fbpx Skip to content

Tra Paradiso e Inferno, l’Etna visto da Giulia De Marchi [Alessandro Tarantino]

di Alessandro Tarantino

In queste ultime settimane l’Etna ha dato nuovamente spettacolo. Ceneri, lapilli e colate di lava incandescente ad illuminare le pareti del vulcano nella notte catanese, boati e piccole esplosioni ad incutere timore, quasi come a voler lanciare un messaggio a tutta l’isola: “Io esisto e sono attivo”.

L’Etna è il simbolo forse più rappresentativo della Sicilia, sulla sua forma è costruita anche la scherzosa (neanche tanto) diatriba tra “arancino” e “arancina” (quelli a punta si ispirano proprio al vulcano, mentre quelli tondi alle arance) e nell’immaginario comune alimentato dai miti antichi è uno dei luoghi più affascinanti di tutta Italia e certamente d’Europa.

A raccontare l’Etna e il rapporto con i visitatori che si avventurano sulle sue pendici è stata la fotografa 30enne Giulia De Marchi con una raccolta di scatti, analogici e digitali, tra paesaggio e umanità.

Nata a Treviso, quindi non propriamente una “donna del Sud”, Giulia De Marchi nel suo progetto “Vulcano” ha inteso raccontare il rapporto tra l’Etna, i siciliani e i visitatori: «Se visiti la Sicilia – scrive la fotografa – non puoi esimerti dal visitare il vulcano. L’Etna è, come tutti i vulcani attivi, ma forse anche di più per la sua maestosità, l’incontro tra bianco e nero. Paradiso e Inferno, bellezza e terrore. E solo coloro che hanno almeno una finestra con vista sull’Etna si possono rendere davvero conto di una situazione primordiale: oggi siamo qui perché ce lo permette. In questo posto incantevole a cui basta poco, pochissimo per ribaltare tutto. La gente del luogo e ancor di più i visitatori sono piccolissimi, così li ho voluti rappresentare. Come delle nullità curiose di colori, odori e sensazioni di una terra che ribolle dall’interno».

Gli scatti di “Vulcano” li trovate qui: giuliademarchi.com/vulcano

L’ispirazione per il racconto fotografico arriva anche da “Viaggio in Sicilia e a Malta”, l’unica opera letteraria di Patrick Brydone, un romanzo epistolare composto da lettere (fittizie) che l’autore avrebbe mandato a William Beckford di Somerley. In realtà, si tratta di una rielaborazione degli appunti del viaggio compiuto realmente dallo scienziato scozzese in Sicilia e a Malta tra il 15 maggio e il 29 luglio 1770 che scriveva: «Ci sono dei luoghi che senza dubbio si possono dire di più incantevoli della  terra, e se l’Etna di dentro somiglia all’inferno, si può dire a ragione che di  fuori somigli al paradiso.  
È curioso pensare che questo monte riunisce in sé tutte le bellezze e tutti gli orrori, in una parola quanto di più opposto e dissimile esiste in natura. Qui si può osservare una voragine che un tempo ha eruttato torrenti di fuoco verdeggiare ora delle piante più belle, trasformata da oggetto di terrore in motivo di delizia. Qui si possono cogliere i frutti più squisiti nati su quella che fino a poco fa non era che roccia arida e nera. Qui il suolo è ricoperto di tutti i fiori immaginabili, e noi stessi ci aggiriamo in un mondo di meraviglia e contempliamo questo intrico di dolcezza senza pensare che sotto i nostri piedi c’è l’inferno con tutti i suoi terrori, e che soltanto poche iarde ci separano da laghi di fuoco liquido e di zolfo»

Altri articoli di questo autore

Condividi

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Vuoi accedere agli eventi riservati?

Abbonati a soli 15€ per 365 giorni e ottieni più di ciò che immagini!

Se invece sei già iscritto ed hai la password, accedi da qui

Dimmi chi sei e ti dirò che workshop fa per te

Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
A causa di questa carenza io e i miei coetanei ci siamo dovuti spesso costruire una visione complementare come autori, designers, critici ed insegnanti e questo ci ha aiutato a costruire qualcosa di fondamentale e duraturo.
Per questo motivo con Cine Sud che vanta un’esperienza di oltre 40 anni nel settore della formazione, abbiamo pensato alla possibilità di offrire dei corsi “one to one”, costruiti sulla base delle esigenze individuali e in campi disparati, che vanno dalla tecnica alla ricerca di nuovi linguaggi in fotografia.
Dei corsi molto vicini a quelli che avremmo voluto avere nel passato, se ce ne fosse stata offerta l’opportunità e la parola opportunità non va sottovalutata, perché ha un peso e una sua valenza e non è spesso scontata.
Ognuno sarà libero di scegliere, sulla base dei nostri consigli, un autore o un tecnico, tra quelli offerti come docenti, e intraprendere un corso che gli offra quello di cui realmente ha bisogno e, eventualmente, ripetere questa esperienza in futuro.
Come quando si va da un eccellente sarto a scegliere con cura un vestito, adattandolo perfettamente al corpo, vogliamo fornirvi il corso che meglio si adatta alle vostre, singole e personali esigenze.
Niente nasce dal caso e per poter essere all’altezza di questo compito e potervi fornire un’offerta diversificata e soddisfacente, abbiamo pensato di sottoporvi un questionario tra il serio e lo scherzoso a cui vi preghiamo di rispondere.
Aiutateci a capire le vostre reali esigenze e chi abbiamo difronte, non ve ne pentirete.
Massimo Mastrorillo

Dimmi chi sei e ti dirò che workshop fa per te

Approfondiamo ! per i più intrepidi
X