
La fotografia intesa come analisi della realtà, documentazione sociologica, sguardo sul mondo ha in Erich Solomon uno dei suoi padri fondatori. Un esempio prebellico a cui anche Henry Cartier-Bresson guardò per strutturare la sua arte fotografica.
Nato nella Germania di fine ‘800, Solomon è considerato a tutti gli effetti il primo “paparazzo” antelitteram, un “bildjournalist” (fotogiornalista) che seppe cogliere nel concetto di spontaneità e di “sorpresa” un’essenza fotografica fino ad allora inesplorata.
Scatti rubati, momenti colti d’improvviso cogliendo impreparati i suoi soggetti: dai politici alle celebrità, Solomon aveva capito come la rappresentazione della realtà mediata dalla macchina fotografica necessitasse di eliminare il filtro della posa impostata, della pulizia dello scatto e dell’inquadratura. Il suo stile aggiunse pathos e movimento all’arte fotografica, segnando l’evoluzione del fotogiornalismo e del reportage.
Mise sul piatto la sua capacità di intrufolarsi nei contesti più esclusivi, la sua capacità di prevedere il momento dello scatto e li unì alla capacità tecnica e ad un’attrezzatura leggera e agile. Questo mix gli permise di portare a casa scatti memorabili e di costruire una nuova narrativa della cronaca, del gossip, della politica. Il “cameraman invisibile”, era soprannominato.
Un cambiamento pressoché epocale, dunque, fu quello che Solomon introdusse, segnando la strada per tanti altri che dopo di lui cercarono di riprodurne i risultati ma senza la medesima eleganza, senza la stessa “visione”.
Eppure arrivò alla fotografia relativamente tardi, attorno ai quarant’anni, a causa della Prima Guerra mondiale che lo vide fatto prigioniero durante la battaglia di Marna. Dopo quattro anni passati a fare da interprete per i prigionieri, tornato a casa dovette affrontare le difficoltà economiche della sua famiglia che lo costrinsero a provare dapprima un’avventura in borsa e poi come socio di una compagnia produttrice di pianoforti.
A scatenare in lui la passione per la fotografia fu un evento climatico straordinario, un ciclone che colpì Berlino, in seguito al quale iniziò a fotografare per poi rivendere gli scatti ad un giornale che cercava un reportage dell’accaduto. Da lì arrivò la possibilità di realizzare un reportage su una protesta contadina e quindi iniziò la sua carriera.
Diventò particolarmente famoso, poi, per aver realizzato, occultando la macchina fotografia sotto la sua bombetta, le fotografie durante un processo ad un serial killer. Fu l’unico che riuscì, eludendo il divieto di fotografare imposto dal giudice, a realizzare un report dell’evento.
Pian piano passò ad interessarsi del jet set non solo tedesco tanto che raggiunse l’apice della sua carriera all’inizio degli anni ’30 quando pubblicò anche un libro fotografico dal titolo Famous Contemporaries in Unguarded Moments.
L’ascesa del nazismo in Germania lo costrinse, essendo di origine ebraica, all’esilio forzato in Olanda. Proprio lì, nel 1943, fu costretto, assieme alla sua famiglia, a nascondersi dalla caccia forsennata dell’esercito di Hitler agli ebrei. Lui, sua moglie e suo figlio furono scovati e fatti prigionieri nel 1944: finirono ad Auschwitz e lì morirono poche settimane prima che gli Alleati sbarcassero in Normandia e decretassero la fine del conflitto mondiale.
A lui e al suo modo di fotografare si deve l’introduzione nel lessico moderno della locuzione “candid camera” con cui viene definita una fotografia che riprende lo stupore del soggetto ritratto d’improvviso.
A Solomon è dedicata una mostra digitale permanente su Google Arts & Culture che potete visitare gratuitamente cliccando qui.
Un’altra galleria di immagini scattate da Solomon è visitabile cliccando qui.
Altri articoli di questo autore
Guglielmo Allogisi, General Manager della nuova Imaging Solution Business Division di Fujifilm Italia
La fotografia come mezzo di dialogo oltre la morte: Billy Barraclough alla scoperta di suo padre
L’India autentica di Shah alla conquista dell’alta moda
Marika Gherardi, Communication Manager per la divisione Digital Imaging e Photo Imaging di Fujifilm
Facce buffe ed espressioni umane, annunciati i finalisti del premio per le foto agli animali più divertenti
Claudio Bosatra, General manager di Mtrading
Natura e umanità, a La Gacilly un festival dedicato al Grande Nord
World Report Award 2021: annunciati i vincitori
A tu per tu con Massimo Pinciroli (Apromastore): il mercato fotografico rallentato dalla logistica
A spasso nell’universo Sony: a tu per tu con Francesco Papapietro – Parte 1
Vent’anni di donne d’Afghanistan nelle foto di Carla Dazzi
Incendi in Calabria, a documentare lo scempio c’è Steve McCurry
A tu per tu con Onnik Pambakian: il mondo della stampa fotografica
Simone Rudas (Fowa): il presente e il futuro dei droni
“The L_st Album”, memorie di famiglia a nuova vita
La luce continua di qualità: Mirko Poppi (TFS) presenta Nanlite e Nanlux
“Nude”, la perfezione dei difetti negli scatti di Salvo Giuffrida
“7 Days of Garbage”, l’impressionante raccolta di rifiuti che produciamo nelle foto di Gregg Segal
“Files of the Disappeared”, Ashfika Rahman e le storie di ingiusta detenzione in Bangladesh
A tu per tu con Luca Servadei (Polyphoto)
“The Couch”, un divano per protagonista nella foto di Julia Chang-Lomonico
A tu per tu con Mattia Toffano (Plaber): valigie tecniche e Lomography
“Steal Life”, il viaggio di Nicola Ducati nelle acciaierie indiane
Luca Zaffanella, Sales Specialist di EIZO Italia
Women Street Photography, a Parigi la mostra della comunità tutta al femminile
World Report Award, annunciati i finalisti della open call per il Mondo No-Profit
L’eros… analogico di Chantal Convertini
A spasso nell’universo Sony: a tu per tu con Francesco Papapietro – Parte 2
Dietro le quinte degli scatti agli sportivi: National Geographic in the Field lo racconta su Instagram
La Generazione Y nella Turchia dei conservatori: “Shelter”, di Cansu Yldiran
“Guardare oltre”, IV edizione del Premio Fotografico del Consiglio regionale della Basilicata
New York, al Metropolitan le grandi fotografe del Novecento
La fotografia e il meraviglioso borgo di Ragusa Ibla: parte il Foto Festival
Saverio Caracciolo e Canon insieme per il corso fotografico per non vedenti
Ucciso in Afghanistan il fotoreporter Danish Siddiqui
Streetphotography, aperta la call di LensCulture
Diecimila chilometri su un van per raccontare l’Italia normale
Wayne Levin, 38 anni di fotografia subacquea
“Corpo”, aperta per 15 giorni la open call di PhEST
Roma Fotografia 2021, annunciati i vincitori della call “Freedom”
L’astrazione dei soggetti dal contesto nella fotografia di Jacob Howard
“Vanishing Languages”, la denuncia sociale di Lynn Johnson in mostra a Reggio Calabria
“In Zir – I miei viaggi verso Gerusalemme”, la personale di Lidia Bagnara a Milano
Tra pellicola e surrealismo: Regina, la non fotografa
“In Australia”, il ritorno a casa di Tajette O’Halloran tra radici e dolore
Climbing Cholitas
Premio Hemingway 2021 a Franco Fontana
“Cast Out of Heaven”, Hashem Shakeri e i controsensi dell’Iran
L’Uomo e il contesto sociale nella fotografia concettuale di Nicky Hamilton

Nato a Catanzaro nel 1984, è giornalista, fotografo e consulente di comunicazione. Attualmente collabora con Gazzetta del Sud e dirige il magazine della Camera di Commercio di Catanzaro CalabriaFocus.it. Nella sua fotografia ha introdotto gli elementi della professione giornalistica concentrandosi sul reportage (anche nelle cerimonie) e sulla narrazione per immagini della realtà. Alcuni suoi reportage sulla baraccopoli di Rosarno sono stati pubblicati dal Corriere della Sera.
No comment yet, add your voice below!