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OMOTE URA una mostra di Vittoria Fragapane

di PHocus Magazine

A cura di Vittoria Fragapane e Grenze Arsenali Fotografici.

Il progetto Omote Ura, significa “fuori e dentro”. Due parole fondamentali che si usano per identificare il principio della cultura giapponese. “Omote” si riferisce al rapporto col mondo esterno e quale comportamento assumere nella società. “Ura” indica invece la sfera intima e privata di una persona. Il progetto di Vittoria Fragapane unisce così la realtà alla memoria, il presente al passato, i sensi con l’esperienza.

“Quando a casa di mia nonna paterna arrivava mia zia Yuko, che tornava da Tokyo, portava sempre piccoli doni. Da bambina ricordo l’odore che fuoriusciva da quelle scatole quando venivano aperte, così diverso dagli odori a cui ero abituata. Si dice che quando si entra in casa propria non si riesce a riconoscere il proprio odore, al contrario si riesce a distinguere perfettamente l’odore quando si entra nelle case degli altri. Solo dopo un lungo viaggio, l’odore di casa ci sembra addirittura nuovo. Da sempre il Giappone ha significato per me una seconda casa. Camminando per le strade nel mio primo viaggio a Tokyo, le immagini presenti sfumavano con quelle della memoria. L’unione fra il mondo esteriore e interiore forma una sorta di legame tra esperienze e luoghi, come se uno stesso cammino fosse già stata percorso. “Ponendomi sulla soglia fra questi due mondi, ho ricercato similitudini e differenze di un paese a me straniero, ma che sento da sempre così familiare. C’erano momenti in cui avveniva una profonda connessione con ciò che vedevo e sentivo in un determinate momento e spazio. Vivendo in un periodo storico globalizzato, diventa abituale non tanto riconoscersi in un luogo, ma nel sentimento comune che ognuno di noi attribuisce all’idea di casa attraverso una precisa atmosfera”.

L’allestimento nello spazio de Il Meccanico restituisce questo dialogo. Una costruzione che riordina lo sguardo misurato sulle forme e sul rapporto di pieni e vuoti. Il percorso diventa così un viaggio intimo-interiore, dal fuori al dentro, passando per la casa, per gli oggetti. Dentro e fuori s’incontrano sulla soglia, finestre che inquadrano altre finestre per raccontare una percezione sintetica, di accumulo, soggettiva del Giappone.

 

BREVE BIO:

Vittoria Fragapane (1993) è fotografa e curatrice. Dopo aver studiato architettura d’interni, decide di dedicarsi alla fotografia, frequentando il master in Fotografia e Visual Design presso la NABA di Milano, durante il quale ha l’opportunità di trasferirsi per alcuni mesi a Tokyo per lavorare con il fotografo Takashi Homma. Nel soggiorno giapponese, si dedica anche ad un progetto personale che verrà poi pubblicato nel 2021, con il titolo Omote Ura, attraverso la piattaforma di crowdfunding Selfself. Sempre nello stesso anno, pubblica il progetto Travels into One Nation of the World con la casa editrice Artphilein Editions di Lugano. Il progetto, esposto nello stesso anno alla dodicesima Biennale dell’Immagine di Chiasso, in Svizzera, è stato in seguito (2024) in mostra presso i Magazzini Fotografici di Napoli, assieme a Carlo and Luciana di Erik Kessels a cura di Simone Azzoni. Dal 2022 collabora come membro della giuria e curatrice della sezione Editable, sezione dedicata all’editoria del Liquida Photofestival di Torino. Dal 2024 collabora con il festival Castelnuovo Fotografia (Roma). Attualmente lavora come curatrice e photobook designer per la Fondazione De Pietri Artphilein e Artphilein Editions.

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