Paolo Ranzani con ANFM a Matera per la convention 2023
285 RITRATTI IN 16 ORE!
Vi racconto i miei 285 RITRATTI IN 16 ORE!
Questo è successo durante la convention ANFM di Matera. E non è solo motivo di orgoglio personale per un nuovo mio record, è un modo per raccontare la vivacità dell’evento che è stato ricco di energia, di nuove contaminazioni, scambi culturali e di bella gente che si stagliava su quell’impareggiabile paesaggio che sono i Sassi di Matera.
Sensazioni bellissime, un melting pot della fotografia, e io ero lì, ammaliato e designato ad un importante compito: tenere una lezione sull’ambiguità dell’immagine e poi a fare quel che mi piace di più, raccontare le persone con i miei ritratti.
Un ritratto, se ci pensate, è come un viaggio. Un viaggio nella storia di quella persona che per pochi minuti si concede a te, e il fotografo si deve concedere a suo modo.
E’ un incontro, magari brevissimo, ma qualcosa succede. Anche solo quel guardarsi negli occhi per pochi istanti, toccarsi per spostare una ciocca di capelli o un mano tenuta fuori inquadratura. Qualcosa accade e il fotografo deve dare la sua visione, il fotografo dà, non prende il ritratto, lo cede, lo concede. Io la vedo molto poetica questa unione, è sensuale, è fascinosa, sinuosa e insinuosa, a volte pericolosa, può sfuggire ma l’abilità è sempre quella di trovare il modo di attirarla in quel rettangolo di luce preparato appositamente per incontrarsi, come su un ring dove nessuno si fa male ma in quel rettangolo di luce si scrive un momento che è una traccia di noi e lo sarà per sempre. Un altra cosa che mi affascina è il tempo, o meglio, il fatto che la fotografia sia tutti i tempi; ci avete mai pensato?
Un ritratto fotografico, tu lo guardi e ti racconta qualcosa che appartiene al passato, che sia un minuto o un anno fa, comunque parla del passato.
Un ritratto fotografico però è presente, tu lo stai guardando e quella fotografia che tieni tra le mani è lì adesso, è tempo presente.
Un ritratto fotografico resta e rimane e quindi viaggia nel futuro anche dopo di te.
Io questa cosa la trovo fantastica!
E così ho costruito il mio set in una piccola stanza a strapiombo sui Sassi, vista meravigliosa, sensazione di leggerezza che mi ha accompagnato per 4 giorni. Ho ricevuto in prova due set di luci Nanlite, non avevo la mia attrezzatura e Toscana Foto Service mi ha fatto arrivare tutto l’occorrente grazie all’intervento di Francesco Mazza di Cine Sud. Usare per la prima volta attrezzatura che non conosci per un progetto del genere mette un po’ di preoccupazione, ma vi giuro che dopo i primi test colore e di qualità delle luci, ho trovato con facilità la giusta tara per l’atmosfera che volevo dare, altra cosa che vi giuro, davvero, è che nessuno mi sta pagando per quello che scrivo, questi Nanlite si sono rivelati una straordinaria sorpresa, li ho combinati in un misto di luce fredda e calda e hanno risposto bene con la mia Nikon z7, ho messo su un obbiettivo che mi permettesse di sgrandangolare un minimo, e tutto si è combinato come avevo in mente.
Fatta la luce che desideravo mi mancava solo un tavolino rotondo, prontamente recuperato grazie alle spifferate degli amici di ANFM; siamo corsi in un locale pazzesco, AEREA 8, pieno di meraviglie di arredamento e abbiamo implorato un meraviglioso tavolino, la splendida Micaela è intervenuta e dopo pochi minuti il piccolo tavolo era sul set. Bene, possiamo partire!
Per quattro pomeriggi ho atteso e fotografato chiunque passasse da me, e non bastandomi ho portato sul set anche camerieri che incontravo al bar, gentilissime e curiosissime donne delle pulizie intente a rendere ancora più bello Palazzo Malvinni Malvezzi, passanti casuali, familiari dei soci, rappresentanti, venditori, osti e persino un cagnolino.
L’idea era fissa nella mia mente, avevo quell’idea di un mood che ricordasse le foto dei protagonisti di una serie tv, tipo quelle di Netflix, un po’ thriller, un po’ legal drama, un po’ crime, e così uno alla volta, ma anche in coppia, ne ho ritratti 285, che poi ufficilamente sono oltre 300 perché, ora posso confidarlo, qualcuno è tornato a rifarsi il ritratto col vestito buono, qualche famiglia si è poi fatta fotografare anche singolarmente, insomma, ho perso il conto ma è stato bello così.
Non posso mostrarveli tutti tutti ma qualcosa potrete vederli a corredo dell’articolo.
Ci vediamo al mio prossimo rettangolo di luce, dove spero sarete i prossimi protagonisti, ma mi ritroverete anche dentro le fotografie che pubblicherò, perché poi, diciamolo, quando un autore fa un ritratto, è un po’ come se si mettesse sempre dentro un infinito e mutevole autoritratto.
Paolo Ranzani
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Fotografo ritrattista. Venti anni di esperienza nella fotografia di “people” spaziando dal ritratto per celebrity, beauty, adv e mantenendo sempre uno sguardo al reportage sociale.
Ha coordinato il dipartimento di fotografia dell’Istituto Europeo di Design ed è docente di Educazione al linguaggio fotografico presso la Raffles School, Università di design di Milano.
Il suo portfolio comprende lavori autoriali e commerciali per FIAT, Iveco, Lavazza, Chicco, Oréal e la pubblicazione di quattro libri fotografici: “Ecce Femina” (2000), “99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 it/Universiadi 2007”.
Ha curato l’immagine per vari personaggi dello spettacolo, Arturo Brachetti, Luciana Littizzetto, Fernanda Lessa, Antonella Elia, Neja, Eiffel65, Marco Berry, Levante …
Negli ultimi anni ha spostato la sua creatività anche alle riprese video, sia come regista che come direttore della fotografia, uno dei suoi lavori più premiati è il videoclip “Alfonso” della cantautrice Levante (oltre otto milioni di visualizzazioni).
Ha diretto il dipartimento di fotografia dello IED di Torino ed è docente di “Educazione al linguaggio fotografico” presso la RM Moda e design di Milano.
Paolo Ranzani è referente artistico 4k in merito al progetto “TORINO MOSAICO” del collettivo “DeadPhotoWorking”, progetto scelto per inaugurare “Luci d’Artista” a Torino.
E’ stato nominato da Giovanni Gastel presidente AFIP Torino.
Nel 2019 il lavoro fotografico sul teatro in carcere è stato ospite di Matera Capitale della Cultura.
Pubblicati e mostre:
“Ecce Femina” (2000),
“99 per Amnesty” (2003),
“La Soglia. Vita, carcere e teatro” (premio reportage Orvieto Prof. Photography Awards 2005),
“Go 4 you/Universiadi 2007” ,
Premio 2005 per il ciack award fotografo di scena
Premio 2007 fotografia creativa TAU VISUAL
Premio 2009 come miglior fotografo creativo editoriale
Ideatore e organizzatore del concorso fotografico internazionale OPEN PICS per il Salone del Libro di Torino – 2004
Dal 2017 scrive “Ap/Punti di vista” una rubrica bimestrale di fotografia sul magazine Torinerò.
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