modalità in base all’età e alle caratteristiche del progetto, entrando sempre in punta di piedi, attivando l’ascolto e cercando
di amplificare l’empatia oltre che la tecnica e lo sguardo. Così facendo, la fotografia può diventare una forma espressiva comune che supera facilmente ogni differenza e diffidenza”.
“Siamo convinti – afferma Daniela Valterio, Sustainability, Environment, Quality & Product Safety Manager di Canon Italia – che questo laboratorio ci regalerà grandi emozioni. Sono tante le iniziative di responsabilità sociale che abbiamo appoggiato negli anni attraverso il Young People Programme. Ci siamo confrontati con molte realtà diverse, più o meno delicate. Questa lo è particolarmente ed è per noi un onore accompagnare i ragazzi coinvolti in un percorso di crescita e affermazione attraverso il potere del linguaggio universale dell’imaging”.
_______
Pietro Masturzo (Napoli, 1980) è un fotografo documentarista e fotoreporter indipendente. Dopo una laurea in Relazioni Internazionali si dedica al fotogiornalismo e alla fotografia documentaria, focalizzando il suo lavoro principalmente su questioni sociali e politiche. Come fotoreporter, dal 2007, ha documentato i maggiori conflitti e le crisi umanitarie dei nostri tempi tra Africa, Medio Oriente, Nord Africa, Sud-est asiatico ed Europa, collaborando con le maggiori testate italiane e internazionali. Il suo lavoro inoltre è stato esposto in numerose mostre personali e collettive, nell’ambito di musei, gallerie e festival di fotografia internazionali.
Ha ricevuto diversi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il prestigioso World Press Photo of the Year per una foto scattata a Teheran nel 2009 durante le proteste contro il regime iraniano. Dal 2015 realizza progetti di fotografia con finalità sociali grazie al supporto di Canon. Nel 2018 esce il suo primo film documentario “Life is but a dream”, realizzato con la regista Margherita Pescetti, di cui è co-autore e direttore della fotografia. Masturzo collabora regolarmente con associazioni, fondazioni e Ong ed è un membro dell’agenzia Prospekt.

SPAZIO BLU
è un servizio socio sanitario dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano; un luogo dedicato a minorenni e giovani assuntori di sostanze stupefacenti e/o alcoliche sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Minorile.
In Spazio Blu il giovane e la sua famiglia possono ricevere informazioni, avviare una diagnosi precoce ed essere destinatari di interventi psicologici, educativi, sociali e sanitari effettuati da operatori specialisti. Tutti gli interventi sono caratterizzati da modalità capaci di incentivare l’adesione dell’adolescente e della sua famiglia, rendendo sia l’uno che l’altra motivati a migliorare e a farsi protagonisti e artefici di una nuova cura di sé.
La storia di Spazio Blu parte nel 2000, con la sperimentazione delle prime azioni pilota a favore dei minori segnalati come assuntori di sostanze, detenuti presso IPM Beccaria. Dal 2009 si incontrano i ragazzi dalle primissime fasi dell’arresto nel e dal 2010 l’attività si estende alla presa in carico dei minori segnalati dal tribunale per i Minorenni e dalla procura c/o il TM.
L’Équipe multidisciplinare di SPAZIO BLU si occupa di minori in stato di fermo/arresto presso il Centro di Prima Accoglienza o detenuti presso il carcere minorile ‘Cesare Beccaria’ o in carico ai Servizi territoriali.
In particolare, il servizio si rivolge a ragazzi:
– che hanno commesso un reato molto spesso collegato all’uso di sostanze o in stato di alterazione, perché sotto effetto di sostanze stupefacenti e/o alcoliche;
– che attraversano l’esperienza di uso di sostanze in assenza di consapevolezza dei rischi di compromissione psico-fisica, ma in cui l’arresto può trasformarsi in un’occasione per essere “fermati”;
– che sono alle prese con il difficile compito di costruzione della propria identità in cui l’uso di sostanze si colloca come mezzo per sedare il conflitto inerente la relazione ambivalente con l’oggetto esterno, che rinvia a quella non risolta nei confronti degli oggetti genitoriali;
– che presentano una condizione di vulnerabilità narcisista che si manifesta come permalosità esagerata, associata a vissuti di vergogna, umiliazione e mortificazione, legati ad aspettative disattese, proprie e dell’ambiente;
– che fanno parte della cosiddetta “società dei consumi”, del tutto e subito e della ricerca del piacere immediato, dove le droghe diventano delle merci da avere per “essere”, a seconda della situazione ricercata;
– che fanno parte del “gruppo trasgressivo” dei pari in cui la sostanza diventa “l’amica” comune, un segno distintivo, e in cui l’identificazione con lo stile di vita del gruppo e con l’appartenenza al gruppo di riferimento diventa una dipendenza costruita a reazione e a difesa da quella genitoriale;
– extracomunitari, in cui l’uso di sostanze può anche essere riconducibile allo stress derivante dalla esperienza migratoria, nel maldestro tentativo di automedicazione per fronteggiare un profondo disagio emotivo o per migliorare l’adattamento sociale.

Ri-Scatti ODV
Ri-Scatti (www-ri-scatti.it) è un’associazione di volontariato nata nel 2013, che organizza laboratori di fotografia e arte per promuovere l’integrazione sociale e dare un’opportunità di riscatto a chi soffre o a chi nella vita è rimasto indietro, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sui valori della solidarietà.
Ogni anno, in collaborazione con il PAC di Milano e con varie realtà associative, indaga un tema associato a una specifica categoria di fragilità sociale, attraverso attività di tipo artistico in cui gli stessi soggetti “fragili”, guidati da professionisti e forniti di strumenti espressivi, vengono stimolati a raccontare la propria visione. Ogni singolo progetto si è trasformato in un’importante occasione di rivalsa personale e sociale per tutti i partecipanti.
Fino al 2020 Ri-Scatti ha operato esclusivamente in ambito fotografico e in relazione al territorio milanese, mentre a partire dal 2021 le attività hanno iniziato a includere anche altri linguaggi artistici e a estendersi a tutto il territorio nazionale. Nei dieci anni di attività i progetti di Ri-Scatti hanno spesso coinvolto i giovani: nel 2017 si è lavorato con giovani affetti da tumore, nel 2018 con i ragazzi terremotati di Amatrice, nel 2019 con le vittime di bullismo, nel 2021 con i giovani, per lo più ragazze, affette da Disturbi del Comportamento Alimentare (Milano e Roma). Nel 2022, un’indagine ad ampio spettro sulle carceri lombarde ha coinvolto, fra gli altri, l’Istituto Penale per i minorenni “Beccaria” di Milano. Nel 2023 il laboratorio presso la sezione femminile della Casa Circondariale di Rebibbia ha avuto come esito la pubblicazione di un libro edito da Castelvecchi (in uscita).
Nel 2024 l’associazione intende focalizzare lo sguardo sulle varie forme di disagio giovanile acuite e/o emerse nel post pandemia, sviluppando a Milano un laboratorio fotografico in collaborazione con Spazio Blu e con il supporto di Canon YPP.
Scopri di più su: www.ri-scatti.it

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Massimo Mastrorillo

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