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Mario Cresci

di PHocus Magazine

Martedì 24 maggio è stato nostro ospite Mario Cresci . Un incontro da non perdere con uno degli autori più importanti del nostro tempo in dialogo con Massimo Mastrorillo.
Abbiamo parlato del suo lavoro “Analogie e memoria” ma anche di tante altre cose preziose,
 
“Ciò che mi muove è il bisogno di entrare dentro le cose per conoscerle, entrare dentro le immagini per scoprire ciò che mi comunicano a livello percettivo e cognitivo” (Mario Cresci)
 
In Analogie e Memoria, Mario Cresci ingloba segni, immagini, scritte, disegni, appunti, frammenti di icone tenute negli archivi e nelle cassettiere insieme a progetti, collage, manifesti, estratti di testi e immagini stampate, fotografie di altri autori. Un diario di un viaggio iconico, in cui tutti gli elementi sono composti tra loro come un menabò in doppie pagine di un grande libro. Le fotocopie – 56 delle quali ospitate nella prima sala della galleria – qui sono “opere” nel senso di arte come idea, da intendere come proposizioni che assolvono a un assunto conoscitivo. Cresci fa ricorso a mezzi di comunicazione più anonimi: sostituisce l’utilizzo della macchina fotografica con l’atto di porre sul piano di una fotocopiatrice tutto il suo mondo, tra realtà visibile e esplorazioni cognitive, per evitare tutti i possibili risvolti formalistici connessi all’idea di immagine fotografica realizzata secondo i canoni classici.
 

BIO

Mario Cresci è tra i primi autori italiani che, a partire dagli anni Sessanta, coniuga la cultura del progetto con la sperimentazione del linguaggio visivo attraverso un approccio “cross-disciplinare” che utilizza il disegno, la fotografia, il video, l’installazione, la performance, il site specific.
 

Le sue  ricerche  sono radicate negli studi multidisciplinari iniziati a Venezia nel 1963 e sono segnate in seguito (a partire dal 1968 quando si trasferisce a Roma) dall’incontro con Pino Pascali, Eliseo Mattiacci, Jannis Kounellis e Alighiero Boetti. Nel 1969  progetta e realizza il primo Environnement fotografico in Europa presso la Galleria Il Diaframma di Milano. Nel 1970 viene invitato per la prima volta alla Biennale d’Arte di Venezia e in seguito  nel ‘78, ’93 e ’95. Negli anni Settanta si stabilisce a Matera dove lo studio del linguaggio fotografico e della cultura del progetto si coniuga  con l’interesse per l’antropologia culturale,  realizzando numerose ricerche e pubblicazioni  tra cui Matera, immagini e documenti (Matera, Edizioni Meta 1975) e Misurazioni, fotografia e territorio(Edizioni Meta 1979).

Negli anni Ottanta partecipa al progetto di Luigi Ghirri, Viaggio in Italia, che vede coinvolti i  più significativi autori italiani (da Gabriele Basilico a Guido Guidi, da Giovanni Chiaramonte a Vincenzo Castella, da Mimmo Jodice e Vittore Fossati, etc.).

Dalla fine degli anni ‘70 l’insegnamento diviene parte integrante del suo lavoro d’autore. È stato docente alla Facoltà di Lettere di Parma, all’Orientale di Napoli, all’Accademia di Brera, allo IED e alla NABA di Milano e visiting professor all’École d’Arts Appliqués di Vevey (CH). Dal 1991 al 1999 ha diretto l’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo. Svolge attività di docenza e workshop per l’Università ISIA di Urbino e la Scuola di Alta Formazione FMAV di Modena.

Tra le sue mostre più recenti nel 2017  La fotografia del “no”, 1964-2016 alla GAMeC di Bergamo, dove espone cinquant’anni di lavoro orientando il percorso della mostra sulla lettura di alcune delle principali tematiche che accomunano gran parte dei suoi progetti.
Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche di vari musei, istituti e centri di ricerca come il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XX secolo di Roma, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, il Civico Archivio Fotografico di Milano, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, l’ICG – Istituto Centrale per la Grafica di Roma, il Museo d’Arte Medioevale e Moderna della Basilicata di Matera, il MAGA – Museo d’Arte di Gallarate, la GAM – Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Torino, il MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro, il CRAF – Centro Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo e lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma.

 
Ha di recente pubblicato Segni migranti. Storie di grafica e fotografia (Roma, PostCart 2019), un compendio della sua ricerca grafica e fotografica.
Suggerimenti per gli acquisti:
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Non è facile trovare un buon educatore!
Appartengo ad una generazione che ha dovuto adattarsi alla scarsa offerta dei tempi. Ho avuto un solo tutor, a cui ancora oggi devo molto. Brevi, fugaci ma intensi incontri in cui il sottoscritto, da solo con lui, cercava di prendere nota anche dei respiri e trarre insegnamento da ogni singola parola.
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Come quando si va da un eccellente sarto a scegliere con cura un vestito, adattandolo perfettamente al corpo, vogliamo fornirvi il corso che meglio si adatta alle vostre, singole e personali esigenze.
Niente nasce dal caso e per poter essere all’altezza di questo compito e potervi fornire un’offerta diversificata e soddisfacente, abbiamo pensato di sottoporvi un questionario tra il serio e lo scherzoso a cui vi preghiamo di rispondere.
Aiutateci a capire le vostre reali esigenze e chi abbiamo difronte, non ve ne pentirete.
Massimo Mastrorillo

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