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“Vanishing Languages”, la denuncia sociale di Lynn Johnson in mostra a Reggio Calabria

di Alessandro Tarantino

È stata inaugurata lo scorso 3 luglio la mostra a Reggio Calabria delle opere fotografiche di Lynn Johnson dal titolo “Vanishing Languages – Linguaggi che svaniscono”.

A fare da cornice alle opere il Castello Aragonese della Città dello Stretto, che ospiterà l’esposizione, fruibiile senza oneri aggiuntivi oltre al biglietto per la visita alla struttura, fino al prossimo 25 luglio.

Grande firma del mondo del fotogiornalismo internazionale a cui National Geographic ha dedicato una monografia, Lynn Johnson racconta una grande e costante emorragia culturale che il pianeta subisce silenziosamente. Sono infatti quasi 100 le lingue parlate che vengono perse ogni anno nel mondo su 7000 lingue parlate. Ogni due settimane una lingua scompare.

Un prezioso lavoro, uno studio e un’importante documentario proposto al pubblico che inserisce Reggio Calabria nel circuito delle grandi mostre di rilevanza internazionale.

Un viaggio tra i Tuvani delle steppe della Russia centrale, i Seri che vivono sulle rive del Mar del Messico di Cortez e gli Aka che vivono nella remota India nord-orientale.

Ci sono anche i solitari sopravvissuti delle tribù native americane che stanno lottando per mantenere non solo le loro parole, ma la loro stessa identità: “Le persone che parlano le lingue dominanti del mondo – inglese, spagnolo, cinese – credono che una lingua comune ci leghi e ci renda un popolo unificato. Ma tale unificazione è anche una perdita di cultura. Un linguaggio incorporato nella canzone, nel comportamento e nelle credenze mantiene intatta una comunità. La lingua è una bussola morale intima, un’appartenenza”, spiega l’artista che con la Calabria ha avviato, da qualche tempo, una collaborazione formativa nell’alveo delle iniziative proposte da BlueOcean.

Incaricata da National Geographic di documentare le lingue indigene che scompaiono, Johnson ha dovuto escogitare un modo per “fotografare” le parole. Ha cercato elementi culturali o ambientali che aiutassero i lettori a capire la profonda correlazione tra la lingua, la cultura e la vita di un popolo.

È nata così una serie di eleganti ritratti di taglio quadrato che Johnson descrive come “una cornice più formale e interpretativa”, realizzati con una macchina di medio formato.

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