Quasi inconsciamente, negli ultimi tempi, mi sono reso conto che il mio approccio come fotografo il giorno del matrimonio risulta essere quasi ambivalente. Da un lato interagisco come figura attenta al momento, in sintonia con quello che accade ogni istante, pronto a immortalare le situazioni; dall’altro come essere senziente ma non presente fisicamente sulla scena, dove mi ritrovo catapultato in un contesto al di fuori della normale vita quotidiana e dove voglio cercare di vedere le cose in maniera alienata ma coinvolta sensorialmente.
Mi sono chiesto: da cosa nasce questo bisogno di distaccamento?
Fotografare un matrimonio significa perlopiù produrre un lavoro commissionato da una coppia di persone che hanno determinate aspettative. Questo comporta che il fotografo per una buona parte dei momenti della giornata, si ritrova a dover creare immagini che abbiano allo stesso tempo un carattere autoriale e che raccontino in maniera chiara quello sta succedendo.
Distaccarmi per alcuni istanti e vagare insieme alle altre persone presenti senza apparente responsabilità, fa si che alcune visioni si formino nella mia mente.
Questo approccio imperturbabile mi mette nella posizione di osservatore e mi consente di posizionare il mio io in primo piano nelle immagini che ne derivano.
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Ornella Biondi è Socia ANFM – Associazione Nazionale Fotografi Matrimonialisti.
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