Max Angeloni: “fotografo di persone” | Fujifilm Day
I giorni precedenti alla realizzazione di un evento, quando le idee prendono vita, quando ormai manca poco per far sì che il programma giunga alla sua concretizzazione, quando ogni intoppo appare comuque paradossalmente in perfetta sincronia con tutto il resto, insomma… i giorni precedenti si è sempre un po’ più “effervescenti” rispetto al solito: è il magico potere dell’attesa.
Nella società dell'”hic et nunc” in cui si vive, in cui è prassi da parte di tutti dimenarsi a passo svelto nella celerità del mondo che avanza, in cui ogni elemento procede con estrema rapidità, in cui tutto è a portata di mano, il magico potere dell’attesa purtroppo si affievolisce, si sbriciola… tutto viene ridimensionato, reso frivolo, o meglio percepito tale. La soglia dell’attenzione diventa irremediabilmente più bassa, non si riesce più ad assaporare un momento in questo caos frenetico e vorticoso… per questo, ciò che viene donata è una pausa: una pausa però intelligente, una pausa di confronto, di crescita professionale, di condivisione, di formazione ed informazione, una pausa di verità, una pausa che non equivale autenticamente a fermarsi.
…E il giorno prima, nonostante l’elevato tasso di effervescienza, rimane comunque un giorno leggero, di passaggio, di ricognizione, durante il quale ognuno pianifica il proprio posto, il proprio compito per far funzionare bene una catena di montaggio per poi accorgersi che la variante più bella è osservare i partecipanti, capire quanto siano felici, attivi, propositivi nell’efficace tentativo di sfiscerare con curiosità un mondo nuovo, per i neofita, o un mondo familiare, per chi professionalmente è già addentrato ma non smette di imparare.
Il “corso d’opera” è un’esperienza singolare: consente di centellinare ogni momento, dal più serio al più e semplice e forse banale, come l’arrivo dei gadget tanto attesi… e Fujifilm si è proprio superata in termini di creatività: si osservano questi portachiavi a forma di rullini in miniatura, in preda allo stupore e alla nostalgia!
I partecipanti vengono divisi in gruppi, presso la “Sala posa”, un ambiente a ridosso delle scale di legno, preceduto da un “angolo letterario” con libri da consultare e divanetti sui quali sostare, un set fotografico appositamente allestito sul soppalco superiore, adibito alle prove di scatto. Ci si dedica alla ritrattistica, al prendere manualità con la macchina fotografica scelta da ognuno, guidati dal docente Maurizio Natali, meglio noto come saggiamente_blog estremamente preparato circa le specifiche di ogni articolo, meticoloso nel dispensare consigli ad hoc e preciso nel prodigarsi nella comunicazione di alcuni trucchi del mestiere.
Il Fujifilm day, avvenuto il 7 giugno, vede Camilla, frizzante e simpaticissima, Filippo e Francesco accogliere ogni iscritto, pronti ad interfacciarsi con ognuno di loro per mitigare curiosità, per assisterli nell’esperienza del Touch & Try, consegnando le istantanee polaroid in ricordo di questa esperienza formativa singolare!
E’ stato possibile provare la GFX100S II e la X-T50, oltre a tantissimi obiettivi, le Instax e le altre fotocamere della casa! Riprendendo le parole di saggiamente_blog: “Il sensore da 102 megapixel è stato rinnovato per catturare meglio la luce anche agli angoli del fotogramma e ovviamente siamo nel regno del medio formato con una dimensione che è 1,7 volte più grande di un tradizionale sensore full-frame. Tutto nuovo il processore di immagine che ci porta anche ad avere un AF con elevate prestazioni, con riconoscimento del soggetto e tracking in tempo reale”.
Come ospite d’onore è presente il fotografo Max Angeloni, che da sempre predilige la fotografia in cui il protagonista è “l’elemento umano”: dal reportage, alla moda, dai fotoromanzi ai matrimoni, per questo conia il termine di “fotografo di persone”, perché ogni volto cela una potenza storica identitaria che è appunto solo sua. Un mix di energia pura e travolgente, quella professionalità intervallata dalla simpatia e dalla spontanietà che non annoia, abile nel mettere a proprio agio anche l’individuo un po’ più timido e non abituato ad essere situato frontalmente a un obiettivo, ad inserirsi in un’inquadratura.
Nel corso del workshop infatti ciò che maggiormente interessa è la “sessione ritratto”: ergo tutto ciò che concerne non solo la sfera tecnica, quindi per esempio la fase gestionale dell’ambiente con la sua luce naturale e l’oggettistica necessaria per ricreare un coerente impatto con la luce artificiale, ma anche la sfera legata “all’umano”, alla psicologia, all’empatia, al legame da ricreare in un lasso temporale così minimale, all’insegna dei tecnicismi ma anche della libertà di movimento!
Un’interessantissima “parentesi di pausa” che di base parentesi non è!
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