fbpx Skip to content

Pensare per storie: il mindset del videomaker


di Davide Vasta

Dalla fotografia alla narrazione per immagini in movimento: come allenare lo sguardo per raccontare, non solo riprendere.

Tre fotogrammi, una microstoria: una mano poggia la tazza, il caffè riempie la scena, lo sguardo si perde fuori dalla finestra. È nel passaggio tra questi momenti che nasce la narrazione.

C’è un momento, prima o poi, in cui ogni fotografo si trova a fissare quel pulsante rosso. “REC”.

Non è solo una questione di esposizione, di luce o di fuoco. È il modo in cui guardi le cose che cambia. Il video non si limita a mostrare: suggerisce, accompagna, costruisce un tempo. E senza una storia da seguire – anche minuscola – rischia di essere solo un susseguirsi di immagini vuote.

Molti fotografi pensano che il video sia, in fondo, una fotografia che si muove. In parte è vero. Ma nel video, ogni scelta ha un “prima” e un “dopo”. Un’inquadratura non vive da sola. È un tassello dentro un flusso. E quel flusso, per essere interessante, ha bisogno di un filo. Un intento. Una piccola narrazione.

Lo scatto cerca l’attimo. Il video costruisce l’attesa.

Una fotografia cerca il momento perfetto. Uno solo. Nel video, quel momento va costruito. Preparato. Inquadrato, aspettato, magari addirittura fatto accadere. E tutto ciò che lo circonda – prima e dopo – conta tanto quanto il picco emotivo.

Per questo il primo vero passaggio non è tecnico. È mentale. È iniziare a guardare il mondo chiedendosi: “Se volessi raccontare questo, da dove comincerei?”
Non servono grandi eventi. Una tazza che si riempie, una finestra che si apre, una camminata lenta. La storia non sta nel gesto. Sta nel modo in cui lo costruisci.

Dietro ogni inquadratura c’è una scelta. Qui mentre progetto uno slider shot su una Ferrari, tra luce controllata e movimento calibrato: è in questi momenti che lo sguardo fotografico inizia a pensare per sequenze, non per singole immagini.
Dietro ogni inquadratura c’è una scelta. Qui mentre progetto uno slider shot su una Ferrari, tra luce controllata e movimento calibrato: è in questi momenti che lo sguardo fotografico inizia a pensare per sequenze, non per singole immagini.

Prima ancora della camera: la visione

Nel mio lavoro, mi è capitato spesso di assistere a una forma di ansia da prestazione. “Che macchina usi? Che gimbal hai? Hai un preset per colorare così?”
Ma il punto non è quello. Se non hai una visione, anche il drone più costoso sarà solo un giocattolo rumoroso.
Serve allenare un’altra cosa: la capacità di osservare una scena e immaginare come potrebbe diventare in video. Cosa racconta? Cosa potrei far vedere? E cosa potrei lasciare fuori?

Pensare per storie è, in fondo, un esercizio creativo. Non è scrivere un copione, ma imparare a vedere la realtà come una sequenza di possibilità. E non serve partire da un corto d’autore: basta raccontare qualcosa che conosci. Un’abitudine, una persona, una piccola routine. Il quotidiano ha già in sé le sue storie. Basta saperle cogliere.

Iniziare semplice: 3 clip, un senso

Un esercizio utile – e sorprendentemente rivelatore – è questo: scegli un tema e prova a raccontarlo con tre soli inquadrature.
Una che introduce. Una che sviluppa. Una che chiude. Può sembrare un limite, ma in realtà è una porta: ti obbliga a pensare prima di girare. Ti costringe a cercare cosa vuoi dire, non solo cosa vuoi mostrare.

All’inizio sembrerà poco. Ma se riesci a dare un senso a tre clip, sei già sulla buona strada. Il resto – il montaggio, il sonoro, gli effetti – viene dopo. Quello che non può mancare, invece, è il perché.

Usare un monitor esterno valorizza l'estetica dell'inquadratura
Lo sguardo fotografico e il cambio di prospettiva

Il videomaker non cerca solo la bellezza. Cerca la direzione.

Nel video, l’immagine non basta. Deve muoversi verso qualcosa. Anche quando è ferma, deve avere una tensione. Una destinazione.
Il fotografo sa già come catturare la bellezza. Ma per diventare videomaker, deve imparare a darle un percorso.
Questo non significa scrivere un soggetto o girare film. Significa pensare per storie, anche piccole, anche mute.
Una persona che guarda fuori dalla finestra. La stessa scena, con la giusta sequenza, può suggerire malinconia, speranza, attesa o nostalgia.
È il montaggio a dirci cosa prova. È il tempo a suggerire il senso.

Raccontare con il video è prima di tutto saper osservare. In strada, davanti a una scena reale, il videomaker deve decidere come entrare nel racconto: da dove iniziare, dove fermarsi, cosa lasciare fuori. La regia comincia dallo sguardo.
Raccontare con il video è prima di tutto saper osservare. In strada, davanti a una scena reale, il videomaker deve decidere come entrare nel racconto: da dove iniziare, dove fermarsi, cosa lasciare fuori. La regia comincia dallo sguardo.

Un passo alla volta, ma con intenzione

Il passaggio al video può sembrare complesso, ma non è una montagna. È un sentiero. E ogni passo è un’occasione per imparare qualcosa di nuovo.
Non servono grandi strumenti. Servono occhi curiosi e il desiderio di raccontare.
Se già fotografi, il primo pezzo del puzzle ce l’hai. Ora si tratta solo di metterlo in movimento. E scoprire che, dietro ogni immagine, può esserci una storia pronta a prendere vita.

Link al video “La mia Sicilia”

https://youtu.be/a6S4SCzZ5no

 

“La mia Sicilia” è un esempio di come una storia semplice – una persona che prepara la valigia per partire – possa diventare esercizio narrativo e visivo. Inquadrature strette e larghe, statiche e in movimento, costruiscono ritmo ed estetica. Un piccolo racconto che mostra come, con pochi elementi, si possa già pensare per immagini in sequenza. Un esercizio perfetto per chi si avvicina al video partendo dalla fotografia.

Lo sguardo attento dell'attrice si rivolge all'ottica in primo piano
Lo sguardo attento dell'attrice si rivolge all'ottica in primo piano

Altri articoli di questa rubrica

Condividi

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Vuoi accedere agli eventi riservati?

Abbonati a soli 15€ per 365 giorni e ottieni più di ciò che immagini!

Se invece sei già iscritto ed hai la password, accedi da qui

Dimmi chi sei e ti dirò che workshop fa per te

Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
A causa di questa carenza io e i miei coetanei ci siamo dovuti spesso costruire una visione complementare come autori, designers, critici ed insegnanti e questo ci ha aiutato a costruire qualcosa di fondamentale e duraturo.
Per questo motivo con Cine Sud che vanta un’esperienza di oltre 40 anni nel settore della formazione, abbiamo pensato alla possibilità di offrire dei corsi “one to one”, costruiti sulla base delle esigenze individuali e in campi disparati, che vanno dalla tecnica alla ricerca di nuovi linguaggi in fotografia.
Dei corsi molto vicini a quelli che avremmo voluto avere nel passato, se ce ne fosse stata offerta l’opportunità e la parola opportunità non va sottovalutata, perché ha un peso e una sua valenza e non è spesso scontata.
Ognuno sarà libero di scegliere, sulla base dei nostri consigli, un autore o un tecnico, tra quelli offerti come docenti, e intraprendere un corso che gli offra quello di cui realmente ha bisogno e, eventualmente, ripetere questa esperienza in futuro.
Come quando si va da un eccellente sarto a scegliere con cura un vestito, adattandolo perfettamente al corpo, vogliamo fornirvi il corso che meglio si adatta alle vostre, singole e personali esigenze.
Niente nasce dal caso e per poter essere all’altezza di questo compito e potervi fornire un’offerta diversificata e soddisfacente, abbiamo pensato di sottoporvi un questionario tra il serio e lo scherzoso a cui vi preghiamo di rispondere.
Aiutateci a capire le vostre reali esigenze e chi abbiamo difronte, non ve ne pentirete.
Massimo Mastrorillo

Dimmi chi sei e ti dirò che workshop fa per te

Approfondiamo ! per i più intrepidi
X