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Da Doisneau ad Olivia Arthur, la nuova stagione fotografica a Pordenone

di PHocus Magazine

Robert Doisneau, Olivia Arthur, Seiichi Furuya e Stefanie Moshammer

Pordenone – Galleria H. Bertoia, Museo civico d’Arte Ricchieri, 

Mercati Culturali Pordenone

22 novembre 2025 – 6 aprile 2026

Robert Doisneau: Mademoiselle Anita, Paris 1951

Una nuova stagione di mostre fotografiche per rendere Pordenone protagonista della scena artistica nazionale. Un percorso avviato lo scorso anno ed indirizzato al 2027, quando Pordenone sarà Capitale Italiana della Cultura e che avrà, come filo conduttore, la parola “leggere”, termine più che appropriato per una città come Pordenone che è sempre stata una cartina di tornasole delle dinamiche economiche e culturali italiane. Un programma che ha già avuto un’anteprima con la mostra “Inge Morath. Le mie storie” in corso fino al prossimo 16 novembre, un percorso per svelare nuove parti del suo lavoro.

Un grande progetto culturale che, sviluppato attorno al filo rosso del leggere, vuole offrire dialoghi e corrispondenze fra i grandi maestri della fotografia internazionale e fotografi contemporanei di grandissimo livello. Un programma parte integrante del dossier di Pordenone 2027 e del format “verso capitale italiana della cultura 2027, a testimonianza del carattere pluriennale che anima questo progetto culturale. Un’iniziativa che vuole, riflettendo l’identità e la storia di una città come Pordenone, offrire un grande stagione espositiva protesa ad aprirsi a collaborazioni con importanti istituzioni culturali nazionali ed internazionali. Una stagione di mostre accumunante da una progettualità precisa: leggere presente con l’esperienza del passato per affrontare il futuro.

La prima grande mostra è dedicata al fotografo francese Robert Doisneau (1912 – 1994), in un percorso che vuole ripercorre la sua immensa carriera e la vastità dei temi da lui trattati, ma offrire anche nuovi spaccati sulla sua produzione. Oltre cento fotografie che saranno ospitate all’interno degli spazi espositivi della Galleria Civica Harry Bertoia. Un progetto realizzato grazie all’Atelier Doisneau di Parigi e la collaborazione di Fondazione Artea, curato da Gabriel e Chantal Bauret. Un percorso che partendo dagli anni Trenta descriverà per intero il suo lavoro caratterizzato da uno stile poetico, umano e spesso ironico, capace di cogliere momenti spontanei e autentici nelle strade, nei caffè e nei quartieri popolari della capitale francese. Ma la mostra permetterà anche di conoscere i suoi lavori su commissione per grandi aziende francesi, documentando la vita operaia e i processi industriali; in particolare un nucleo di fotografie provenienti dal reportage realizzato nel 1945 nella manifattura tessile francese di Aubusson, su commissione della rivista Le Point, elemento che permette di creare un collegamento con l’importante storia tessile del pordenonese.

Il progetto prosegue con un’importante sezione dedicata ai grandi protagonisti della fotografia contemporanea internazionale. Sempre in contemporanea, il 22 di novembre, si apre il progetto, realizzato in esclusiva, della fotografa Olivia Arthur (1980). Olivia Arthur è una fotografa inglese nata nel 1980, conosciuta per il suo lavoro documentaristico e per l’approccio intimo e umanista alle storie che racconta. È membro dell’agenzia Magnum Photos dal 2013 e vincitrice dell’Inge Morath Prize nel 2007. La sua fotografia si concentra spesso su temi di identità, cultura e condizione femminile, con una particolare attenzione ai mondi che esistono ai margini della società. Per Pordenone svilupperà due progetti: all’interno dello storico percorso espositivo del Museo Civico d’Arte Ricchieri esporrà il suo lavoro Murmurings of the Skin; un lavoro in cui indaga la relazione con il nostro corpo, con la pelle, le fisicità, ma anche il confine tra umano e macchina-tecnologia, la pelle come luogo di battaglie interiore, di ferite ma che di resistenza. All’interno del nuovo spazio espositivo del nuovo centro culturale di Mercati Culturali Pordenone esporrà un altro percorso espositivo dove verranno esposti i suoi cinque progetti editoriali che in questi anni ha realizzato.

Gli spazi del Museo Civico d’Arte Ricchieri di Pordenone ospiteranno due altri progetti espositivi dedicati alla fotografia contemporanea: il primo, che inaugurerà il 22 novembre e chiuderà a fine gennaio, sarà dedicato al fotografo giapponese Seiichi Furuya (1950). Il suo lavoro fotografico è intimamente legato alla perdita della sua moglie Christine e alla sua memoria. Verrà esposto il progetto Face to Face capitolo conclusivo del suo lavoro sulle Mémoires, che per anni ha cercato, attraverso la fotografia e la cura dell’archivio, di elaborare il lutto, di comprendere la presenza di Christine nella sua vita, ma anche quale sia stato il suo ruolo in quella relazione. In questo ultimo progetto vengono messe a confronto e in dialogo le fotografie scattate da Seiichi Furuya con foto scattate da Christine Gössler.

Questi spazi da febbraio fino al 6 aprile ospiteranno l’opera della fotografa austriaca Stefanie Moshammer (1988). Un lavoro che si svilupperà anche all’interno dei nuovi spazi espositivi di Mercati Culturali Pordenone. Il suo lavoro spesso fonde l’esperienza personale con l’osservazione sociale, esplorando identità, ruoli di genere, memoria e ambiente. La mostra mostrerà un’esplorazione molto personale e allo stesso tempo sfaccettata delle culture della memoria familiare e del valore delle cose quotidiane. Il punto di partenza del lavoro sono fotografie, oggetti trovati e racconti della vita dei suoi nonni nel Mühlviertel, in Alta Austria – una vita caratterizzata da semplicità, creatività e un uso rispettoso delle risorse. Anni dopo, Moshammer ricostruisce questi ricordi davanti alla sua macchina fotografica, creando un intreccio di metafore visive che riflettono la vecchiaia, i rituali quotidiani e la transitorietà della vita.

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