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Perché sostituire la propria fotocamera con una uguale? [Tommaso Attanasio]

di Tommaso Attanasio

Ovvero perché passare da una Nikon Z6 ad una Z6II

Ovviamente è una domanda che vuole un po’ prendere in giro chi è solito gridare: “Le fotografie le fa il fotografo, non la macchina fotografica!” Sacrosanta verità, anche se già da diverso tempo usiamo l’automobile per i nostri spostamenti e non più il mulo! In definitiva, se è vero che il secondo mezzo di trasporto è sicuramente più ecologico, il primo ci offre innegabilmente un comfort al quale difficilmente sapremmo rinunciare.

Nikon dopo appena due anni dal lancio di Z6 e Z7 (commercializzate nel 2018), ha presentato una rivisitazione delle stesse (la Z6II e Z7II), lasciando apparentemente invariate le caratteristiche salienti delle due fotocamere. C’è dunque da chiedersi se sia logico passare dal vecchio al nuovo modello e, per chi ancora non avesse questa fotocamera, che vantaggi gli riserva l’acquisto del nuovo modello rispetto al primo, soprattutto considerando che su questo Nikon sta facendo una campagna di sconti che lo rendono più appetibile.

Nikon con Z6 e Z7 è entrata nel mondo delle fotocamere mirrorless professionali affacciandosi a questo mercato per la prima volta. Lo ha fatto da par suo (da azienda produttrice di fotocamere con una tradizione decennale), fornendo agli acquirenti del marchio due ottime fotocamere. Nonostante ciò, entrare in un mercato “nuovo”, quello delle mirrorless, non ha risparmiato al prestigioso marchio l’imbarazzo di presentarsi con delle fotocamere con ampi margini di miglioramento, non tanto rispetto alla superlativa qualità di immagine di entrambe le macchine, ma soprattutto al fine di renderne più performante l’ergonomia.

La Z6 (oggetto di questa discussione) ha un sensore da 24,5 MP retroilluminato che regala la possibilità di fotografare quasi al buio sfruttando i 51.200 ISO senza paura di avere un disturbo fastidioso.

Trovo tuttavia inutile soffermarci sulle caratteristiche della Z6 e preferisco che ci si concentri sulle novità, rispetto al modello precedente.

Nikon ha dato ascolto alle richieste dei suoi clienti che usavano queste mirrorless, progettando nuove fotocamere che potessero soddisfare quelle richieste, senza stravolgere la struttura di macchine già efficientissime.

Una delle prime mancanze che gli utilizzatori hanno sentito era l’assenza di un doppio slot per le schede di memoria. Facciamo il punto: le mirrorless Nikon della prima serie adottavano uno slot per schede XQD, poi aggiornato gratuitamente (tramite upgrade del firmware) all’uso di CfExpess. Entrambe queste schede sono le più performanti esistenti sul mercato e – a fronte di un costo relativamente maggiore rispetto ad analoghe (per qualità e velocità) schede SD – offrono sicurezza nella gestione dei dati e velocità di immagazzinamento. La mancanza principale non riguardava tanto la capacità di memoria, quanto piuttosto l’impossibilità di gestire due archivi separati. Ci sono molti fotografi che preferiscono salvare due copie della stessa immagine in schede diverse, al fine di evitare di perdere scatti importanti, in caso di guasto di una delle due.

Un’altra esigenza diffusa è quella di salvare una copia in RAW ed una in Jpeg in schede diverse, oppure salvare i video su una e le immagini fisse sull’altra. Dunque il doppio slot non serve tanto per aumentare lo spazio a disposizione, quanto per offrire maggiori alternative e sicurezza rispetto allo stoccaggio delle immagini.

Nikon sulla Z6II (come sulla Z7) ha aggiunto allo slot in grado di ospitare schede XQD o CfExpress, un secondo slot che ospita card SDXC. Questa decisione che può sembrare strana (schede di diverso tipo sulla stessa fotocamera), ha in realtà un suo perché: i due tipi di scheda hanno caratteristiche diverse. Inoltre, grazie a questa scelta, i possessori del primo modello di Z6 possono continuare a utilizzare le vecchie schede oppure far funzionare la fotocamera (rinunciando all’uso del doppio slot) con la scheda che preferiscono. Un’innovazione che non scontenta nessuno e fornisce sicuramente una maggiore flessibilità nell’uso della fotocamera.

Un’altra mancanza della Z6 sulla quale si è posto l’accento è l’assenza di una impugnatura verticale.

Probabilmente nel pensiero dei progettisti Nikon vi era la convinzione che chi acquista questo genere di fotocamere privilegi la compattezza e la leggerezza ed è disposto, in virtù di ciò, a rinunciare a qualche comodità. Dopo pochissimo tempo si sono accorti che così non è, dato che – grazie alla qualità di queste fotocamere – tanti professionisti si sono avvicinati al mondo mirrorless, scoprendone i vantaggi ma rifiutandosi di privarsi di accessori utili a rendere più agevole il lavoro. Nikon ha provato subito a dare risposta a queste esigenze, proponendo un’impugnatura che però ha fatto storcere il naso a moltissimi. Questa impugnatura (MB N10) aveva la possibilità di montare due batterie, ma assurdamente era sprovvista proprio di ciò che interessava a molti: la replica dei comandi di scatto in verticale!

La nuova Z6 II è stata dotata dell’accessorio giusto, l’impugnatura MB N11 infatti, oltre a prevedere lo spazio per due batterie, è dotata dei comandi di scatto accessori: un secondo pulsante di scatto per le fotografie ed uno per i filmati; due ghiere per la gestione dei parametri; il pulsante Af On; un secondo pulsante programmabile… tutti dedicati alla fotografia in verticale. Mi vorrei soffermare su un paio di concetti. Il primo è l’estrema utilità di questa impugnatura per chi si dedica a generi fotografici, come il ritratto, che prevedono l’utilizzo quasi esclusivo della fotocamera con inquadratura verticale (con il vantaggio di ridurre lo stress per il polso del fotografo). Il secondo riguarda la presenza nell’MB N11 di una seconda porta USB C attraverso la quale ricaricare, anche durante la sessione di scatto, le batterie della fotocamera. Questa seconda porta non esclude la prima presente sul corpo che, essendo libera, può essere adoperata per sessioni di scatto in tethering senza preoccuparsi del consumo delle batterie.

L’ MB N11 consente inoltre il cambio a caldo di una batteria, si può cioè sostituire la batteria scarica con una carica senza spegnere la fotocamera (pensate ad esempio alla comodità offerta da questa possibilità durante le lunghe sessioni di time lapse). L’ MB N11 non solo risolve tutti questi problemi, ma migliora l’impugnatura della fotocamera che, sebbene ottima anche senza, con l’accessorio montato rende la presa più comoda ai fotografi con mani grandi. Un’ultima considerazione devo farla sulla presenza di un ulteriore pulsante programmabile sull’impugnatura. Ho trovato utilissimo questo pulsante che ho programmato in modo da simulare nel mirino la profondità di campo dell’immagine, dato estremamente rilevante soprattutto nella ritrattistica.

Per quanto riguarda le batterie la novità consiste nel fatto che è stata introdotta la nuova EN-EL15C da 2.280 mAh 16Wh che sostituisce la precedente EN-EL15b da 1900 mAh 14 Wh. La nuova e più potente batteria assicura alla Z6II un’autonomia di 420 scatti. La fotocamera è utilizzabile anche con la precedente batteria ma mi sembra che non supporti le En-EL15a.

Una modifica “sottopelle” – ma che si fa sentire sul campo – è data dall’adozione di un secondo processore EXPEED 6. I due processori lavorano ora in sinergia e i risultati si vedono! La maggiore potenza ha consentito un aumento della raffica che arriva a 14 fotogrammi al secondo con un buffer di memoria che consente di arrivare a ben 124 immagini RAW.

Anche la capacità di mettere a fuoco in condizioni di scarsa luminosità è aumentata, consentendoci di mettere a fuoco anche con -6EV, praticamente al buio! Anche la velocità dell’autofocus è aumentata e soprattutto si guadagna un’ulteriore funzione: nella ricerca della messa a fuoco sul viso e sugli occhi, può essere selezionata una macroarea nel campo inquadrato, all’interno della quale l’autofocus cercherà i punti da mettere a fuoco. In tal modo si velocizza ancora di più la messa a fuoco, soprattutto nei casi in cui si sta seguendo un soggetto in movimento, per non parlare poi della funzione specifica che riconosce gli occhi degli animali.

Il secondo processore si mostra estremamente utile anche in campo video dove ora è possibile (in realtà lo sarà da febbraio 2021 quando sarà rilasciato un aggiornamento firmware apposito per la Z6II, mentre la Z7II è già in condizione di farlo) effettuare delle riprese in 4K a 60p contro i 30 della Z6, funzione molto apprezzata dai videomaker!

Sembrerebbe che Nikon con la commercializzazione delle nuove fotocamere non abbia commesso errori e abbia risolto i piccoli problemi della prima serie, quindi nessuna pecca? In realtà una – e secondo il mio parere anche grossa – c’è. Sono solito dire ai miei allievi, durante la prima lezione del corso di fotografia, che con le fotocamere che hanno acquistato viene dato loro un accessorio fondamentale che quasi nessuno adopera mai: il libretto delle istruzioni.

Con Z6II Nikon ha commesso un gravissimo errore, dotandola di un libretto striminzito e con pochissime indicazioni. Il manuale di istruzioni della Z6 è completissimo e composto da ben 248 pagine! Pensando che Nikon avesse previsto una versione elettronica del manuale, ispirata da principi ecologici, sono andato a cercarla sul sito web ufficiale, scoprendo, mio malgrado, che online si trova una copia digitale del manuale fornito in versione cartacea (di sole 60 pagine). Consiglio a tutti gli acquirenti di Z6II di scaricare il manuale di riferimento della Z6 prima serie, per avere un vero strumento su cui informarsi.

Dunque i motivi per passare da un’ottima fotocamera ad una uguale, non riguardano solo i “Nerd”, ma sono validi motivi per chi voglia utilizzare una fotocamera che offra un’ergonomia avanzata e che non faccia avvertire ai professionisti o agli amatori evoluti alcuna differenza rispetto alle fotocamere reflex professionali con le quali sono abituati a lavorare (anche tenendo conto della distribuzione dei comandi che ricalca esattamente quella delle professionali di cui sopra).

 

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