

Info
Emma Bucelli (2000, Empoli). Appassionata sin dalla tenera età alla fotografia e al cinema, continuo tutt’ora a coltivare queste passioni con profonda dedizione. Dopo il diploma in Audiovisivo e Multimediale presso il Liceo Artistico della mia città, proseguo i miei studi frequentando il triennio di Fotografia presso la Libera Accademia di Belle Arti (LABA) di Firenze. Nei miei progetti mi servo di un genere di racconto che tende a descrivere a pieno il soggetto preso in questione mostrando ambienti, materiale di archivio e oggetti, attraverso scatti ridotti al minimo privati di molti elementi ridondanti che non ritengo utili al racconto. Dal punto di vista estetico le fotografie sono caratterizzate, spesso, da una forte componente creativa e/o grafica che attinge da fatti reali o da racconti totalmente immaginari.
CONCORSI E PUBBLICAZIONI
Dicembre 2021: Pubblicazione dell’articolo fotografico e testuale D.Cuba sulla rivista online Perimetro, nella sezione dedicata alla città di Firenze.
Novembre 2021: Selezione ed esposizione del cortometraggio Goodbye al ClassFest (Festival internazionale di Scuole di Film e Teatro) organizzato dall’Accademia di Belle Arti della Repubblica di Moldova.
Ottobre 2021: Vincitrice del secondo premio del concorso Fiducia e Speranza nel futuro organizzato da Huffington Post Italia s.r.l. in collaborazione con Fondazione Nino Migliori, BPER Banca e FIAF Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.
IN UN TEMPIO DI MINERVA
Il termine “Catcalling” è un neologismo che deriva dall’inglese la cui traduzione letterale è “gatto” e “chiamare”.
Già usato a fine settecento la sua accezione inizialmente era riferita all’ambito artistico: oggi delinea le situazioni in cui un uomo tenta di attirare l’attenzione di una donna estranea che è di passaggio per strada.
D.CUBA
Il progetto racconta la storia di Danilo Cubattoli attraverso gli occhi di Adriana, una delle persone più legate, insieme al marito Steve e a Ghita Voghel, al Cuba, un prete che ha contribuito a cambiare non solo il territorio fiorentino ma anche quello nazionale: è un progetto che nasce dalla voglia di dare voce a tutti coloro che rimangono nell’ombra.
WELCOME TO TERANDARA CITY
Terandara è una città immaginaria nata in un futuro distopico. Questa piccola cittadina sommersa nel giallo (colore che solitamente viene collegato ad uno stato di irrequietezza o alterazione) è l’unica ad avere una soluzione al problema che affligge tutto il pianeta: il fatto di essere abitato da “umani” senza una bocca per comunicare tra loro. Per far fronte a questo problema alcuni cittadini iniziano a raccogliere fiori dai cui petali ricavano una sostanza stupefacente che, compattata sotto forma di gessetto, permette a tutti di poter disegnare su se stessi una vera e propria bocca per parlare con il resto degli abitanti.
L’irrealtà di fondo è un pretesto per parlare dell’incomunicabilità che caratterizza la nostra società e di quelle “dipendenze” che ci accomunano, siano queste legate all’utilizzo tossico dei social o alle cattive abitudini di cui non riusciamo a liberarci.
Proposta per CONFINI
Il confine tra reale, tangibile, e irreale, non esistente: il progetto è un’analisi sul medium fotografico nonché sulla realtà stessa delle cose che ci circondano. Partendo dall’idea ancestrale che la fotografia, come metodo primo, nasce e impressiona soggetti e oggetti derivanti dal reale, dunque esistenti e tangibili, sfrutto l’antica mitologia egizia come pretesto per parlare del rapporto con l’irreale. La conoscenza, anche esoterica, degli egizi è stata incanalata da Thot, divinità considerata artefice della scrittura: fu in grado di avere accesso ai regni di conoscenza superiore, rivelando miti riguardanti la vita e la morte, e di conseguenza sul tempo. Il Libro di Thot, usato dai faraoni per il predominio su umani ed animali, diffonde i segreti dell’universo nonché tutti i metodi per sbloccare le capacità nascoste del nostro corpo. La leggenda narra che il libro fu nascosto sul fondo del Nilo, rinchiuso in scatole di argento e oro custodite da serpenti. Quando il principe Ranefer decise di recuperarlo, come punizione, sua moglie e suo figlio perdettero la vita: in preda al dolore si uccise anch’esso e venne sepolto insieme al libro. La sua tomba fu sigillata per l’eternità. L’obiettivo è quello di rendere reale un libro probabilmente mai esistito, il tutto per mezzo di immagini poiché le più verosimili ai geroglifici egiziani.
No comment yet, add your voice below!