C’è un viaggio che tutti noi possiamo intraprendere, è il viaggio nella memoria. Non servono bagagli, non occorrono grandi somme di denaro, non sono richiesti particolari prerequisiti prima della partenza. In cambio ciò che si ottiene ha un valore difficile da definire: riconoscersi.
Raggiungere la meta desiderata, infatti, significa offrire una risposta quanto più veritiera alle domande: “Chi sono? Da dove vengo?”.
Nel 2021 ho avvertito anch’io il bisogno di intraprendere il viaggio di cui parlo, questa volta in compagnia di una nuova consapevolezza. Sentivo che il tempo iniziava a scorrere veloce, che ogni alba si lasciava alle spalle la notte con destrezza e velocità, che ogni giorno era per certi versi più sfuggente del precedente.
Così, ho invitato mia nonna a sedersi a un tavolo, ho avviato il registratore vocale dello smartphone e le ho chiesto: “come hai conosciuto il nonno?”.
Fin da bambina conservo il ricordo di essere stata spettatrice di una commovente storia d’amore. I protagonisti sono Assunta, chiamata Maria, e Francesco, per tutti Cecchino. Lei vive in un paesino dell’entroterra abruzzese con sua madre Erminia. La sua è una famiglia disgraziata. Suo padre Carlo, sopravvissuto alla guerra, muore calpestato da un asino mentre portava il dovuto tomolo di grano al prete. Da quel giorno Erminia si chiude in una vita di silenzi e sacrifici. L’arrivo di Cecchino, disposto a percorrere ogni domenica 70 km in bicicletta solo per vederla, riporta nella sua vita quel sorriso che si era assopito quando aveva poco più di quattordici anni. L’idea del matrimonio, però, la mette in difficoltà poiché non vuole assolutamente lasciare sua madre, la persona che ha dato tutto per lei. Sarà proprio lei, invece, a rassicurarla, accompagnandola nella nuova vita accanto all’uomo che, in sella alla sua due ruote, ha trascorso 312 domeniche, superato 6 gelidi inverni e percorso 18.720 km solo perché l’amava.
Nel 2023, ancora in viaggio insieme a Maria sulla strada della memoria, ai racconti si aggiungono le foto d’archivio. La proposta arriva da Emanuela Amadio alla quale è affidata la curatèla del progetto. Docente di fotografia e consapevolezza digitale, nonché fondatrice di Case di Fotografia, Emanuela mi ha invitata a lavorare non solo con le parole, ma anche con le immagini.
Scopro che mio nonno mi ha lasciato un archivio ben organizzato, che amava scrivere e che utilizzava le foto per ricordare a mia nonna quanto fosse innamorato di lei.
Per amore di Maria è un progetto dedicato all’utilizzo della fotografia e dell’oralità come pratiche per richiamare i ricordi e si compone di 11 foto scattate tra il 2023 e il 2024, 9 foto d’archivio, 2 documenti, messaggi scritti dietro le foto e racconti brevissimi. Le immagini vernacolari da una parte, e il recupero di racconti tramandati solo oralmente dall’altra, diventano strumenti preziosi per ricostruire storie familiari e territoriali. Un lavoro – esposto per la prima volta nell’agosto 2024, in occasione del Montone Festival Tra il Sole e la Luna – che pone l’accento sul potere della narrazione ibrida e la necessità di conservare le memorie umane, al fine di costruire una rappresentazione di se stessi e delle Comunità attraverso la loro evoluzione nel tempo.
Biografia
Sono nata e cresciuta in Abruzzo, terra in cui il mare e le montagne quasi si sfiorano, fino ad abbracciarsi. Dopo la laurea in Management e Comunicazione d’Impresa ho scelto di lavorare con la scrittura, specializzandomi nelle attività di copywriting a supporto di progetti autoriali e commerciali. Nel 2019 ho fondato Comunicazione Gentile, un progetto dedicato alla condivisione di buone prassi per imparare a comunicare con gentilezza. Sono affascinata dalle storie vere e credo nel connubio tra fotografia e scrittura, potente sinergia per generare significazione.
FB: Genny Di Filippo | IG: @gennydifilippo
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