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Road to Nordkapp – Quarantatreesima tappa: Burea

di Emanuele Mei

La mattina trovo il ghiaccio sulla tenda. Quando la scrollo sento il rumore del vetro. Le mani si congelano istantaneamente e ci metteranno un pò a tornare operative. Il sangue rallenta e il bruciore mi fa impazzire. Nemmeno i guanti alleviano il prurito. Lo stesso principio d’ipotermia sta iniziando nel piede destro. Sono partito troppo presto e non sono ancora equipaggiato a dovere, in più sono due notti che non dormo bene.
Mi fermo in una stazione di servizio lungo la E4 e prendo un cafe. Mi scaldo, faccio passare un ora e mezz’ora e poi riparto verso Skellefteå, ma abbandono la strada normale e prendo la via del bosco e dell’off road.

Skellefteå è una città sulle rive del Baltico circondata da foreste vergini abitate da animali fantastici come le aquile reali, i lupi gli orsi e branchi di alci selvatici. Avvistare uni di questi non è facile, ma se come me dormi nei boschi, le probabilità di incontrare un abitante locale si alzano sensibilmente. Per fortuna dei quattro sopra menzionati mi è capitato di incrociare solo il primo. Vedere le aquile reali è una cosa rara, di solito è un percorso fatto di lunghe attese in appostamenti dedicati, a me è capitato di vedere tre esemplari a pochi metri in volo sopra la mia testa.
Una volta lessi da qualche parte che il tempo del paesaggio non è il tempo dell’uomo, e che il tempo dell’uomo è il tempo del rumore. In questa frase la parole tempo è ripetuta ben quattro volte.  Ma questo scorrere in un contesto come quello in cui mi trovo si annulla e diventa un vocabolo vuoto, privo di significato.

Il silenzio domina e cresce con la latitudine, il rumore qui non è mai noioso e si trasforma in un linguaggio della natura a cui bisogna provare a prestar attenzione. Il paesaggio non è semplicemente uno sfondo. Nei luoghi appartati, in condizioni estreme, si avverte la sacralità della vita e il mistero che ne deriva.

Il bosco è davvero potente. I segni che gli alci lasciano sugli alberi sono chiari. In conclusione, essendo in zona orsetti, ho deciso di non dormire all’addiaccio stanotte, e tanto meno vorrei bucare una gomma qui e adesso. Faccio due rapidi conti, la città dista solo una ventina di chilometri, è l’una e ne ho già fatti 80, ho le batterie scariche e domani è domenica. Mi fermerò in un campeggio. Ne trovo uno non proprio economico a Burea, ma ho bisogno di riposo.

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