Muri fotografati in bianco e nero con uno stile unitario e nello stesso tempo oscillante tra la documentazione scrupolosamente realistica, quasi da entomologo delle pareti, e astrazioni come risultato di inquadrature essenziali, basate sul procedimento di sottrazione, del togliere: è il lavoro Surfacex di Paolo Bonfiglio, organizzato in una sessantina di fotografie tra le quali l’autore ha selezionato 33 immagini raccolte in un prezioso volume. Pubblicato con la consueta cura come un oggetto d’arte dalle Edizioni Massimo Fiameni il volume rende merito alla qualità del lavoro, una sorta di complicata introspezione in cui l’autore, attraverso immagini che possono apparire a una prima lettura molto estetizzanti, tenta di portare alla luce sensazioni, ricordi, riflessioni sullo spazio e sul tempo.
Non a caso le fotografie sono intervallate da citazioni della Recherche di Marcel Proust, non per ritrovare un tempo perduto – come nel caso dello scrittore francese – quanto, come accennavo, a cogliere stati di coscienza dove la brutalità della materia – sublimata dalle rigorose ed essenziali inquadrature – diventa strumento per auto-interrogarsi su quanto la percezione visiva influisca sui nostri pensieri, in un inestricabile intrico in cui si affacciano interrogativi esistenziali.
Scrive al proposito, tra l’altro, Gigliola Foschi nel denso testo di presentazione del lavoro: «[…] … come le immagini di Paolo Bonfiglio siano concentrazioni e apparizioni del tempo, nate da un lungo cercare nelle pieghe del visibile. Esse conservano e danno voce a tracce di presenze svanite o solo nascoste, a sopravvivenze che non indicano significati precisi, ma suggeriscono pensieri fluttuanti.»
Sempre Foschi ricorda che le fotografie di muri hanno una lunga storia nella ricerca fotografica, soprattutto contemporanea, allacciandosi a esperienze di arti visive – pensiamo all’informale, all’astrattismo e altre forme d’espressione che privilegiano la matericità e le campiture geometriche – che hanno influenzato maestri della fotografia come Brassaï, Aaron Siskind o l’italiano Nino Migliori.
Paolo Bonfiglio è un fotografo colto e avveduto e la sua scelta coraggiosa di battere un sentiero così praticato e soprattutto visivamente strettamente definito deriva dalla consapevolezza che la rigorosa e apparente semplicità delle inquadrature cela la complessità del reale che l’autore percepisce come importante esperienza personale.
In questa operazione la raffinatezza con cui ha costruito insieme all’editore l’impaginazione e la manifattura del volume corrisponde alla finezza concettuale e visiva della sua ricerca fotografica.
Paolo Bonfiglio - Surfacex
Volume di 96 pagine per 33 fotografie organizzate in cinque sezioni Testo di presentazione di Gigliola Foschi Formato cm 29x22, rilegatura svizzera Edizioni Massimo Fiameni Design Euro 75,00 https://it.pbonfiglio.com/ http://massimofiameni.com
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Nato nel 1950 nel Salento, Pio Tarantini ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e studioso ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private.
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