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Raccontarsi durante il lockdown in 15 oggetti: Paula Zuccotti e il suo progetto sociale

di Alessandro Tarantino

Cinquanta Paesi diversi, oltre 1000 scatti e un solo racconto scaturito da una domanda: quali sono i 15 oggetti che ti stanno aiutando a superare la pandemia e il lockdown?

A porla sui social e a raccogliere le risposte è stata la designer italo-argentina Paula Zuccotti che con questo progetto globale ha saputo trovare sia un filo conduttore comune all’animo umano mentre si è costretti a far i conti con la Covid-19, sia forti momenti di discontinuità nell’affrontare la stessa pandemia.

Il progetto “Future archeology of a global lockdown” (racchiuso in un sito internet dedicato: lockdownessentials.org) è quindi un viaggio nell’intimità dei singoli individui provenienti da mezzo mondo che hanno deciso di raccontare una storia personale attraverso pochi oggetti che ritengono essenziali per la loro sopravvivenza (soprattutto mentale) durante i 16 mesi di pandemia vissuti sinora.

«Questo progetto cattura il momento in cui tutto è cambiato – racconta Paula Zuccotti -: come abbiamo lavorato, imparato, curato, socializzato, intrattenuto, fatto acquisti, connesso, svolto, anche il modo in cui amavamo. Rivelando gli oggetti che ci interessano di più nei blocchi, questo archivio fotografico rivela come i nostri bisogni e le nostre priorità siano cambiati quando il Covid-19 ha colpito. Mi sono resa conto che questo progetto, che copriva persone di tutte le età e background in tutti i continenti, aveva un valore archeologico. Era una capsula del tempo di come abbiamo vissuto la nostra vita quotidiana. Cosa imparerebbero le generazioni future su di noi vedendo queste fotografie?

Quando è arrivato il Covid-19, non ho potuto fare a meno di notare un cambiamento negli oggetti che usavamo ogni giorno. Lockdown significava riorganizzare le nostre vite, cambiando gli elementi funzionali ed emotivi di cui avevamo bisogno ogni giorno. Come qualcuno che crede nel potere degli oggetti quotidiani per raccontare le nostre storie, ho raccolto i miei 15 elementi essenziali appena valutati e li ho catturati in una singola fotografia,

li ho pubblicati su Instagram sotto l’hashtag #EveryThingWeTouchCovidEssentialsX15 e ho invitato amici e sconosciuti a partecipare».

Un esperimento sociale nato da un bisogno narrativo personale che si è trasformato in un progetto condiviso in tutto il mondo, tra persone di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali: un grande diario della quarantena dove i confini fisici dello spazio in cui tutti siamo stati costretti non hanno valore. Le distanze si annullano, ci si sente meno soli condividendo la propria realtà quotidiana con il resto del mondo.

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