È così strana, sembra così impossibile che viene il dubbio che questa immagine sia ottenuta con la macchina fotografica. Eppure è così.
Questa è la foto più famosa di Hansel Mieth e ha una storia molto divertente; merita leggere il racconto fatto proprio da lei!
“La scuola di Medicina Tropicale della Columbia University e il Dipartimento di Medicina di Harvard scelsero una piccola isola inabitata vicino a Porto Rico per alcuni esperimenti sugli animali e per la ricerca e lo sviluppo di nuovi sieri.
Su quest’isola non avevano previsto alcun genere di disturbo.
Sono arrivata sull’isola quando non c’erano alloggi, quindi si doveva dormire in tenda. Circa 500 scimmie Rhesus sono state portate dall’Asia dentro le gabbie e poi lasciate libere sull’isola. C’era molto lavoro da fare e all’inizio lasciai la mia macchina fotografica nella tenda così potevo dare una mano dove era possibile. Gli animali dovevano essere ispezionati e vaccinati e si doveva verificare se erano infestati da parassiti. Solamente quando era terminata questa procedura gli animali potevano uscire dalle loro gabbie.
In pochi minuti ogni scimmia maschio aveva radunato intorno a sé alcune femmine con i loro piccoli, delimitando così il proprio territorio. La scimmia che ho fotografato però aveva un comportamento differente perché non era assolutamente interessata a queste azioni e non mostrava alcun interesse a cercare almeno una scimmia femmina. Qualche giorno dopo cercò di scappare dall’isola.
Un pomeriggio ero con i medici e un ragazzino si avvicinò di corsa e mi disse: “C’è una scimmia nell’acqua”. Sono andata a vedere e la scimmia era effettivamente in acqua e sembrava decisa a restarci. “Non tornerà”, dissi. È meglio che vada a prenderla”. Non so perché mi sono sentito responsabile. Nonostante gli scienziati mi avessero spiegato che le scimmie hanno molta paura dell’acqua, questa scimmia era su un banco di sabbia a qualche centinaio di metri dalla riva. La baia era affollata di squali e barracuda, ma in quel momento non ci pensammo. Presi la mia Rolleiflex la misi intorno al mio collo e insieme al ragazzo nuotammo verso la scimmia. Mi fermavo sulla barriera corallina il più possibile e poi riprendevo a nuotare. Alla fine mi ritrovai davanti alla scimmia. Non credo che abbia gradito la mia presenza, ma era seduta sulla barriera corallina e allora ho scattato una dozzina di foto.Per me questa scimmia descriveva lo stato del mondo in quel momento. Aveva uno sguardo triste e arrabbiato. C’erano molte nuvole scure che si avvicinavano.
Poi l’abbiamo riportata sull’isola.
Al mio rientro a NY riuscii a portare di quella esperienza oltre 100 immagini ad Alex King, il photo-editor di Life. Mentre le stava esaminando e all’improvviso, ha preso in mano una di quelle fotografie e ha gridato: “Questo assomiglia a Henry Luce” (l’editore di LIFE). L’immagine fu pubblicata come la foto della settimana con la didascalia: ‘Un Ginecofobo sta cercando la sua pace nel Mar dei Caraibi vicino a Porto Rico’”.
Ancora più incredibile è la storia di questa fotografa tedesca che negli anni Venti, insieme a Otto Hage, ancora adolescenti, ha vagabondato per l’Europa – pur di non vivere a Fellbach – dormendo sotto i ponti e guadagnandosi da vivere fotografando sia i bohémien che gli operai in difficoltà. Ma quando Hitler salì al potere, Hansel Mieth e Otto Hagel fuggirono in America e continuarono il loro lavoro in California, documentando le condizioni di lavoro nelle fattorie e sui pescherecci. Lei ottenne un lavoro presso la Works Progress Administration, la seconda donna insieme a Margaret Bourke White, e poi riuscì ad entrare nella famosa rivista LIFE. Lui, Otto, divenne un famoso fotografo.
Americana. Durante il loro lavoro per LIFE Robert Capa divenne uno degli amici più cari di Hansel e Otto. Capa e Otto si sposarono per convenienza al fine di ottenere la cittadinanza americana, e per placare i redattori di LIFE, in una frettolosa cerimonia di doppio matrimonio.
Hansel come l’animale nella foto voleva fuggire ad una condizione di vita che non amava. Lei però ci è riuscita.
Rhesus Monkey, Santiago Island off Puerto Rico. Photograph by Hansel Mieth © 1939 Time Inc.
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Dal 2015 mi dedico attivamente al progetto ArtPhotò con cui propongo, organizzo e curo eventi legati al mondo della fotografia intesa come linguaggio di comunicazione, espressione d’arte e occasione di dialogo e incontro. La passione verso la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale fra cui Helmut Newton, Ferdinando Scianna, Albert Watson, Ellen von Hunwerth, Marino Parisotto, Elliott Erwitt e i più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.
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