La mattina trovo il ghiaccio sulla tenda. Quando la scrollo sento il rumore del vetro. Le mani si congelano istantaneamente e ci metteranno un pò a tornare operative. Il sangue rallenta e il bruciore mi fa impazzire. Nemmeno i guanti alleviano il prurito. Lo stesso principio d’ipotermia sta iniziando nel piede destro. Sono partito troppo presto e non sono ancora equipaggiato a dovere, in più sono due notti che non dormo bene.
Mi fermo in una stazione di servizio lungo la E4 e prendo un cafe. Mi scaldo, faccio passare un ora e mezz’ora e poi riparto verso Skellefteå, ma abbandono la strada normale e prendo la via del bosco e dell’off road.
Skellefteå è una città sulle rive del Baltico circondata da foreste vergini abitate da animali fantastici come le aquile reali, i lupi gli orsi e branchi di alci selvatici. Avvistare uni di questi non è facile, ma se come me dormi nei boschi, le probabilità di incontrare un abitante locale si alzano sensibilmente. Per fortuna dei quattro sopra menzionati mi è capitato di incrociare solo il primo. Vedere le aquile reali è una cosa rara, di solito è un percorso fatto di lunghe attese in appostamenti dedicati, a me è capitato di vedere tre esemplari a pochi metri in volo sopra la mia testa.
Una volta lessi da qualche parte che il tempo del paesaggio non è il tempo dell’uomo, e che il tempo dell’uomo è il tempo del rumore. In questa frase la parole tempo è ripetuta ben quattro volte. Ma questo scorrere in un contesto come quello in cui mi trovo si annulla e diventa un vocabolo vuoto, privo di significato.
Il silenzio domina e cresce con la latitudine, il rumore qui non è mai noioso e si trasforma in un linguaggio della natura a cui bisogna provare a prestar attenzione. Il paesaggio non è semplicemente uno sfondo. Nei luoghi appartati, in condizioni estreme, si avverte la sacralità della vita e il mistero che ne deriva.
Il bosco è davvero potente. I segni che gli alci lasciano sugli alberi sono chiari. In conclusione, essendo in zona orsetti, ho deciso di non dormire all’addiaccio stanotte, e tanto meno vorrei bucare una gomma qui e adesso. Faccio due rapidi conti, la città dista solo una ventina di chilometri, è l’una e ne ho già fatti 80, ho le batterie scariche e domani è domenica. Mi fermerò in un campeggio. Ne trovo uno non proprio economico a Burea, ma ho bisogno di riposo.
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Vivo in un piccolo paesino della Liguria, in riva al mare, dove sono tornato dopo aver studiato archeologia, arte e fotografia a Genova, Roma e Milano. Da un decennio sono impegnato in progetti a lungo termine con finalità sociali e di approfondimento in est Europa, Asia e nell’area del Mediterraneo. Utilizzo la fotografia come strumento d’indagine nello studio di ciò che mi interessa e quel che mi circonda. Sono da sempre un sostenitore dell’originalità, riversata nel linguaggio contemporaneo che cerco nella mia scrittura, nelle immagini e nella vita. Sostengo l’editoria indipendente e amo il libro in tutto le sue sfaccettature.
Dopo alcuni corsi di tecnica fotografica a Genova durante gli anni dell’Università decido di approfondire le mie conoscenze sul linguaggio e mi trasferisco a Milano dove frequento l’accademia John Kaverdash. Successivamente, sempre a Milano, partecipo alla Bauer dove svolgo un Master in ritratto fotografico e un Master per Photo Editor, per poi passare all’academy dell’agenzia LUZ.
Infine mi accosto a Door a Roma, frequentando dapprima un Master internazionale sul libro fotografico e svariati workshop con autori internazionali, diventandone membro nel 2019.
Sempre nel 2019 svolgo un Master per curatela museale on line presso Artedata.
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