Info
Mi chiamo Assunta Trincone, sono nata a Napoli l’11 Novembre del 2001. Vivo a Quarto, ho vissuto a Monterusciello per circa tre anni dove ho frequentato il Liceo Artistico, sono poi tornata a Quarto e mi sono diplomata in arti figurative.
Ho partecipato a pochi concorsi: Luce Flegrea nel 2018, per il quale è stata organizzata una mostra e Desiderio D’Arte nel 2020, dove proposi per la prima volta una fotografia. Dopo le scuole superiori ho deciso di dedicarmi finalmente all’unica materia che davvero mi interessava e che, purtroppo, non si studiava nel Liceo che frequentavo: mi sono quindi iscritta all’Accademia di Belle Arti di Napoli e sono entrata a Fotografia dopo i test d’ammissione.
Al momento frequento il secondo anno. In qualche modo, non so per quale motivo del destino, la fotografia mi completa. Frequentando un liceo artistico dove la materia fotografica non c’era neppure e vivendo in una famiglia dove la passione per l’arte è quasi assente, mi sembra tutt’oggi una cosa irreale: sentivo da anni di essere legata a questo mondo, ma non capivo come potesse essere possibile che pur disegnando, pur dipingendo, pur scolpendo, pur leggendo dell’arte in continuazione, non riuscissi a sentirmi soddisfatta.
È accaduto con la fotografia, accade tutt’oggi e non c’è nient’altro che riesca a teletrasportarmi così perfettamente nella mia stessa mente
Tracce
Durante questi anni ho cercato di conoscermi meglio. Mi sono svegliata un giorno e mi sono chiesta: Chi sono io? Cosa mi spinge ad essere quello che sono? Cosa sono queste sensazioni che provo? È forse tutto mosso da ciò che mi sta attorno? Mi sono resa conto di provare qualsiasi cosa in maniera esagerata: sento tutto troppo forte, sento troppe cose, i pensieri mi risuonano nella testa in continuazione e il provare tutto questo mi confonde, i miei ricordi si decodificano, si dividono in spezzoni, in frammenti.
Ad un certo punto ho sentito il bisogno di dovermi concentrare, di dovermi calmare e per riuscirci ho usato l’unica cosa che mi permetteva di farlo: fermare il tempo. Ho provato quindi a ricercare quella calma, quella conoscenza interiore, nei dettagli che vivevo, nei posti che frequentavo, nei luoghi in cui ho vissuto, nelle persone che conoscevo e nelle relazioni con esse.
Mi sono resa conto di non conoscermi abbastanza, di essere troppo confusa. Ho passato giorni a demoralizzarmi perché le mie immagini non combaciavano tra di loro, non ci trovavo collegamenti.
Poi, durante la pandemia e tutt’oggi ancora, ho iniziato a scattare degli autoritratti, e qualcosa mi è partito: ho realizzato di star lavorando, per la prima volta in vita mia, su me stessa. Ad un certo punto tutto mi è apparso più chiaro: mi sono analizzata, ho osservato i dettagli del mio corpo e ho capito che era tutto collegato.
Tutte le immagini scattate negli ultimi mesi e quelle venute dopo non erano altro che Tracce. Tracce che mi portavano verso la conoscenza di me stessa, della mia persona, delle mie esperienze, di ciò che ero e ciò che sono.
Proposta per CONFINI
Confine, dimmi cosa sei
La tua memoria
mi percorre
Reminiscente, sono un ricordo
Ricordo è memoria
Ricordo di una casa assolata
Ricordo di me e te in un’altra
Ti osservo
Sei vicino, sei lontano
Sono sola?
Dove andrai?
Quali luoghi osserverai con i tuoi occhi?
Con i miei occhi?
Vedo posti assenti
Sento l’assenza
Sento l’angoscia del buio
del giorno
del tempo che scorre
del sole che mi inonda, della luce che mi soffoca
Confine
Cosa sei?
Ho bisogno di un confine
Dove arrivano le memorie?
Pensieri sfocati, segni
si accavallano
Ritornerò
alla calma, prima o poi
Assillami
Pensiero, insito negli occhi
Chiamami
Traducimi
Tramite quest’oggetto
che da sempre, mi accompagna
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