
Sta fermo oppure avanza? Siamo sicuri che sia una fotografia oppure è un disegno, quella silhouette nera? La forma è quella di un toro: non c’è dubbio! Una magnifica luce illumina la pianta di fico d’india al punto da poter contare le spine sulle variegate pale. La luce che esalta il colore del prato restituisce l’impressione di un manto a punte gialle. Il toro cattura l’attenzione per quelle grafiche corna a mezza luna. Ovviamente non è un toro vero, è un…
Già difficile definirlo: cartellone pubblicitario, performance dell’arte povera, propaganda degli amici della corrida? Inizia così una singolare avventura dove la fotografia ci porta in spazi intricati e affascinanti, dal gioco per i bambini all’arte spontanea…e alla politica, più aspra e recente.
È il fotografo Maurizio Montagna che ha scattato questa foto, il 17 giugno 2015 a El Puerto de Santav María, Cadiz per il suo progetto, durato dieci anni, dal titolo: ‘Toros. The marking of a Territory’. Dieci anni di lavoro andando in giro per la Spagna a fotografare ‘’i tori ’. quasi una contraddizione poiché dichiara “A me i tori non piacevano, anzi facevano paura…”. Ma non sono evidentemente quelli destinati a dar gloria agli eroi delle cinque del pomeriggio.
I ‘’tori’’ sono strutture alte circa 14 metri per 12. In tutta la Spagna se ne contano un’ottantina.
Ho scoperto questo singolare lavoro in una mostra esposta – da non crederci – in una scuola elementare a Savignano sul Rubicone durante il SI FEST di quest’anno. È composta con immagini di piccolo formato posizionate alle pareti più in basso di quanto si usi: sono infatti all’altezza dei bambini affinché loro possano vederla. I bambini devono divertirsi guardandola.
L’allestimento è stato previsto, come richiesto da Alex Majoli direttore del SI Fest, in una scuola e rigorosamente segue l’impostazione del libro. 288 fotografie sono il flusso visivo continuo nel libro, in ordine di regione. La sequenza – come nella mostra – è in blocchi di quattro o tre immagini per ogni toro riprendendolo da punti di vista differenti: una visione geolocalizzata di quell’oggetto. Il toro, in alcune immagini, a differenza di quanto avviene in questa, bisogna proprio cercarlo: ed è in questa caccia al tesoro che i bambini si divertono, anche quando è stato fotografato da molto lontano. Maurizio Montagna ne ha addirittura fotografato uno lontanissimo – alcuni chilometri – eppure “nell’immagine si vede! E questo è reso possibile sia dall’aria tersa che facilmente si trova in Spagna sia dalla collocazione di alcune di queste ‘’sculture’’ in vaste zone pianeggianti.”
Curiosa la storia di questi oggetti a metà tra la pubblicità e l’arte. Le prime installazioni risalgono al ’56 quando furono ideate per la campagna di propaganda di un marchio di brandy, il Veterano della Osborne, un’azienda in Andalusia. La campagna per il “toro de Osborne” fu creata da Manolo Prieto, direttore dell’agenzia pubblicitaria Azor di Madrid, a cui venne l’idea piuttosto ingegnosa di usare un cartellone a forma di toro, anziché uno rettangolare. Fu un successo per un’azienda che in Spagna è l’equivalente della Barilla in Italia.
All’inizio i ‘’tori’’ erano di piccole dimensioni e in legno e poi dopo molti anni sono diventati quelli immortalati dalle fotografie di Montagna. Il lavoro di Montagna è scandito sull’ossessione della ripetitività. A questo progetto ha dedicato circa dieci anni. Il linguaggio di Montagna è un linguaggio seriale e questo lavoro rientra in una trilogia dedicata ai cartelli. Una ricerca metodica con piccoli colpi di scena, il penultimo toro fotografato nel 2015, a distanza di tre anni nel 2018, non c’era più.
Ecco così due immagini con la stessa inquadratura dove in una il toro c’è e nell’altra no.
Montagna ha scoperto che l’installazione era stato abbattuta per protesta da giovani indipendentisti catalani. “il valore politico di questo lavoro l’ho capito a Melilla, una enclave spagnola in africa, l’ultimo lembo dell’impero, lì la silhouette del simbolo della spagna è intoccabile. Melilla è l’unica regione del paese dove è ancora in piedi la statua di Franco e dove due terzi della popolazione è composta da militari de presidio che fanno la guardia contro i migranti nel più periferico confine dell’Unione Europea. Nel 2021 si contavano 88 ‘’tori’’ in tutta la Spagna: nelle Baleari, in Andalusia (nelle Canarie è stato tolto ma a causa del vento) …”. Mentre in Catalogna percorsa da tenaci volontà indipendentiste, i tori spagnoli non ci sono più. Sono dicono i ribelli al centralismo di Madrid, simboli intollerabili di legame con la Spagna.
Alla fine degli anni ’80 il governo spagnolo vietò i cartelloni pubblicitari troppo vistosi lungo le strade per evitare agli automobilisti di distrarsi. I ‘’tori’’ però erano diventati così popolari che ci furono appelli – di varie associazioni culturali, di personaggi famosi e di alcune comunità autonome – per conservarli. Verso la fine degli anni ’90 la Corte suprema spagnola – poiché i tori erano diventati «qualcosa di decorativo e integrato nel paesaggio» questa la motivazione della sentenza – decise che venissero conservati ma senza alcuna scritta pubblicitaria. In Andalusia sono considerati addirittura patrimonio storico e culturale della comunità.
Dunque un viaggio fotografico singolare attorno a un simbolo, alla sua ingombrante immaterialità, che ha ispirato famosi registi, come Bigas Luna con il famoso film Prosciutto Prosciutto e che una volta tanto non si polarizza sulla corrida. Forse è per questo che mi ha proiettato in un mondo fantastico, surreale dove puoi guardare ma non toccare, puoi ammirare ma non abusare, puoi imparare a fantasticare ma non a distruggere.
L’idea di Montagna, poi, di riprendere il toro da angolazioni diverse è molto interessante: lo fa scoprire in mezzo al paesaggio naturale o urbano, restituisce la dimensione dello spazio e del tempo. Logico linguaggio per questo artista che ama inserire una visione ludica, ricambiare la sua passione verso alcuni fotografi come Lee Friedlander ma anche rendere un tributo alla fotografia dei topografi.
Suggerisce Alex Majoli: ”le immagini, oltre ad incuriosire e ad abituare i bambini a guardare oltre, fanno parte di una mostra che parla di indipendentismo, di politica, di pubblicità, di paesaggio …insomma parla di tante cose, anche di animali, di geografia. Forse la geografia si può raccontare e spiegare anche con una serie di fotografie di paesaggio. Si possono usare le fotografie come strumenti. Se ci abituiamo a farlo credo la vita dell’uomo migliori.”
Anche quella dei bambini, forse anche quella dei tori.
DIDASCALIA @Maurizio Montagna – 017 – June 2015 , 8C8MJRM3+JV. El Puerto de Santav María, Cadiz
BIOGRAFIA Maurizio Montagna
Artista, lavora con la fotografia da circa 25 anni, al suo attivo ha mostre e pubblicazioni personali e collettive, in Italia e all’estero. Montagna, ha al suo attivo 4 monografie dei suoi lavori artistici e Albedo 2004 The Plan editori, Billboards, 2008 Damiani editori, Maurizio Montagna. Architetture di Giulio Minoletti (2009) shine editori Brescia), Toros The Marking fo the Territory, Artphiline editori ( Lugano ),alla Triennale di Milano nel 2002/3, 2009, 2013, 2015, 2018, ha esposto alla XXIV Biennale di Architettura di Venezia, al Bertha And Karl Leubsdorf Art Gallery at Hunter College, New York—USA – 2012 nella mostra Peripheral Visions: Italian photography in context, 1950s—Present, Palazzo TE Mantova, 2015, Museo Centro Pecci, prato 2018, Palazzo Poli Roma 2016,II°International Photography and Video Biennale Changjiang, Museum of Contemporary Art, Changjiang – China – 2017,Panoramic, E, Biennale dell’Immagine , Chiasso (CH), 2008, 2021), Biennale di Fotografia Industriale, MAST, 2021, Panoramic , El Quart Paistatge, festival de cinema fotografia, Barcellona (SP) ,2022.
Awards : award in Contemporary Photography, Terzo Paesaggio,
Museo MAGA, Gallarate Gallarate—Italia, 2009, Statement Paris Photo, Carrousel du Louvre,
Paris—France, 2007,Les laurate de la galerie d’essai, Le Rencontres International de la Photographie d’Arles award, Arles—Francia, 1999. Docente per lo studio dei linguaggi fotografici presso Le Accademie NABA Milano, LABA, Brescia.
Instagram: @maurizio_montagna_
Sito web: www.mauriziomontagna.com
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Dal 2015 mi dedico attivamente al progetto ArtPhotò con cui propongo, organizzo e curo eventi legati al mondo della fotografia intesa come linguaggio di comunicazione, espressione d’arte e occasione di dialogo e incontro. La passione verso la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale fra cui Helmut Newton, Ferdinando Scianna, Albert Watson, Ellen von Hunwerth, Marino Parisotto, Elliott Erwitt e i più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.
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