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WEEGEE – Il crimine diventa Arte

di Paolo Ranzani

WEEGEE - Il crimine diventa Arte
01_© Richard Sadler -Weegee

“Per me una fotografia è una pagina di vita e, in quanto tale deve essere reale”.

Weegee è ricordato come il più leggendario fotografo di cronaca americano, la sua fotografia nasce per strada, nei bar e sopratutto sulle scene del crimine. Il suo nome è un nome d’arte era Weegee e si racconta che nasca dal popolare gioco di divinazione, la tavola Ouija, a cui veniva paragonato il suo presunto sesto senso per il crimine. Questo “senso” lo portava sulla scena del dramma ben prima della polizia, dopo dopo molti anni si scoprì  che in realtà aveva una radio (illegale) sintonizzata sulla frequenza della polizia. Le sue fotografie che possiamo dire, voyeuristiche, mostravano il lato più oscuro di New York City, fondendo la cultura popolare con l’esperienza degli immigrati e della classe operaia, catturando l’attenzione sia dei media che della comunità artistica.

“Ho scattato le immagini più famose di unepoca violenta, le foto che tutti i grandi quotidiani, con tutte le loro risorse, non riuscivano a farsi da sé. Scattando quelle foto ho fotografato anche lanima della città che conoscevo ed amavo”.

Partiamo dall’inizio.

Weegee, il cui vero nome era Usher Fellig, nasce il 12 giugno 1899 nella città di Lemburg (oggi in Ucraina), ha iniziato a lavorare come fotografo all’età di quattordici anni, tre anni dopo l’immigrazione della sua famiglia negli Stati Uniti, dove il suo nome di battesimo è stato cambiato nel più americano Arthur. Autodidatta, svolse molti altri lavori legati alla fotografia prima di ottenere un impiego regolare presso uno studio fotografico di Lower Manhattan nel 1918. Questo lavoro lo portò a lavorare presso diversi giornali fino a quando, nel 1935, divenne un fotografo di cronaca freelance. La sua attività si concentra sui quartieri generali della polizia. Come ho accennato prima era un vero segugio e anche molto furbo, non si fermava davanti a nulla e a volte violava tutte le regole del mondo, sta di fatto che riusciva ad avere le prime e più sensazionali fotografie di eventi di cronaca e di offrirle per primo in vendita a pubblicazioni come l’Herald-Tribune, il Daily News, il Post, il Sun e il PM Weekly, tra gli altri. Negli anni Quaranta, le fotografie di Weegee apparvero anche al di fuori della stampa tradizionale, riscuotendo successo. La Photo League di New York tenne una mostra del suo lavoro nel 1941, mentre il Museum of Modern Art iniziò a collezionare le sue opere e le espose nel 1943. Weegee pubblica le sue fotografie in diversi libri, tra cui Naked City (1945), Weegee’s People (1946) e Naked Hollywood (1953).

Dopo essersi trasferito a Hollywood nel 1947, dedica la maggior parte delle sue energie alla realizzazione di film e fotografie in 16 millimetri per la serie “Distortions”, un progetto che si traduce in ritratti sperimentali di celebrità e personaggi politici. Tornato a New York nel 1952, tenne conferenze e scrisse di fotografia fino alla sua morte, avvenuta il 26 dicembre 1968.

L’opera fotografica di Weegee è piuttosto insolita in quanto ha avuto successo nei media popolari ma poi è stata anche amata e rispettata dalla comunità artistica. La sua capacità di navigare tra questi due regni – la fotografia di scene del crimine e l’arte – deriva dal forte legame emotivo che si crea tra l’osservatore e i personaggi delle sue fotografie, oltre che dall’abilità di Weegee nello scegliere i momenti più significativi degli eventi che fotografava.

Il fotogiornalismo di Weegee si concentrava sul contenuto narrativo e sul pugno visivo dell’immagine, rendendo le sue storie di interesse umano, era qualcosa di nuovo. Attiravano l’attenzione sugli estremi e le debolezze della folla cittadina, che costituisce un mondo sotterraneo sconosciuto.

Come sottolinea lo storico Graham Clarke: “Weegee immagina una città segreta: vittime di omicidi, rapinatori, travestiti,… [così come momenti privati] – qualsiasi cosa possa alimentare il suo occhio affamato alla ricerca della fotografia sensazionale e torbida”.

Le sue fotografie avevano un loro significato e servivano come fonte per vari tipi di saggi fotografici per comparire anche nel suo libro fotografico “Naked City”.

Come la stampa progressista per cui lavorava, Weegee era coinvolto nella novità del settore, nel senso di possibilità e nell’influenza. Perciò organizzò il suo ultimo capitolo in Naked City come un lungo saggio su ciò che chiamava “Consigli per la macchina fotografica”. Diceva agli aspiranti fotografi:

“Non cercate di indovinare la messa a fuoco, esercitatevi solo a sei e dieci piedi”.

Sconsigliava ai fotografi amatoriali di usare i nuovi flash “di lusso”, diceva loro:

“Io uso ancora una lampadina flash, con questa modalità di illuminazione i soggetti sono esposti in modo decisamente più crudo e quindi più sensazionale! Le foto si vendono di più. È quello che il pubblico vuole”.

WEEGEE - Il crimine diventa Arte
14_LOCANDINA film WEEGEE_JOE PESCI
  • THE PUBLIC EYE (tradotto in italiano – “Occhio indiscreto”) è un film del 1992 diretto da Howard Franklin, ispirato alla figura del fotografo Weegee con protagonista Joe Pesci.

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