Peckham 24 è un festival senza scopo di lucro fondato nel 2016 dalla curatrice Vivienne Gamble e dall’artista Jo Dennis. Con un’attenzione particolare ai nuovi talenti e agli artisti sperimentali che lavorano con la fotografia, il festival occupa una serie di spazi di magazzini e gallerie tra Copeland Park e Bussey Building, nel cuore della scena artistica di Peckham.
Peckham 24 , il festival della fotografia nel sud-est di Londra, torna per il secondo anno alla Fire Station della South London Gallery. Prendendo come punto di partenza lo slogan di protesta “Il mio corpo, la mia scelta”, il programma 2023 di Peckham 24 esplorerà un’ampia gamma di risposte al corpo come tela personale e politica. Alla SLG saranno presentate due mostre personali, una di Marvel Harris e la seconda di Fion Hung Ching Yan che riflette su questo tema del linguaggio del corpo.
Spero che il pubblico sia ispirato a ripensare e ad essere curioso della propria storia personale e familiare, nonché delle relazioni con i propri familiari.
Fion Hung Ching Yan
Fion Hung Ching–Yan lavora con la fotografia, il collage e il testo, sfidando i modi di vivere la vita quotidiana attraverso le sue riflessioni surreali sulla realtà.
Per Peckham 24, Ching-Yan porta The Skeletons in the Closet alla SLG. Questa serie esplora l’identità e la famiglia guardando anche agli stereotipi cinesi tradizionali. Il lavoro riflette anche sui continui conflitti familiari di Ching-Yan dal 2016, anno della partenza della nonna. Usa racconti popolari cinesi, metafore visive e il corpo femminile per parlare delle aspettative, della morale e del dolore che lei e la sua famiglia hanno vissuto e inflitto l’un l’altro.
All’inizio il fulcro del mio progetto era la mia transizione di genere, ma lungo la strada ho scoperto che si tratta di una continua ricerca di me stesso: essere un essere umano con sentimenti, che è in continuo sviluppo.
Meraviglia Harris
Marvel Harris usa la macchina fotografica come specchio e custode dei registri, realizzando autoritratti intimi e vulnerabili. In quanto persona con autismo, la fotografia ha fornito ad Harris un modo per analizzare e gestire emozioni che prima non era in grado di descrivere adeguatamente, offrendo un linguaggio visivo per connettersi al mondo che lo circondava.
Alla SLG, Harris presenta Inner Journey, una serie continua di fotografie che condividono le sue battaglie personali con la malattia mentale, l’amor proprio, l’accettazione e l’identità di genere.
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